di Roberto Zadik
Theodor Herzl, il sognatore che divenne promotore del “Sionismo Moderno”, è il protagonista di una serie tv firmata da Ori Elon, l’ideatore della fortunata serie Shtisel dedicata al mondo ortodosso in Israele
“I maccabei risorgeranno e gli ebrei che desiderano uno Stato lo avranno”. Con queste parole profetiche e emozionanti, contenute nel suo testo più famoso Der Judenstaat (Lo Stato ebraico), il carismatico giornalista, avvocato ed attivista politico Theodor Herzl prevedeva nel 1896 la nascita del futuro Stato ebraico, inaugurando l’idea di Sionismo Moderno.
Ora la sua tumultuosa e breve esistenza, degna del migliore romanzo mitteleuropeo ottocentesco, diventerà una serie tv che verrà realizzata, in questi mesi, da Ori Elon ideatore di Shtisel, clamoroso successo che ha svelato al grande pubblico il mondo ortodosso israeliano. La notizia è stata diffusa, lo scorso 22 agosto, da una serie di siti, primo fra tutti il Times of Israel con un articolo di Philissa Cramer, che ha evidenziato come i dettagli sulla nuova produzione scarseggino e che attualmente il progetto finanziato, a quanto pare, dalla filantropa e importante legale israeliana Inbar Nacht sia solo “in fase iniziale”. La filantropa, nota per le sue iniziative umanitarie, come il sostegno a numerosi artisti israeliani durante la pandemia ed il suo impegno nell’aiutare centinaia di persone nella fuga dall’Afganistan dopo la vittoria dei Talebani, mantiene assoluto riserbo sia su chi sarà il regista, sia da chi sarà composto il cast di attori.
Grande mistero riguardo a questa sua nuova avventura che, a quanto pare, verrà trasmessa in streaming in questi mesi. Certamente Herzl, con la sua tenace e idealistica personalità, sembra essere il personaggio ideale per una serie tv di successo. Vissuto solo quarantaquattro anni, essendo nato il 2 maggio 1860 nella Budapest dominata dall’Impero Austro-Ungarico, da famiglia ebraica colta, laica e assimilata, fu un ardente sostenitore della cultura e della lingua tedesca ed ebbe una vita estremamente travagliata.
Laureatosi in Giurisprudenza, dopo la morte della sorella Theodor Herzl si trasferì a Vienna che divenne la sua città d’adozione. In quella città si dedicò alla sua passione per il giornalismo e la letteratura e, successivamente, negli ultimi dieci anni della sua vita, si trasformò in un infaticabile promotore del “sogno sionista” scrivendo anche il libro Lo Stato ebraico, passato alla storia come pilastro del Sionismo moderno. Egli divenne fondatore del giornale sionista Die Welt (Il Mondo) e, successivamente, nel 1897 organizzò a Basilea il Primo Congresso Sionista, venendo in seguito eletto come suo presidente.
Una figura fascinosa e complessa, tormentata da vicissitudini storiche e da idee contraddittorie e discutibili, come l’idea che gli ebrei dovessero omologarsi alla cultura dominante, fino alla presa di coscienza, negli ultimi dieci anni della sua vita che, visto il dilagante antisemitismo che dilaniava l’Europa, dai pogrom al Caso Dreyfus che seguì quando era corrispondente da Parigi, l’unica soluzione fosse la fuga degli ebrei nella Terra Promessa.
Eppure, come ha evidenziato il Times of Israel, fino alla nuova idea di Ori Elon, nessuna serie tv o film gli erano mai stati dedicati in più di cent’anni. Unica eccezione il film muto austriaco, girato nel 1921, Herzl il leader del popolo ebraico che però venne totalmente dimenticato. Chissà cosa racconterà la nuova serie, se si soffermerà sul suo incessante impegno politico e intellettuale, se accennerà alla sua vita privata, essendo sposato con la facoltosa ebrea austriaca Julie Naschauer e padre di tre figlie e se illustrerà la sua tragica fine.
Herzl morì a soli 44 anni, il 3 luglio 1904, e sorprendentemente al suo funerale non si tennero discorsi o particolari commemorazioni della sua figura storica. Sicuramente la sua idea gli sopravvisse lungamente e lo dimostra questa serie tv che, secondo l’articolo di Ben Bloch sul sito The Jewish Chronicle, è stata realizzata consultando una lunga serie di lettere e diari. Come giornalista e lucido osservatore fu testimone del virulento antisemitismo dell’epoca, dal caso Dreyfus, sconvolgente vicenda del capitano dell’esercito francese accusato di essere spia dei tedeschi, così come le folle inferocite dall’odio antiebraico. Furono questi drammatici episodi a spingerlo a promuovere strenuamente il ritorno ebraico a Sion e a visitare Gerusalemme per la prima volta nel 1898 morendo quarantaquattro anni prima della nascita dello Stato d’Israele.