Forse ad accattivare milioni di fans è stato proprio il suo look da ultraortodosso coniugato alla sua musica travolgente in cui si mescolano sonorità hip hop, reggae ed ebraiche che raccontano la storia di questo giovane ex hippy (26 anni), ex drogato, trasformatosi dopo un viaggio in Israele in un seguace del movimento Lubavitch.
E se i giovani americani ne sono entusiasti, per i sei milioni di ebrei americani è un vero ed incomprensibile mistero. Ma per Matisyahu che vive nel quartiere ultraortodosso di Crown Heights a Brooklyn con la moglie e il figlio, la sua vita non ha grosse contraddizioni perché si divide fra due cose che in fondo sono unite fra di loro: la musica e la yeshivà.
Se nella vita segue regole rigorosissime e antiquate (non può dare la mano ad una donna o stare con lei da solo in una stanza), sul palcoscenico è unaltra storia e Matisyahu si trasforma in un essere libero stranamente legato alla realtà dei giovani di oggi. I Lubavitch hanno sempre dato molta importanza alla musica, al ballo, alla gioia e in questo il giovanissimo cantante non è da meno. Lesordio discografico è stato nel 2004 con Shake off the Dust, poi il successo lanno dopo di Live at Stubbs (disco doro). Dopo il successo americano ha cominciato la tourné mondiale con il suo nuovo disco Youth (youth is the engine of the world) (la gioventù è il motore del mondo).
Martedì 16 maggio in Italia a Milano al Rainbow club di via Besenzanica 3 un concerto del tutto particolare per un pubblico, quello di casa nostra, che deve ancora scoprirlo.
La gioventù è il motore del mondo
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