Il grande Spielberg compie 70 anni e torna con il nuovo fantasy “GGG-Il gigante gentile”

Taccuino

di Roberto Zadik

Lo scorso 4 dicembre questo mio blog ha compiuto due anni e non c’era modo migliore per festeggiarlo che ricordare una figura fondamentale del cinema ebraico contemporaneo come il bravissimo Steven Spielberg che lo scorso 18 dicembre ha compiuto 70 anni, Sagittario ascendente Cancro e che sta per uscire nei nostri cinema col suo ultimo film “GGG-Il Gigante Gentile”. Ovviamente ne hanno parlato tutti, anche i sassi, i panettoni della sosta, gli oggetti e io volevo invece si concentrarmi sul film ma ricordare anche e soprattutto, la carriera, il carattere, lo spessore ebraico e umano di questo cineasta contemporaneo.

La nuova fatica rappresenta innanzitutto un ritorno al genere di fantasia, alla fiaba e al sogno che tanto l’ha caratterizzato in due bei lavori come “E.T.”, “Jurassic Park” e lo stravagante “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Seguendo la sua passione per questo genere ha prodotto negli anni ’80 pellicole come “I goonies” e “I Gremlins” diventando collaboratore del creatore di “Guerre Stellari” George Lucas. Animo inquieto e versatile, come il suo amico, collega e correligionario Stanley Kubrick, Leone ascendente Scorpione e pochi altri, ha continuato in quasi mezzo secolo di carriera, ha cominciato con l’esistenziale “Duel” del 1971, a cambiare genere, atmosfere e trame rivelando una fantasia e una creatività davvero uniche e passando dall’intrattenimento, alla profondità, alla denuncia sociale. Ebbene, a 70 anni non si ferma mai e ora arriva, il prossimo 30 dicembre, nei nostri cinema italiani, con una bella storia, a tratti commovente, come  questo “GGG-Il Gigante Gentile” una favola di altri tempi che ricorda Andersen e LaFontaine o “La storia infinita”. Tratto dal romanzo di Road Dahl del 1982 la storia tratta di un Gigante Buono e in controtendenza ad altri spietati e cannibali che vive nel Paese dei Giganti e mangia solo verdure comportandosi pacificamente e bonariamente con tutti. Un giorno conosce una bambina di nome Sophie che diventerà la sua inseparabile amica che sfiderà assieme a lui, il Male e la cattiveria circostante con la forza della bontà e della gentilezza spiegando alle persone il potere dell’altruismo e dell’immaginazione.

Pellicola candida e idealista, essa rivela il lato sognatore del grande Spielberg e si adatta perfettamente ai tempi tormentati e violenti che specialmente da due anni stiamo vivendo con terrorismo, violenza e fanatismo. Interpretato da attori teatrali britannici professionisti come Mark Rylance già protagonista  ne “Il ponte delle spie” assieme al bravissimo Tom Hanks  che con Spileberg aveva girato “The Terminal”, il film si preannuncia emozionante e a modo suo molto attuale come diverse fiabe del passato. A  un certo punto della trama, il Gigante e la bambina, e questa coppia ricorda una canzone di Ron, contatteranno nientemeno che la Regina d’Inghilterra per una minaccia che incombe sul  mondo. Idealista, speranzoso e pervaso da profondo senso di giustizia, questi temi caratterizzano la personalità e il cinema di questo cineasta ebreo americano nato a Cincinnati il 18 dicembre 1946 da una agiata famiglia religiosa di origini ucraine, proveniente da Odessa. Coerentemente allo spirito di questo mio canale dedicato a scrittori, registi e musicisti ebrei di oggi, parliamo un po’ dell’ebraicità di Spielberg. Riservato e schivo, fino a uno dei suoi capolavori “La lista di Schindler” che secondo me è uno dei film più toccanti e riusciti sulla Shoah, il regista non aveva mai affrontato apertamente la propria identità.

Recentemente in un’intervista uscita qualche mese fa su Haaretz, ha rivelato di aver nascosto la propria ebraicità ai suoi vicini e amici quando era adolescente e di aver sofferto di bullismo e di antisemitismo nella sua infanzia venendo picchiato e vessato dai suoi compagni di scuola negli anni ’50 perché era l’unico ebreo del suo quartiere. Probabilmente per questo motivo, nei suoi film, tranne che ne “I predatori dell’Arca Perduta” in cui Indiana Jones, interpretato dal bravo e bello Harrison Ford, si batte contro i nazisti, Spielberg non parlò mai di ebrei o di ebraismo concentrandosi sulla fantascienza, ha diretto anche altri film interessanti come “A.I Intelligenza Artificiale” scritto da Kubrick che però morì nel 1999 e “Minority Report” con Tom Cruise piuttosto che su importanti film civili e contro il razzismo come il lunghissimo “Il colore viola” e su film storici come “L’impero del sole”.

Sposatosi due volte, la prima con l’attrice Amy Irving, di padre ebreo e con Kate Capshaw convertitasi all’ebraismo, da cui avuto sette figli, alcuni dei quali adottivi, il regista ha sempre nutrito un forte sentimento ebraico anche se come ha detto a Haaretz “le violenze che ho subito mi hanno molto segnato. Certo nulla di paragonabile a quello che la mia famiglia ha passato. Pensavamo che l’antisemitismo stesse sparendo ma ci sbagliavamo di grosso e negli ultimi due anni circa 20mila ebrei hanno lasciato l’Europa”. Aperto e liberale, di chiare simpatie democratiche, dagli anni ’90 Spielberg ha avuto un ritorno alle sue radici , dopo un lungo periodo di allontanamento nonostante fosse cresciuto in un ambiente religioso. A questo proposito mentre stava girando la pellicola su Oskar Schindler ha fondato la Shoah Foundation impegnandosi fortemente sul tema della Memoria raccogliendo, secondo le stime ufficiali, più di 63mila testimonianze di sopravvissuti alla Shoah da vari paesi del mondo. Regista molto laborioso, dinamico e sempre attivo con nuove iniziative, amico di varie personalità importanti, oltre a Kubrick con cui intratteneva lunghe conversazioni telefoniche anche notturne, conobbe e strinse rapporti con Billy Wilder, Francois Truffaut, Kirk Douglas o l’attrice Gwyneth Palthrow. Generoso e altruista, alla continua ricerca di stimoli e novità ha diretto anche due commedie, come uno dei suoi primi lavori “1941-Allarme a Hollywood” del 1978 con il grande e eccessivo cabarettista e comico John Belushi morto a 33 anni nel 1982 e “Prova a prendermi” con Leonardo Di Caprio anche se i suoi generi di punta sono fantascienza, avventura e dramma, bellissimo anche “Lo squalo” uno dei suoi più grandi successi di pubblico. Insomma dopo una vita vissuta in grande stile ma sempre con umiltà e autoironia, Spielberg che ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti, è pronto a tornare sulla scena e a far parlare di sé e del suo enorme talento.