Gitai a Venezia: Non per una vacanza ma al Festival con la vita di Rabin

Taccuino

di Roberto Zadik

Polemico ma stimolante, Amos Gitai è il regista più famoso all’estero del cinema israeliano e ogni volta che sforna un film scatena sempre dibattiti, emozioni e riflessioni. Me lo ricordo con la sua espressione sorniona al Festival “Jewish and the City” e la sua intervista e il cortometraggio “The book of Amos” mi avevano molto colpito.

Sempre attivo, prolifico e originale, il cineasta israeliano,55 anni il prossimo 11 ottobre, Bilancia, arriva ora sul Lido di Venezia al Festival con il suo nuovissimo “Last Day” biografia del Primo Ministro israeliano Yitzhak Rabin. Chissà come sarà questa sua ultima fatica? Dissacrante e acidissimo come “Kadosh” ritratto di una famiglia di ebrei ortodossi, doloroso e antimilitarista come “Kippur” sulla guerra del 1973 scoppiata quando i palestinesi attaccarono di sorpresa Israele nel giorno più santo dell’anno, il digiuno solenne dello Yom Kippur oppure onirico e poetico come “Kedma”? Staremo a vedere perché con Gitai le sorprese non mancano mai, quello che è sicuro è che questo cineasta non lascia indifferenti e che riflette ogni volta sulla storia di Israele in maniera inedita e a volte spiazzante.

Rabin è stato una figura politica e umana estremamente importante, coraggiosa e complessa, generale dell’esercito  e uomo di pace, noto per il suo carattere difficile ma capace di gesti di grande umanità.  Ucciso a 73 anni, il 4 novembre del 1995 dalla follia dell’estremista Yigal Amir, Gemelli ascendente Acquario, a colpi di pistola mentre stava cantando “Shir ha Shalom” (un canto di pace) in una Tel Aviv emozionata e partecipe. Ricordo ancora il discorso commosso di Clinton che al funerale in lacrime lo salutò dicendo “shalom chaver” (ciao, amico) e la stretta di mano alla Casa Bianca al nemico di sempre Yasser Arafat.

Ebbene ora tocca a questa pellicola riassumerne la biografia partendo, come dice il titolo dal suo ultimo giorno quel tragico 4 novembre di vent’anni fa. La pellicola, a quanto pare si concentra sia sul lato umano di Rabin che sulle conseguenze dell’omicidio in Israele nella società e politicamente. Figlio di un architetto tedesco e di una madre israeliana di origini russe, Gitai, è un personaggio versatile, architetto e sceneggiatore ha girato diversi documentari per poi cominciare la sua carriera cinematografica negli anni Settanta. Per questo film fra gli attori, il regista ha coinvolto un cast voluminoso composto da una settantina di interpreti fra cui spiccano l’ex calciatore Mordechai Spiegler nella difficile parte di Yitzchak Rabin, Yogev Yefet, nei panni dell’assassino, il colono Yigal Amir e Yael Abecassis già apparsa in “Kadosh”.