di Roberto Zadik
Non sembrano spegnersi le polemiche intorno al concerto dei Radiohead del 19 luglio a Tel Aviv, al centro di molte pressioni da parte del movimento BDS e da parte degli artisti che sostengono il movimento di boicottaggio di Israele. In una recente intervista a Rolling Stone, Thom Yorke (nella foto) aveva risposto agli attacchi di suoi illustri colleghi filopalestinesi, da Roger Waters fondatore dei Pink Floyd e veementemente schierato a favore del boicottaggio di Israele, al frontman dei Verve Richard Arschroft al regista Ken Loach, al compositore Brian Eno amico e stretto collaboratore dello scomparso David Bowie, tutti firmatari di una lettera contro il concerto dei Radiohead in Israele.
Più di recente, in un concerto a Glasgow, venerdì scorso, il cantante ha visto alcuni esponenti filopalestinesi muniti di bandiere cominciando a inveire al microfono “schifosa gente” riferendosi a loro.
Motivato a esibirsi in Israele, nonostante le continue pressioni per la cancellazione di questa data israeliana, Yorke non sembra per nulla intimorito o reticente e ha detto “non siamo né con Trump né con Nethanyahu”.
A quanto sembra, viaggiando su vari siti di celebri quotidiani inglesi, da The Guardian a The Indipendent, le polemiche stanno opprimendo la band da vari mesi e il mondo dello spettacolo britannico è spesso e volentieri molto filopalestinese. Più di quanto ci si possa aspettare. Il sito Consequence of Sound ha riportato la notizia, sempre secondo Times of Israel, che Yorke non abbia solo inveito quella frase ma che, durante il suo concerto scozzese, abbia alzato il dito medio contro i manifestanti di vari gruppi, da Azione Palestinese Glasgow, a Campagna Solidarietà Palestinese a Fans Radiohead per la Palestina che hanno anche loro protestato fuori dal luogo della performance.
Da quando la band ha annunciato il suo live in Israele, in questi mesi il rock inglese ha dato il peggio di sé. Tanto che a febbraio Yorke è stato bersagliato da una serie di artisti che hanno firmato una lettera di pressioni affinché la band cancellasse il concerto.
Molto velenoso anche lo scontro fra il cantante dei Radiohead e Roger Waters acceso sostenitore della causa palestinese. “E’ innegabile che i palestinesi vivano in condizioni di apartheid da 50 anni, senza diritti civili e senza giustizia” ha sostenuto Waters , firmatario della lettera assieme a Loach per dissuadere i Radiohead dal suonare in Israele che si è definito dispiaciuto del fatto che il cantante non abbia risposto allle sue mail e ai “ripetuti tentativi di ristabilire un dialogo”.
Ma non tutte le rockstar si comportano così e tanti sono sostenitori di Israele. Da Stevie Wonder che ha riunito alcuni amici in un evento a favore dell’esercito israeliano, a Lauryn Hill che ha organizzato uno spettacolo con alcuni grandi, da Paul McCartney, ai Rolling Stones, a Elton John, a Santana a Lady Gaga, a Bon Jovi che si sono tutti esibiti diverse volte nello Stato ebraico. E recentemente anche Rod Strewart e Britney Spears si sono esibiti a Tel Aviv conn grande successo.