“Nei suoi brani le mie figlie hanno trovato un rifugio dall’odio antisemita”: il fenomeno Taylor Swift nella fanbase israeliana

Spettacolo

di Pietro Baragiola
È passato poco più di un anno da quando, il 17 marzo 2023, la popstar americana Taylor Swift ha lanciato il primo concerto del suo Eras Tour, la tournée che ancora oggi sta stravolgendo tutti i record del mondo della musica.

La cantante 34enne di West Reading, Pennsylvania, con i suoi 283 milioni di followers sui social è stata nominata dalla rivista Time “la popstar più famosa al mondo”, oltre che “la prima artista a diventare miliardaria grazie esclusivamente ai guadagni provenienti dalla sua carriera musicale”.

Espandendosi in tutto il globo, la fama di Taylor Swift ha raggiunto anche Israele dove Michal Paz-Klapp, il redattore per giovani adulti della casa editrice Modan, ha deciso di pubblicare un’edizione in lingua ebraica del libro Who is Taylor Swift? scritto da Kirsten Anderson. Questo racconto per bambini fa parte della raccolta bestseller Who is…?/Who was…?, una serie di biografie illustrate dal gruppo Penguin Workshop che raccontano la vita di personaggi celebri, da Ruth Bader Ginsburg a Confucio.

L’edizione in lingua ebraica del libro Who is Taylor Swift? scritto da Kirsten Anderson

 

Il grande riscontro ottenuto da Swift in Israele non è dovuto però solo al successo dei suoi brani. “Molti israeliani, infatti, seguono e sostengono la popstar americana per via della sua scelta di non prendere una posizione nell’attuale conflitto tra Israele ed Hamas” ha spiegato Paz-Klapp durante la sua intervista con la Jewish Telegraphic Agency.

Per questo motivo, Swift è stata una delle centinaia di celebrità (tra cui Selena Gomez, Drake, Justin Bieber e Zendaya) ad essere presa di mira dalla campagna social “Blockout 2024”, volta a bloccare tutti gli artisti e gli influencer che non hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche a sostegno del popolo palestinese.

Alcuni fan filopalestinesi hanno persino partecipato all’Eras Tour sventolando bandiere e cartelli con scritto “Speak Now” (un riferimento all’album di Swift del 2010), denunciando il silenzio della popstar e inondando il suo account X con l’hashtag #SwiftiesForPalestine.

Ciononostante, Swift continua tutt’ora a non schierarsi da nessuna parte del conflitto, preferendo dedicare i suoi brani agli spettatori del mondo intero.

“Non è chiaro se Taylor Swift sostenga Israele ma sicuramente non le è contro e, in un periodo di antisemitismo crescente e di continua disinformazione nel mondo dello spettacolo, la sua resistenza alle pressioni dei movimenti filopalestinesi è stata molto apprezzata” ha affermato Paz-Klapp.

L’attivismo di Taylor Swift

Sono ormai anni che Taylor Swift ha scelto di utilizzare il grande seguito delle sue piattaforme social per commentare la sfera politica statunitense, appoggiando la corsa presidenziale del leader democratico Joe Biden nelle elezioni 2020 e condannando la legislazione anti-LGBTQ. Nel 2023 è bastata una sua storia su Instagram ad incoraggiare oltre 35.000 follower a registrarsi al sito Vote.org per andare a votare.

Nonostante la cantante non abbia ancora preso una posizione sulla guerra in Medio Oriente, molti fan israeliani hanno trovato nelle sue canzoni un sostegno per affrontare il clima d’odio crescente degli ultimi mesi.

Il brano Bigger Than the Whole Sky, tratto dall’album del 2022 “Midnights”, è diventato per molti israeliani l’inno in memoria di Roni Eshel, il soldato di 19 anni, fan di Taylor Swift, ucciso dai terroristi di Hamas lo scorso 7 ottobre.

“Dopo l’attacco di Hamas molte cose sono cambiate nelle vite di tutti gli israeliani” ha spiegato Shira Ben-Choreen Schneck, contabile presso The Deborah Harris Agency, l’agenzia letteraria di Gerusalemme che ha concordato la pubblicazione della versione ebraica di Who is Taylor Swift?.

Schneck, che vive ad Armon Hanatziv, un quartiere nella Zona Est di Gerusalemme, ha raccontato alla Jewish Telegraphic Agency come lei e le sue figlie erano da sempre abituate ad un certo senso di cameratismo con i loro vicini arabi ma, dopo il 7 ottobre, sono state più volte vittime di numerosi attacchi antisemiti tra cui pedinamenti, insulti e lanci di pietre.

“Mia figlia di appena 12 anni non voleva più uscire di casa. Insisteva per farsi venire a prendere a scuola e non voleva mai andare in autobus perché aveva troppa paura. È stato solo nella musica di Taylor Swift che è riuscita a trovare un rifugio dai traumi dell’odio” ha affermato Schneck.

Anche se Swift non si è mai esibita nello Stato ebraico, molti fan israeliani sono volati in Europa per i suoi spettacoli, creando un gruppo Facebook dedicato al coordinamento viaggi e alla rivendita di biglietti che oggi conta più di 4000 iscritti.

“Quando gli Swifties degli altri paesi del mondo partecipano alle tappe dell’Eras Tour creano braccialetti e li regalano agli altri fan” ha spiegato Paz-Klapp. “Così, i fan israeliani hanno deciso di preparare braccialetti in memoria di Roni Eshel e delle vittime del 7 ottobre.”

Una posizione molto decisa è stata presa anche da un membro della troupe del concerto che si è recato in Israele per combattere in prima persona i terroristi di Hamas.

 

Il bodyguard israeliano

Ad ottobre, una delle guardie del corpo che hanno accompagnato Taylor Swift nel suo Eras Tour ha abbandonato la tournée per tornare in Israele e dare il suo sostegno alla lotta contro Hamas.

Il bodyguard in questione, che ha preferito mantenere l’anonimato, è un ex-membro dell’IDF che si era trasferito in America diventando presto una delle guardie del corpo più richieste dello show business.

“Ho una vita piuttosto bella negli Stati Uniti, un lavoro da sogno, grandi amici e una casa accogliente” ha spiegato il bodyguard alla Jewish Telegraphic Agency. “Non ero obbligato a tornare in Israele, ma non potevo certo restare a guardare mentre le famiglie del mio Paese venivano massacrate nelle loro stesse case.”

Il bodyguard ha ottenuto fama internazionale nell’estate 2023 per via di alcuni filmati che lo ritraevano mentre scortava Taylor Swift fuori dai concerti. “Quell’uomo ha scansionato un migliaio di persone tra la folla in appena sei secondi. Qualunque sia il compenso datogli da Taylor, non è abbastanza” ha commentato uno spettatore sulla piattaforma TikTok.

Nella sua intervista rilasciata a The Times of Israel, il bodyguard ha condannato Hamas, ritenendo che i suoi seguaci “non sono esseri umani” ed ha invitato tutti i fan di Taylor Swift ad agire prima che sia troppo tardi: “non restate dalla parte sbagliata della storia. Restate con Israele. Restate dalla parte dell’umanità!”