di Rossella De Pas
In un Teatro Elfo Puccini gremito, martedì 15 novembre si è tenuta la prima dello spettacolo “Oltre i confini – Ebrei e zingari” (2009) di e con Moni Ovadia, accompagnato dagli italiani Paolo Rocca al clarinetto e Massimo Marcer alla tromba e dai rumeni Ion Stanescu al violino, Albert Florian Mihai alla fisarmonica, Marian Serban al cymbalon e Marin Tanasache al contrabbasso.
Come ben si capisce dal titolo dello spettacolo, «Gli ebrei e il popolo degli “uomini” (gli zingari) per secoli hanno condiviso lo stesso destino. Il tratto comune che ha segnato la loro storia spesso tragica per colpa delle nazioni che li tolleravano o li perseguitavano, ma sublime per loro esclusivo merito, è stata la condizione di “altro”…Uniti dalla persecuzione dei sistemi tirannici che mal sopportarono la loro cultura e le loro tradizioni improntate a un mondo “senza confini”, senza burocrazie, senza eserciti, senza retorica patriottarda, gli ebrei e gli zingari hanno avuto per secoli storie simili, anche se parallele.”
Diversa è stata però la loro evoluzione: «Poi, dopo il tentativo di sterminio nazista, gli ebrei hanno cambiato la loro storia, hanno conquistato una terra, una nazione; il loro immenso calvario ha avuto pieno riconoscimento e, anche se la condizione ebraica è talora difficile, ancora sottoposta a pericolo, gli ebrei sono entrati nel salotto buono del potere…Non così gli zingari. »
Ed ecco che l’autore sottolinea come gli Ebrei sopravvissuti alla Shoah siano cambiati profondamente rispetto agli abitanti degli shetl, diventando i forti e che, con la creazione dello Stato di Israele, siano passati da oppressi ad oppressori, rispolverando per l’ennesima volta la questione palestinese.
Dopo questa introduzione, gli Ebrei scompaiono quasi completamente dalla scena, lasciando spazio a musica, canzoni, aneddoti e storielle rom a tratti davvero esilaranti.
L’attore che emerge da questo spettacolo è il perfetto rappresentante della musica e del teatro civile «…che possono e devono scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente…».
Chi invece anela al Moni Ovadia mattatore della cultura e delle tradizioni Yiddish dovrà portare pazienza fino al 29 novembre alle 20.30, prima di Cabaret Yiddish.
Prossimo appuntamento: Martedì 29 novembre alle ore 18.30 presso la Feltrinelli in corso Buenos Aires, 33 a Milano per la presentazione del nuovo CD “Oltre i confini – Ebrei e zingari.
Oltre i confini – Ebrei e zingari
Teatro Elfo Puccini
Corso Buenos Aires 33, Milano
Fino al 27 novembre 2011