Al Museo Ebraico di Bologna in mostra le opere di Antonietta Raphael.
Antonietta Raphael De Simon nasce a Kowno nel 1895 da una famiglia di ebrei chassidici, e nel 1905, dopo la morte del padre, lascia la Lituania a causa dei continui pogrom e si trasferisce a Londra, dove frequenta il British Museum e conosce gli scultori Ossip Zadkine e Jacob Epstein.
Successivamente si sposta a Parigi e infine a Roma, dove incontra Mario Mafai, che diverrà suo marito e con il quale intraprende un lungo percorso di ricerca artistica insieme all’amico Gino Bonchi, dando vita alla “scuola di via Cavour”, un gruppo di giovani artisti intenzionati a rinnovare il mondo dell’arte contrastando la dominante tendenza neoclassica del periodo.
Negli anni Trenta, quando il gruppo si scioglie a causa di contrasti interni, Antonietta lascia la pittura per dedicarsi alla scultura, attività in cui proseguirà anche nel periodo della guerra quando, a causa delle leggi razziali, si rifugia a Genova, ospite del collezionista Alberto Della Ragione. Nel 1948 espone alla Biennale di Venezia, alternando in seguito le sculture alle opere pittoriche.
Anticonformista e volutamente al di fuori da ogni convenzione sociale, Antonietta esprime una femminilità personalissima e originale: è una donna colta e studiosa, viaggia da sola, non ama cucinare, sceglie un abbigliamento pratico o stravagante, secondo le occasioni. Questo suo modo di essere, evidente anche nella sua opera scultorea, non passa inosservato nell’Italia conservatrice del periodo fascista: “Lei non è scultrice, signora: è scultore” le dirà Marino Marini nel 1938.
In occasione del centesimo anniversario della Festa della Donna, il Museo Ebraico di Bologna ha allestito questa mostra dedicata all’artista lituana, presentandone tutto il complesso percorso creativo, e rivelandone le fondamentali ispirazioni: l’ebraismo, il sogno e la maternità.
Il percorso espositivo consente di ammirare le grandi tele della Lamentazione di Giobbe e del Quarto giorno della Creazione, che testimoniano l’importanza dell’educazione ebraica ricevuta soprattutto dal padre, rabbino ortodosso, i dipinti a tema floreale, espressione di una femminilità intensa e vivace, i ritratti e le sculture dedicate alle figlie, e le opere in cui traspaiono i temi classici mitologici o dove l’artista riprende ed elabora i propri sogni, annotati volta per volta su di un diario.
L’arte di Antonietta appare come una splendida rivelazione della sua anima, rappresentata sia nella dimensione più gioiosa, solare e irruente, sia in quella più riflessiva e severa, derivata dalla sua profonda cultura e dalla vita difficile del suo popolo.
Antonietta Raphael,
La magia del colore
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Museo Ebraico di Bologna, via Valdonica 1/5, www.museoebraicobo.it
Fino al 6 aprile
Orario: domenica/giovedì 10/18, venerdì 10/16
Chiuso il sabato e nelle festività ebraiche