“We Were the Lucky Ones”: l’adattamento televisivo sulla Shoah tratto del bestseller di Georgia Hunter conquista l’America

Spettacolo

di Pietro Baragiola
Una nuova serie tv sull’Olocausto sta conquistando i cuori del pubblico americano: si tratta di We Were the Lucky Ones, la limited series basata sull’omonimo romanzo della scrittrice Georgia Hunter.

Hunter aveva 15 anni quando, per un progetto scolastico, venne a scoprire delle sue radici ebraiche. “Un’insegnante di inglese ci disse di intervistare un nostro famigliare per imparare qualcosa sulle nostre origini e su noi stessi” ha spiegato Hunter durante un’intervista per il Jewish Telegraphic Agency (JTA). “Sono andata a casa di mia nonna Caroline e lei mi raccontò la storia di mio nonno, mancato da poco più di un anno. Fu un pomeriggio indimenticabile.”

Durante questo incontro Hunter scoprì che suo nonno, Addy Kurc, era un ebreo originario di Radom, in Polonia, ed era uno dei sopravvissuti all’Olocausto.

Quello che era partito come un semplice progetto scolastico spinse Hunter a viaggiare in tutto il mondo tra Stati Uniti, Francia, Italia e Brasile per ricostruire la storia della sua famiglia che aveva attraversato ben cinque continenti, affrontando sei anni di clandestinità, prigionia ed esilio, prima della fine della guerra.

Il materiale raccolto è la base del romanzo We Were the Lucky Ones che Hunter pubblicò nel 2017 e che divenne velocemente uno dei best seller del New York Times con oltre un milione di copie vendute in tutto il mondo.

Presto la serie attirò l’attenzione della produttrice ebrea americana Erica Lipez (The Morning Show) che decise di adattarlo per il piccolo schermo. “Ho sempre desiderato scrivere un progetto sull’Olocausto e capii subito che la storia di questa famiglia mi avrebbe permesso di analizzarlo sotto una chiave diversa” ha affermato Lipez che scelse Hunter come co-produttrice del progetto.

La serie, composta da attori eccezionali come Logan Lerman (Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo) nel ruolo di Addy Kurc e Joey King (The Kissing Booth) in quello della sorella Halina, ha debuttato il 28 marzo sulla piattaforma streaming americana Hulu con i primi tre episodi.

Il suo arrivo in Europa è previsto nei prossimi mesi su Disney Plus.

La copertina del libro e a destra l’autrice Georgia Hunter

Trama

Siamo nel 1938 a Radom, in Polonia, e i coniugi Kurc, Sol (Lior Ashkenazi) e Nechuma (Robin Weigert), sono pronti ad accogliere a casa il figlio Addy, compositore di Parigi, tornato per festeggiare la Pasqua ebraica.

Insieme a loro ci sono i quattro fratelli e sorelle di Addy: Genek (Henry-Lloyd Hughes) e Jakob (Amit Rahav), giovani avvocati; Mila (Hadas Yaron), incinta della sua prima figlia; Halina, desiderosa di trovare la sua strada nella vita.

Questa confortevole esistenza viene messa sottosopra dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e dall’invasione di Hitler della Polonia, portando così i membri della famiglia Kurc a disperdersi in tutto il mondo, ognuno costretto ad affrontare le proprie peripezie: Sol e Nechuma dopo aver lavorato in fabbrica si nascondono nella campagna polacca; Addy fugge in Brasile e deve affrontare la detenzione a Dakar, controllata dalla Francia di Vichy; Genek e sua moglie finiscono in un campo di lavoro sovietico in Siberia finché lui non si arruola nell’esercito polacco che li porta in Palestina; Mila nasconde la figlia in un convento a Varsavia e Halina, dopo essersi unita alla resistenza antinazista, usa una falsa identità per sfuggire alle torture della prigione di Montelupich a Cracovia.

Ciascuno degli otto episodi della serie prende il nome del luogo da cui un membro della famiglia deve fuggire in questo coinvolgente racconto di migrazione e persecuzione dove i Kurc affrontano esilio, umiliazioni, lavori forzati e aggressioni prima ancora che vengano a sapere della sorte degli ebrei nelle camere a gas.

“Credo che questa sia un’opportunità per riflettere davvero sugli anni che hanno preceduto la Soluzione Finale e per mostrare, attraverso la lente intima di questa famiglia, i pericoli e i comportamenti antisemiti nati nelle singole comunità” ha detto Lipez.

 

La fortuna dei Kurc

La fortuna è il tema principale dell’intera vicenda: la fortuna di sopravvivere e di riunirsi, ma anche la possibilità di creare nuove vite e famiglie lontane dal passato.

Lo stesso nonno di Hunter, arrivato negli Stati Uniti dopo la guerra, si ribattezzò Eddi Courts da Addy Kurc con l’intenzione di iniziare un nuovo capitolo e proteggere i propri figli dal suo passato tormentato.

C’è anche un’evidente ironia nel termine “fortunati”, dato che ogni membro della famiglia ha affrontato il proprio inferno personale per sopravvivere alla guerra.

L’attrice Joey King ha detto che è proprio il concetto di ritenersi fortunati nonostante le circostanze ad averle reso interessante interpretare il ruolo della giovane Halina Kurc. “Dopo aver letto quello che hanno dovuto subire, definirli fortunati è un controsenso ma sono sopravvissuti, hanno avuto amore nella propria vita e per questo si sono sempre considerati fortunati. Un esempio da ammirare” ha spiegato King.

Conoscere la loro storia ha anche avvicinato l’autrice a sé stessa e alla propria identità ebraica. “Sento che mi si sono aperti gli occhi su alcune parti di me che sono sempre state presenti ma che non riuscivo a definire: sia nel gene della testardaggine che nel non accettare mai un no come risposta o nel coraggio di partire e completare questo progetto a cui mi sono dedicata per ben nove anni” ha affermato Hunter. “Oggi vedo molto di me stessa in mio nonno e nelle storie dei miei famigliari.”