Risate ebraiche? Ricordo di due icone: Mel Brooks e Groucho Marx

Taccuino

di Roberto Zadik

Dopo la letteratura con Wiesel e Singer, in questo mio blog, ho pensato di tornare al cinema e alla mia passione per le battute e l’umorismo, ricordando due straordinari comici come Mel Brooks, che lo scorso 28 giugno (Cancro ascendente Vergine), ha compiuto 90 anni e il raffinato e spiritoso, Groucho Marx (Bilancia ascendente Scorpione), che scompariva 86enne il 19 agosto del 1977, quasi 40 anni fa. Mi sono sempre chiesto cosa fosse il cosiddetto “umorismo ebraico” e quali fossero le sue peculiarità e anni fa, quando ero più giovane, avevo condotto una serata su questo argomento.

In Italia il caso più famoso di intrattenitore ebraico è sicuramente Woody Allen col suo cinema intellettuale, ricercato, cervellotico e colto e in Francia da diversi anni, il comico ebreo marocchino, da parte sefardita, spopola riempiendo i teatri e intrattenendo il pubblico con film e monologhi. Contrariamente alla vena sofisticata e esistenziale Allen, esponenti di una comicità più spensierata e all’americana, sicuramente sono Melvin Kaminsky, vero nome di Brooks e Groucho Marx, mente creativa dei celebri Fratelli, Harpo, Chico e Zeppo, protagonisti di una serie di film memorabili come “La Guerra Lampo” considerato da molti il loro capolavoro. In questo articolo, intendo ricordare questi due intrattenitori, cabarettisti e registi, che rivelano curiose affinità fra di loro e numerose differenze. Autoironici, col gusto del paradosso e del “Witz” la battuta di spirito in yiddish e una fantasia sbrigliata e prolifica, Brooks e Marx diventarono celebri per la loro creatività e per una vita privata molto movimentata.

Cominciando da Mel Brooks, il brillante attore e regista newyorchese, ha iniziato negli anni ’70  raggiungendo  la fama grazie a capolavori del cinema demenziale come “Frankenstein Jr” del 1976 con la coppia affiatata Gene Wilder-Marty Feldman, e “La pazza storia del mondo” parodia di vari fasi e personaggi storici della quale girò solo la prima parte fermandosi alla Rivoluzione Francese. Il comico ha sfornato un gran numero di pellicole, apparendo in molte di esse anche come attore, nella “Pazza storia” impersona nientemeno che Mosè, passando da ottimi prodotti a materiale decisamente modesto. Simbolo, assieme a Jerry Lewis e a Peter Sellers, di una comicità sgangherata e parodistica, l’attore e regista, di origine ebreo polacca e ucraina,  è uno dei maestri del cosiddetto “cinema demenziale” che ha conosciuto grande successo coi Fratelli Zucker, nella saga de “La pallottola spuntata” e “L’aereo più pazzo del mondo” e in commedie contemporanee con Ben Stiller come “Tutti pazzi per Mary”, Jim Carrey o la serie “Austin Powers” con Mike Myers.

Irriverente, originale e scatenato, Mel Brooks, prima di esordire nella comicità rivelandosi, come dotato cabarettista, ha fatto vari mestieri, diventando un valoroso soldato dell’esercito e suonando come batterista in una band e ha sposato in seconde nozze, la bella Anne Bancroft attrice di origine italiana, vero nome Anna Maria Italiano, protagonista del leggendario film “Il laureato” con Dustin Hoffman. Amico intimo del collega e correligionario Gene Wilder, Brooks lavorò con lui in diversi film, molto divertente“Per favore non toccate le vecchiette”, realizzando godibili parodie di pellicole molto serie firmate da grandi maestri del cinema, da Lubitch a Frank Capra a Hitchcock.

Sono passati alla storia lo straordinario “Mezzogiorno e mezzo di Fuoco” satira del celebre western, “Alta tensione” presa in giro dei gialli di Hitchcock e la satira di un “cult” della fantascienza come “Guerre stellari” di George Lucas che è diventato  uno dei suoi film più riusciti “Balle spaziali” del 1987 con Rick Moranis. Il suo meglio, come il concittadino newyorchese, Woody Allen , Brooks, l’ha dato negli anni ’70, perdendosi un po’ fra gli anni ’80 e gli anni ’90 e sfornando produzioni decisamente meno brillanti degli inizi come “Robin Hood-Un uomo in calzamaglia” o “Il silenzio dei prosciutti” rifacimento ironico de “Il silenzio degli innocenti” recitato in coppia con Ezio Greggio. Brooks nella sua lunga e gloriosa carriera, non è stato solo regista e attore, come Woody Allen, Chaplin o Alfred Hitchcock o Truffaut, ma anche produttore di grandi film come “Elephant Man” di David Lynch e “La mosca” avvincente horror del regista ebreo canadese David Cronenberg. Notevole anche la satira del nazismo “The producers” scritto da Brooks alla fine degli anni ‘60 che divenne un musical e un acclamato spettacolo teatrale.

Passando alla comicità di Groucho Marx, invece, ci sono diverse comunanze con Brooks ma tante sono le differenze., Fra le somiglianze la parodia, i riferimenti al cinema, l’autoironia e un mix di brillantezza e insicurezza. I Fratelli Marx, però sono di tutt’altra epoca e contesto storico-sociale e raggiunsero la massima celebrità fra gli anni 20’ e il decennio successivo. Prima degli orrori della Shoah, quasi in contemporanea dell’arguto Charlie Chaplin che come lui portava occhiali e baffetti, Marx assieme ai suoi fratelli,  raggiunse il successo prima col teatro, poi col cabaret e infine col cinema. Era un tipo eccentrico e colto nonostante la prematura interruzione scolastica, avido lettore e istrione teatrale che cominciò sui palchi di Broadway negli anni 10’ del Novecento per poi debuttare nel mondo della scrittura, del giornalismo e della sceneggiatura scrivendo copioni, spettacoli, numeri dal vivo e una spassosa raccolta di lettere e aforismi. I suoi film ispirarono e divertirono tanta gente e grandi rockstar come Freddie Mercury leader dei Queen che era un suo fan  chiamò tre degli album dei Queen coi titoli dei suoi film, come “A night at the Opera”, “A day at the races” e “News of the world”, ebbero grande successo.  Il film campione d’incassi dei Fratelli fu “La guerra Lampo”satira velata ma non troppo dell’ascesa al potere di Hitler, come nel ben più riuscito “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin .

Esponente di punta di una comicità surreale e tendente al gioco di parole e al nonsense, caratteristica di molto umorismo ebraico americano ashkenazita, si pensi ai monologhi del bravo Billy Crystal e al primo Woody Allen e allo stesso Mel Brooks, Groucho Marx ora è stato molto dimenticato specialmente dalle giovani generazioni. Fino agli anni ’60 egli si fece notare per la sua incredibile verve umoristica e le divertenti interviste e apparizioni radiofoniche e sulla copertina dell’album “Sgt Pepper” dei Beatles fra le icone del Novecento c’è anche lui. Poi negli anni ’70, il lento declino, fino alla sua morte nel 1977 due giorni dopo il grande Elvis Presley e poco dopo Chaplin a 86 anni. In questo blog, tengo molto alle biografie di grandi personaggi del mondo ebraico e ho  voluto ricordare Marx e Brooks anime inquiete e stravaganti e rappresentanti di punta di quello humour ebraico demenziale e al tempo stesso acutissimo che ha espresso sofferenza e insicurezza col divertimento e la leggerezza della satira e della parodia e l’arte non comune e preziosa di ridere delle proprie fragilità.