la cantante neozelandese Lord

La cantante Lorde cancella il suo concerto in Israele

Spettacolo

di Nathan Greppi
Domenica 24 dicembre, la celebre cantante neozelandese Lorde ha annunciato di voler annullare un suo concerto a Tel Aviv previsto per il giugno 2018.

Secondo Arutz Sheva la cantante, 21 anni, ha dichiarato di essersi informata su Israele prima di annunciare, appena una settimana prima di fare marcia indietro, la data del concerto, ma ha aggiunto che “non ho fatto la scelta giusta in questo caso”.

“Ho ricevuto un grandissimo numero di messaggi e lettere e ho avuto numerose discussioni con persone aventi opinioni diverse, e credo che la decisione giusta in questo momento sia annullare il concerto,” ha detto. “Tel Aviv, per tanti anni è stato il mio sogno visitare questo bellissimo angolo del mondo, e sono davvero dispiaciuta di dover infrangere la promessa di venire a esibirmi per voi. Spero che un giorno potremo tutti danzare insieme.”

La decisione di Lorde di annullare il concerto è arrivata giorni dopo che, in Nuova Zelanda, molti suoi fan arabi l’hanno attaccata. Gli organizzatori hanno affermato che chi ha già preso il biglietto verrà rimborsato.

Non sono tardate le reazioni contrarie: Il Ministro della Cultura Israeliano, Miri Regev, ha chiesto a Lorde di riconsiderare la sua decisione: “Lorde, mi aspetto che tu sia una ‘pure heroine’ come il titolo del tuo primo album. Una pura eroina della cultura, libera da questioni politiche, per non parlare delle delusioni.” Ugualmente indignato è il Zew Zealand Jewish Council, il cui portavoce Juliet Moses ha rilasciato una dichiarazione: “Siamo profondamente dispiaciuti che Lorde si sia fatta sottomettere da un piccolo ma rumoroso gruppo di bulli estremisti. I boicottaggi di Israele non porteranno alla pace. Coloro che li predicano non sono interessati ai negoziati tra le due parti in causa o alla soluzione dei due stati.”

Moses ha aggiunto che “Lei tuttavia si esibirà in Russia, ma nessuno la accusa di complicità con Putin, dell’occupazione della Crimea o della guerra in Siria.”

Quello di Lorde non è un caso isolato: negli ultimi anni sono molti i musicisti, specialmente nel mondo anglosassone, che hanno ricevuto pressioni per non esibirsi in Israele: alcuni, come il cantante australiano Nick Cave e il gruppo dei Radiohead, si sono esibiti ugualmente, mentre altri, come gli americani Laureen Hill e Pharrell Williams, hanno ceduto alle pressioni.