L'attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982

Lunedì 16 ottobre in onda su Rai 1 il documentario “9 Ottobre 1982, attacco alla sinagoga”

Spettacolo

di Redazione
9 ottobre 1982. Un commando di terroristi di origine palestinese compie un sanguinoso attentato alla Sinagoga di Roma in un giorno di festa per la comunità ebraica. Nell’attentato viene ucciso un bambino di due anni, Stefano Gaj Taché. I feriti sono circa 40, alcuni gravi. A più di quaranta anni dall’attentato, lo scrittore Giancarlo De Cataldo, nel documentario “9 Ottobre 1982, attacco alla Sinagoga”, in onda lunedì 16 ottobre alle 23.50 su Rai 1, racconta la vicenda interrogando i testimoni dell’attentato terroristico – tra loro la madre di Stefano – e cercando di ricostruire le indagini e il processo giudiziario che portarono alla condanna in contumacia, nel 1991, di un solo terrorista del commando.

Ad oggi si tratta di un atto terroristico del quale non si conoscono tutti i responsabili e per il quale è stato riaperto un fascicolo di indagine nel 2020. Il 1982 è un anno molto particolare per la storia italiana e internazionale. Il nostro paese, già colpito dal terrorismo interno, apre al dialogo con i palestinesi accogliendo la prima storica visita del leader Yasser Arafat a Roma.

Ma la comunità ebraica, già vittima di una diffusa ostilità causata dall’invasione del Libano da parte di Israele accaduta nel giugno di quello stesso anno, si sente isolata. In questo clima di tensione e allo stesso tempo di sottovalutazione degli allarmi, l’attentato alla Sinagoga del 9 ottobre 1982 ha un effetto devastante.

Il documentario prodotto dalla Golem di David Parenzo e Shulim Vogelman in collaborazione con Rai Documentari ricostruisce una delle pagine più dolorose e ricche di interrogativi della storia recente italiana, che rappresenta ancora oggi una ferita aperta per la comunità ebraica e la città di Roma. L’accurata ricostruzione storica della vicenda s’intreccia con un racconto umano coinvolgente, che Giancarlo De Cataldo e il regista Paolo Borraccetti hanno saputo narrare con rara maestria, impreziosito nel finale da un brano inedito del maestro Ennio Morricone, donato alla madre del piccolo Stefano in seguito all’attentato e arrangiato e suonato dal maestro Piovani, autore di tutte le musiche del film.

Il merito del documentario è quello di restituire alla memoria condivisa del nostro paese un evento che per molti anni è stato dimenticato, vissuto prevalentemente come un lutto famigliare interno alla comunità ebraica. Oggi, soprattutto grazie al Presidente Mattarella, che il giorno del suo insediamento ricordò tra le vittime italiane del terrorismo internazionale Stefano Gaj Taché, possiamo ricordare l’attentato alla sinagoga del 9 ottobre 1982 come una ferita nazionale.

Nel documentario intervengono le testimonianze di: Massimo Brutti, ex parlamentare e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (COPACO); Massimiliano Coccia, giornalista investigativo; Sandro Di Castro, ferito nell’attentato; Domenico Di Petrillo, ex comandante sezione anti terrorismo dei Carabinieri; Joseph Di Porto, avvocato Comunità Ebraica di Roma; Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma; Daniela Gaj, madre di Stefano e sopravvissuta all’attentato; Gadiel Gaj Taché, fratello di Stefano e sopravvissuto all’attentato; Paolo Graldi, giornalista della cronaca di Roma; Miguel Gotor, assessore del Comune di Roma, storico e docente universitario; Francesco Grignetti, giornalista della Stampa; Valentine Lomellini, docente di Storia delle Relazioni Internazionali (Università di Padova) e esperta del Lodo Moro;  Arturo Marzano, docente di Storia delle Relazioni Internazionali (Università di Pisa) e esperto di storia del conflitto israelo-palestinese; Paolo Mieli, giornalista ex direttore del Corriere della Sera; Maurizio Molinari, direttore del quotidiano Repubblica e sopravvissuto all’attentato; Riccardo Pacifici, figlio di uno dei sopravvissuti all’attentato; Vincenzo Scotti, ex Ministro della Repubblica