La vita e la morte nel lager nazista di Sachsenhausen, alle porte di Berlino, sono al centro della nuova mostra in 51 sezioni, che è stata aperta in coincidenza con l’anniversario della liberazione da parte dell’Armata Rossa il 20 aprile 1945. Si chiama Cucina dei detenuti, e sorge nel luogo dove si trovavano i pentoloni da 1000 litri nei quali veniva preparata la minestra vegetale con le patate e le carote sbucciate nei sottostanti scantinati, anch’essi parte del museo.
La parte della dedicata alla vita comprendente anche i disegni sulle pareti realizzati dai detenuti (tra essi anche 640 internati italiani). Questi disegni dovevano essere certamente autorizzatie dai sorveglianti, senza il consenso dei quali sarebbe stato impossibile agli sconosciuti artisti dipingere fiori rossi e blu e gialli, ora conservati e visibili sotto vetro.
Una seconda sezione riguarda la morte. In questa è esposta la forca originale del lager di Sachsenhausen, il carretto per portare via i cadaveri, le pallottole usate dalle Ss a febbraio 1945 per uccidere in due giorni di fucilazioni più di 1300 prigionieri ebrei, prima di abbandonare il campo. E anche presentato il libro della memoria del campo di concentramento con i nomi di circa 20.500 persone morte.
E’ frutto di anni di ricerche basate sui documenti lasciati dalle Ss negli uffici del comandante del lager e sequestrati dall’ Armata Rossa. Solo negli ultimi anni una copia, proveniente sia da archivi della Federazione russa sia da altri ex sovietici, è stata fornita anche a istituzioni occidentali come il Public Record Office di Washington e lo Yad Vashem. Linsieme della mostra riguarda il campo di concentramento di Sachsenhausen per gli anni 1936-1945.