di David Zebuloni
Di Shtisel non ci si stufa mai. Potremmo trascorrere ore ad ascoltare scena e retroscena della serie tv israeliana più amata di sempre, e scopriremmo sempre qualcosa di nuovo. Proprio con l’intento di soddisfare la sete di dettagli inediti che hanno i milioni di fan sparsi per il mondo, il cast e la produzione dell’opera si sono incontrati virtualmente in occasione dell’Israeli Film and Television Festival, ospiti dalla rete giornalistica televisiva Jewish News.
“Shtisel doveva durare una sola stagione”, ha raccontato per prima la produttrice, confessando così di non aver creduto nel successo planetario della sua opera sin dal principio. “La magia è poi accaduta, ma è stata succeduta da quello stupido timore che non si sarebbe mai ripetuta. Quindi tra la prima e la seconda stagione ho avuto molti dubbi e, forse, anche un po’ di paura”. Quando le è stato chiesto come e quando la serie potrebbe finire, lei ha risposto: “Forse Shtisel non è una serie con una fine. È come la vita, che può andare avanti e avanti quasi all’infinito”.
Reef Neeman, che ha debuttato nella terza stagione nel ruolo della giovane e timida Shira Levi, ha raccontato di aver fatto l’audizione per il ruolo tramite Zoom, a causa della pandemia. Zohar Strauss, invece, ha analizzato lo sviluppo del suo personaggio durante la serie: dal non apparire nella maggior parte della prima stagione, al ruolo centrale nella terza. In seguito, Strauss ha anche raccontato di aver ricevuto una fotografia di un suo fan con indosso la stessa barba finta che l’attore aveva indossato per interpretare il personaggio di Lippe Weiss.
Il regista Alon Zingman ha rivelato di aver avuto le lacrime agli occhi durante tutta la lettura della sceneggiatura, il montaggio di alcuni passaggi e le riprese della scena finale della terza stagione, che ha descritto come “bella, emotiva e toccante”. Riferendosi alle difficoltà avute a causa della pandemia, invece, Zingman ha raccontato di aver dovuto posticipare le riprese numerose volte, arrivando così a svolgerle a luglio del 2020. Il tipico caldo estivo israeliano, ha dunque aggiunto un ulteriore difficoltà agli attori, che oltre alle mascherine, hanno dovuto indossare anche gli abiti tradizionali ultraortodossi per tutta la durata delle riprese.
La discussione si è conclusa con una rivelazione importante. “Presto potrebbe essere disponibile una mostra virtuale delle opere originali di Shtisel“, ha annunciato la produttrice. Parliamo ovviamente delle opere di Akiva, realizzate in realtà da Alex Tubis, un artista israeliano di 43 anni. È lui infatti il genio che si nasconde dietro i capolavori che il dannato Akiva crea nella fortunata serie Netflix. In una recente intervista rilasciata al JewishBoston, Tubis ha raccontato di aver provato a convincere la produzione a non usare i suoi lavori. “A quel tempo, non pensavo di avere uno stile distinto”, ha spiegato. “Non faccio arte concettuale. I miei dipinti sono realistici piuttosto che iperrealistici. Non mi piacciono i dipinti che sembrano fotografie”. Tuttavia, la sua arte è stata scelta e il suo talento premiato.