I personaggi della serie Netflix 'Unorthodox'

“Unorthodox”, su Netflix un viaggio alla scoperta del quartiere dei chassidim di Williamsburg, con tanto yiddish

Spettacolo

di Michael Soncin
“Unorthodox” è una serie ambientata a Williamsburg, un quartiere di Brooklyn, all’interno della città di New York, nella comunità chassidica chiamata Satmar, nome che trae origine dalla città Ungherese, da cui provenivano gli attuali membri. Quasi tutti i componenti sono i discendenti dei sopravvissuti alla Shoah, che si sono trasferiti negli Stati Uniti al termine della guerra.

Uno dei punti senza dubbio incredibili di questa serie, appena uscita su Netflix, risiede nel fatto che è stata girata in yiddish. Scelta insolita e preziosa per una lingua parlata oggi da una piccola cerchia di persone, poiché la comunità che la parlava fu quasi completamente eliminata durante il secondo conflitto mondiale nella Shoah.

Una serie che dà libero accesso a “tradizioni e rituali che nessuno capisce, ma l’essenza degli eventi ha un valore universale”, come afferma Deborah Feldman, l’autrice del libro Unorthodox (da cui trae ispirazione l’omonima serie), che è un racconto autobiografico sulla sua personale esperienza nella comunità hassidica, dalla quale proveniva, ricca di precetti da osservare, spesso estranei e incomprensibili a un non ebreo.

Esther Schwartz, una delle protagoniste, è interpretata da Shira Haas ormai celebre attrice israeliana (indimenticabile la sua interpretazione in un’altra serie di Netflix sul mondo ortodosso, Shtisel) che sposerà giovanissima Yanky Shapiro, ruolo impersonato dall’attore Amit Rahav, originario di Tel Aviv, un talento da tener d’occhio.

“Esty” non sarà felice nel suo ruolo di sposa. Ma non sono  tanto i dettami che caratterizzano la vita di una donna ebrea ultra ortodossa a costituire un problema;  soprattutto le pesa l’invadenza della suocera, che le impedisce di fatto di affrontare le difficoltà matrimoniali con un confronto intimo con il proprio marito, completamente succube della madre. Ed è così che Esty decide di fuggire a Berlino.

Il bozzetto degli abiti maschili per “Unorthodox”

Quale sarà la scintilla che metterà in atto la fuga da Williamsburg? Forse è più di una. Suo marito è un uomo dolce e sensibile, dall’ingenuità disarmante, che le permetterà di studiare pianoforte, attività solitamente non praticata da una giovane sposa come lei. Lui è un chassid, uno di quelli che porta lo Shtreimel (traslitterato dallo yiddish שטרײַמל), tipico copricapo indossato dagli uomini ebrei, in particolare nell’Europa Orientale. Lei come tutte le donne sposate indossa la parrucca.

Una volta a Berlino, scoprirà una città che si rivelerà piena di vivaci sorprese e amari ricordi, venendo a contatto con la tipica diversità che spicca nella capitale tedesca, come il suo gruppo di nuovi amici, così diversi e così tra loro uniti. Esty sarà per loro una sorpresa talmente improvvisa, da farli sentire alquanto impreparati ad accoglierla nel giusto modo. Un’iniziale inabilità, la loro, dagli sguardi facilmente intellegibili. Le difficoltà per lei saranno molte in questa nuova dimensione, ma dimostrerà subito gran capacità e voglia d’integrazione.

Guardando Unorthodox, si noterà l’attenzione per i dettagli (vedere sopra e sotto i bozzetti per i costumi) grazie anche a persone appartenenti a quel mondo che hanno partecipato alla realizzazione, un particolare che esplora la dimensione organicistica ma anche psicologica dell’ambiente, dove viene toccato il tema dell’essere ebrei nella Germania del ventunesimo secolo.

Diretto da Maria Schrader, scritto da Anna Wigner e Alexa Karolinski, è una storia suddivisa in quattro intensi episodi.

Il bozzetto degli abiti femminili per “Unorthodox”