Personale di Giovanni Bonaldi a Venezia.
Tikkun, “Restaurazione”, è il titolo che il bergamasco Giovanni Bonaldi ha scelto per la sua duplice esposizione veneziana, in corso nelle due sedi di Scalamata Gallery e Françoise Calcagno Art Studio.
Secondo la tradizione cabalistica che fa capo ad Isaac Luria, “Tikkun” è la fase in cui all’essere umano spetta la ricostruzione del mondo frantumato e disperso dopo la Shevirah ha-kelim, la “rottura dei vasi”: una catastrofe avvenuta per disarmonia tra gli elementi che causa una caotica espansione dell’energia della Creazione. Questa immane crisi genera potenze negative che precipitano verso il basso, mescolate ai cocci, “kelippot”, dei vasi spezzati, e nel mondo nulla rester simile a prima.
Bonaldi, che ha già realizzato lavori conseguiti a studi e sperimentazioni nel contesto filosofico (ha esposto, fra l’altro alla Rocca Sforzesca di Soncino ed al Museo Ebraico di Bologna e di Casale Monferrato), recupera nel proprio lavoro la concezione luriana e la struttura delle Sephiroth, le emanazioni del soffio creatore divino, per elaborare un tentativo di ricostruzione che restituisca alle cose, ai volti, ai paesaggi dignità, coerenza e armonia. L’artista utilizza disegni, oli, acrilici, modellini, installazioni e due video: 72 lavori complessivi distribuiti su due spazi espositivi situati, non a caso, nell’affascinante scenario del Ghetto ebraico veneziano.
L’arte di Bonaldi, pur restando concettuale e rifacendosi al readymade duchampiano, lascia spazio sia ad un disegno d’impronta antica, curato e nitido nei particolari, come all’esplosione cromatica di oli ed acrilici di sicuro impatto visivo.
Simbolo della sua raffinata ricerca, si evidenzia via via la lettera “lamed” dell’alfabeto ebraico, analizzata nei suoi aspetti estetici e contenutistici, e da qui parte il suo Tikkun veneziano: un progetto rigoroso e coinvolgente sul significato dell’impegno umano e sul valore etico dell’azione.
Giovanni Bonaldi è nato a Serina (Bergamo) nel 1965 e si è diplomato al NABA di Milano. Monica Mazzoleni, autrice dei due video dedicati a Bonaldi e presentati
nella mostra, ha sviluppato a Parigi un percorso di ricerca nel teatro-danza ed ha collaborato con l’Accademia Carrara e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
L’evento, curato da Francesca Brandes, è accompagnato da un ricco catalogo
edito da Silvana Editoriale, con testi della stessa Brandes, di Rav
Elia Richetti, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Venezia, di David
Pavoncello e di Elio Carmi.
Fino al 20 febbraio 2008
Francoise Calcagno Art Studio, Campo del Ghetto Nuovo 2918 Venezia
ScalaMata Gallery, Calle del Ghetto Vecchio 1236 Venezia