A 75 anni, il leggendario Steven Spielberg esordisce nel musical con la sua versione di un classico come West Side Story, orchestrato dalle musiche di Bernstein
di Roberto Zadik
Non si ferma mai il fantasioso e vitale Steven Spielberg e alla soglia del suo 75esimo compleanno, il prossimo 18 dicembre, torna alla carica cimentandosi nel musical, dirigendo la riedizione del classico West Side Story, sessant’anni dopo l’originale del 1961, che era stato diretto da Robert Wise, vincitore dell’Oscar nel 1962 e interpretato da Richard Beymer e dalla magnetica attrice Natalie Wood.
La colonna sonora è fantastica, quella firmata dal compositore Leonard Bernstein, anche lui di origini ebreo russe come Spielberg.
La nuova versione è in uscita nei cinema, dal 23 dicembre nelle sale italiane, ed è stata elogiata dal Times of Israel che ha dedicato un lungo articolo a questa nuova fatica del regista, grande amico del geniale collega e correligionario Kubrick, e passato alla storia per la sua versatilità, dalla fantascienza con capolavori come E.T e Incontri ravvicinati del terzo tipo al thriller con gli angosciosi Lo squalo e Duel, suo esordio, ai film d’avventura come la saga dei vari Indiana Jones. L’articolo del Times of Israel, uscito martedì 7 dicembre e firmato dal giornalista Jordan Hoffman, ne ha elogiato le “splendide coreografie” ricordando le musiche indimenticabili composte da Bernstein e riadattate per questa pellicola dal compositore David Newman, come Maria o Tonight.
La trama originale anche in questa nuova versione rimane intatta; il musical è una rielaborazione del Romeo e Giulietta di Shakeaspeare che rivive nella storia d’amore interculturale fra Tony e Maria, protagonisti innamorati che provengono dallo scontro fra due bande rivali. La prima, I Jets, è formata da ragazzi bianchi americani mentre la seconda, quella dei loro nemici da teenager portoricani, gli Sharks che creavano scompiglio per le strade di New York, nel quartiere dell’Upper East Side, in una storia ambientata alla fine anni ‘50.
Una vicenda di razzismo e violenza sui quali trionferà l’amore è il messaggio sia dell’originale che di questa pellicola, interpretata da un cast di attori decisamente giovani, espressivi ed estremamente atletici che oscillano fra recitazioni e scatenati numeri di ballo. Fra questi il prestante 27enne Ansel Elfgort, nei panni di Tony mentre la sua adorata ragazza di origine portoricana Maria viene impersonata dalla ventenne Rachel Zegler mentre suo fratello Bernardo, capobanda degli Sharks, sarà il ballerino canadese David Alvarez.
Proprio in tema di acrobazie danzanti e di scene spettacolari e ritmate, si evidenzia il dinamismo e la freschezza della nuova versione del musical diretta da Spielberg e il marcato realismo dell’opera in cui i portoricani parlano spagnolo senza sottotitoli. Estremamente curato nei dialoghi e nella sceneggiatura realizzata da Tony Kushner, nel film mancano espliciti riferimenti all’ebraismo.
La trama originale dello spettacolo che andò in scena a Broadway nel 1957 era opera del regista Jerome Robbins, vero cognome Rabinowitz, co-regista del film musicale del 1961 assieme a Robert Wise. Aveva ideato un intreccio completamente diverso. Infatti il protagonista della sua storia che si chiamava East Side Story doveva essere un ragazzo cattolico di famiglia irlandese che si innamorava di una ragazza ebrea figlia di sopravvissuti alla Shoah. Ma il librettista Arthur Laurents, anche lui ebreo come il paroliere Stephen Sondheim, volle cambiare tutto, introducendo il nuovo gruppo etnico dei portoricani per rafforzare l’originalità della storia. Anche stavolta è stato un regista di religione ebraica come Spielberg a dirigere West Side Story gettandosi a capofitto in un genere completamente nuovo per questo autore che nella sua lunga carriera si è rivelato capace di attraversare vari generi e trame con estrema disinvoltura e che affrontò le sue radici ebraiche con fatica e raramente. Egli ne parlò solamente dieci anni dopo il suo esordio con Duel, nel 1981, nel primo episodio della saga di Indiana Jones I predatori dell’Arca perduta nella lotta del protagonista contro i nazisti e che dopo un rinnovato silenzio su questo tema per altri dodici anni, girò uno dei più emozionanti film sulla Shoah come La lista di Schindler del 1993. Uscito negli Stati Uniti il 9 dicembre, West Side Story e le sue riprese sono terminate nel 2019 ma a causa della pandemia il film è uscito solamente in questi giorni.