di Michael Soncin
La pandemia non è ancora terminata ed Israele è stato il primo paese a decidere per un nuovo lockdown. Mai come ora le innovazioni nel campo della tecnologia israeliana al servizio della medicina si sono rilevate di estrema utilità. L’argomento in questione è stato oggetto di discussione nel mese di settembre durante l’edizione 2020 della Giornata Europea della Cultura Ebraica, all’interno del ciclo di conferenze Medicina e Scienza, organizzate dalla Comunità Ebraica di Milano. La tecnologia israeliana in ambito medico è stata il secondo dei tre interventi dedicati alla scienza. Introdotto da Luciano Bassani e Alessandro Finicelli, ha visto la partecipazione di Jonathan Hadar, ministro per l’economia e il commercio tra Italia e Israele e di Angela W. Rabinovich, Dir. del Dip. Life Science (Israel Export Institute).
La qualità dei numerosi centri di ricerca in Israele è una speranza per il futuro
«Israele – afferma Bassani – cuore pulsante dell’innovazione del digital health è sede di oltre 450 startup e aziende che promuovono innovazioni personalizzate, come l’analisi della salute e la telemedicina. Investimenti che negli ultimi tre anni si aggirano attorno a 800 milioni di dollari. Un paese che funge da incubatore di startup per le multinazionali, tra cui Teva, GE Healthcare, Johnson & Johnson, Philips, Takeda e tante altre».
Qual è il segreto di cosi tanta innovazione? Non lavorare a compartimenti stagni ma unire le proprie differenti competenze, in tal modo, nuove idee e nuove proposte possono nascere più facilmente e con maggiore fluidità. Bassani spiega per l’appunto che il dinamismo degli imprenditori israeliani nel campo del digital health è accompagnato dall’impegno del governo israeliano nel sostenere la digitalizzazione della sanità a fianco di numerosi progetti il cui obiettivo è di sfruttare i big data per consentire nuovi progressi nella medicina personalizzata, visti i costi sanitari molti alti, l’invecchiamento della popolazione globale e le proiezioni per l’aumento dei tassi di malattie croniche e pandemie.
«Siamo in fase di una pandemia che è stata ed è tuttora devastante e ci ha trovato impreparati. Sono anni che io come medico, parlavo assieme a numerosi medici israeliani della possibilità di fare la telemedicina, per curare la gente a casa, senza mandare gli anziani e i malati cronici in ospedale, che dev’esser un centro di eccellenza per l’acuto. Il cronico va curato da casa, come si fa in Israele», ha dichiarato Bassani.
“Nessuno ci ha ascoltato in questi anni, ridevano, e ci guardavano perplessi perché pensavano parlassimo di fantascienza, ma la realtà è poi venuta fuori”.
L’efficiente organizzazione della sanità israeliana
“La capacità d’integrazione tecnologica è ciò che differenzia Israele dagli altri paesi, ci sono molte nazioni dove possiamo trovare una situazione analoga, però qui riusciamo a prendere queste tecnologie e integrarle a livello di servizi pubblici e statali, cosa unica al mondo, insieme alla capacità di aver ridotto i costi”, ha detto Jonathan Hadar.
Il ministro Hadar ha poi parlato dei tre pilastri fondamentali, che hanno reso Israele nel campo sanitario ciò che è oggi.
– Il primo riguarda la brillante organizzazione, avvenuta anche ottimizzando i servizi a livello di comunità, cosa che si è cercata di fare pure in Italia. Israele a differenza si trova in vantaggio poiché cominciò dall’anno della fondazione.
– Il secondo punto risiede nell’ottima infrastruttura a livello di medici e presidi, perché bisogna aver poi la possibilità d’implementare ciò di cui si è scoperto. Molti paesi del terzo mondo anche se hanno la conoscenza e l’abilità non hanno poi la possibilità di metterli a punto.
– Terzo e ultimo concerne la capacità di integrare la tecnologia a livello sistemico.
“L’intero ecosistema è portato a far sì che le idee, comprese quelle che vengono dalle università, possano essere implementate e trasformate in sistema, ed una delle cose più importanti è che ci sono fondi privati disponibili per gli investimenti”, aggiunge Hadar .
Inoltre durante l’intervento egli ha ribadito che uno degli aspetti positivi, riguardano la diversificazione in ogni settore sanitario, grazie ad idee che fuoriescono dal settore meramente medico, abbracciando quelli che sono i settori periferici della medicina, come l’intelligenza artificiale, il monitoraggio remoto, importante specialmente dopo l’avvento del covid, che aiuta a ridurre il tempo di visita per i medici presso i pazienti, oltre a fornire una maggiore protezione. Il governo oltre a riunire le infrastrutture, le aziende mediche, ed i dottori sotto lo stesso ventaglio, impresa per niente facile, ha deciso di fare un ulteriore passo avanti coinvolgendo chi si occupa di terapia genetica, attraverso screening del Dna. Questo permetterà di creare un grande database, collegando tutte le informazioni con le aziende che si occupano di big data. “Il ministro della sanità invece di stare nel retroscena come in certi paesi, collabora a stretto contatto col ministero dell’economia, apportando dei risultati non solo a livello sanitario ma anche economico”. Israele è un paese che ha dovuto e deve investire molte risorse sula difesa e ciò ha portato a cercare di gestir al meglio le risorse disponibili.
“Oggi le grandi multinazionali dei social media e dell’informatica, sono molto interessate ad investire nel settore sanitario, ci sono progetti della Samsung e di Facebook che molto probabilmente, diventeranno più importanti della grandi istituzioni mediche perché detengono la chiave per aprire questa enorme mole di dati, potendo così esser di sostegno all’intero sistema”.
«Io sarò il capo dell’operazione economica israeliana presso la città di Milano e dall’avvento della pandemia di covid, ci sono più di 100 aziende israeliane che esplorano progetti italiani. L’Italia è stata uno dei paesi più colpiti, la prima a capire che è importante fare dei passi avanti in un nuovo settore di assistenza sanitaria, esplorando soluzioni nei settori fra loro più diversificati. Israele si è molto comportato bene nella prima fase della pandemia e questo è stato possibile grazie al fatto di come sono formate le nostre istituzioni mediche, noi siamo sempre pronti a far fronte alle emergenze, c’era il personale e la conoscenza anche informatica per poter reagire, conclude Hadar».
In cosa consistono le grandi innovazioni del digital health?
A parlare nell’ultima parte della conferenza è stata Angela W. Rabinovich, esperta nel campo delle strategie mediche innovative, recentemente tornata a lavorare nel settore privato, dopo anni d’esperienza al governo.
“Il settore della salute digitale può apportare benefici non solo in Israele ma anche a livello mondiale; dalla mia esperienza dell’ultimo decennio, posso dirvi che i paesi hanno diversi livelli di sviluppo, nel settore sanitario, informatico, delle comunicazioni, ma tutti loro possono trarre beneficio se applicano queste tecnologie della salute digitale, non è quindi necessario esser una nazione estremamente avanzata”, ha affermato la Rabinovich. Quindi seppur certi paesi non sono in grado di sviluppare certe tecnologie, possono però adottarle.
«La telemedicina – espone la dottoressa – ossia la capacità di curarsi utilizzando il proprio telefono al posto di esser fisicamente davanti ad un medico è una tra le più importanti innovazioni della salute digitale. È sufficiente scaricare un’app, data da una compagnia di assicurazioni e questo sistema ti collega al medico nella tua regione o a quello di famiglia, cosicché lui si potrà occupare di voi. In Israele questa tipologia di servizi si può applicare anche per alcuni specialisti, come ortopedici, dermatologi. Vi è inoltre la possibilità di eseguire una visita pediatrica».
Dopo aver introdotto il concetto di salute digitale, Angela W. Rabinovich ha riportato l’esempio di alcuni apparecchi (qui riportati), illustrandone le loro funzioni.
Tytocare, è un kit che permette di avere un parere medico nell’immediato. Consente di diagnosticare da remoto alcune delle condizioni più comuni, come otiti, raffreddori, congestioni o esaminare tramite un adattatore, cuore, polmoni, gola, orecchie, pelle ed addome. Si accende l’app ed inizia l’esame, il medico prenderà poi controllo del dispositivo e sarà lui a guidarvi. Ad esempio con un adattatore dello stetoscopio, possiamo sentire in alta qualità il suono del cuore, o vedere se nelle orecchie ci sono delle infezioni. Infine il medico, una volta terminata la diagnosi, potrà mandare un’impegnativa del giro di pochi minuti. “Una vera comodità, poiché raggiungere il dottore, non è sempre facile, specie se è notte o pieno inverno”.
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Smart Heart, apparecchio di telemedicina che riduce il bisogno d’interventi d’emergenza o di eventuali ricoveri, spesso dovuti a insufficienza cardiaca o a patologie polmonari croniche.
BioBeat, utile per il monitoraggio del paziente in tempo reale, è la punta di diamante del sistema sanitario dal punto di vista della personalizzazione. “L’uso di dispositivi indossabili, sta aumentando, rendendo possibile il monitoraggio dei pazienti in maniera remota, ricavandone dati per prevenire o interrompere delle patologie, oltre a fornire una cura più personalizzata”. Secondo alcuni rapporti i dispositivi indossabili potranno diminuire i costi ospedalieri di circa il 16% nei prossimi quindici anni. «Un maggiore uso della telemedicina in tutto il mondo, come viene già fatto in Israele è quello che ci si aspetta. Mettere insieme operatori appartenenti ai diversi settori che operano tra loro per fornire la tecnologia più all’avanguardia possibile dando al paziente l’equivalente di come se andasse di persona, non è cosa facile».
La DbMotion è una società che opera in Israele da vent’anni, con lo scopo di creare una comunità di health-care connessa. Grazie alla tecnologia il sistema sanitario israeliano è computerizzato al 100%. Le varie società, gli ospedali, sia statali che governativi e militari, riescono così a lavorare con gli stessi sistemi, seppur ci sono sempre ostacoli da superare, in particolare per quanto riguarda il flusso di informazioni fra le diverse entità. “La condivisione dei dati non è ancora la regola adottata da tutti, perché ci sono ancora delle barriere, che possono spesso dipendere da una mancanza d’interoperabilità tra i diversi ospedali o tra i differenti dipartimenti all’interno dello stesso ospedale, inoltre, cosa molto importante, dobbiamo tener conto della privacy e della sicurezza dei dati”.
La Zebra Medical Vision è una società impegnata nel dare più rilevanza alla radiologia. Un numero considerevole di persone muore di tumore polmonare, altre si fratturano una gamba a causa dell’osteoporosi. “Queste condizioni possono essere prevenute se scoperte in fase precoce attraverso tac, radiografie e risonanze magnetiche”. La società non fa altro che prendere l’algoritmo, caricarlo sulla piattaforma e i migliaia di casi in precedenza diagnosticati, s’incrociano tra loro.
Nucleai reinventa il settore della patologia attraverso l’intelligenza artificiale. Nel tradizionale laboratorio di patologia, si osservano i tessuti col microscopio per identificare cosa sta succedendo a livello tissutale. “Va evidenziato che gli imprenditori israeliani sono bravi nell’interdisciplinarità; le tecnologie sviluppate originariamente per la security hanno poi trovato un’applicazione per la medicina, proprio perché sono in grado di creare delle interconnessioni tra i diversi campi”. Col metodo Nucleai al posto del patologo e del microscopio da laboratorio, abbiamo un vetrino col tessuto che viene messo sotto un sistema computerizzato al 100%, questo sistema riesce ad indentificare quello che sta succedendo all’interno del tessuto. In pochi minuti va rilevare quelle che sono le aeree problematiche e le anomalie, riuscendo a creare dei calcoli estremamente precisi. “Una persona anche con grande esperienza non potrebbe fare una cosa di questo tipo”. Ovviamente la formazione del patologo è indispensabile, questa è solo un’altra dimostrazione della velocità data dall’intelligenza artificiale, che abbrevia certi esami di routine svolti quotidianamente.
Meta Vision Suit. L’intelligenza artificiale è anche utilizzata nelle terapie intensive. L’apparecchio adottato continua a produrre ed elaborare dati, da vari dispositivi, alcuni dei quali connessi al paziente, avvisando e cercando le eventuali complicanze, come può essere una situazione di sepsi.
Intuition Robitcs, come si può dedurre dal nome dell’applicazione viene dal mondo della robotica intuitiva. “Hanno sviluppato qualcosa di unico e creativo, inventando una nuova entità sociale, un compagno digitale che riesce a comprendere, agire ed ascoltare”. Non solo, egli è in grado di mettere in discussione la persona, fornendo consigli, oltre a mettere in contatto gli anziani con le proprie famiglie.
Vocalis Health, serve attraverso il riconoscimento vocale ad identificare certe patologie o condizioni specifiche. Tutto con l’ausilio di un semplice smartphone. I provider della sanità possono sfruttare questa interazione vocale remota, per fare uno screening, un monitoraggio passivo dei pazienti, che riguardano la voce, rilevando patologie respiratorie, cardiache o depressive.
Healthy.Io, trasforma il tuo cellulare in un dispositivo medico. Le infezioni del tratto urinario possono essere testate a casa e l’esito viene mandato direttamente al medico curante che a sua volta potrà mandare la prescrizione medica. Così è possibile evitare appuntamenti che richiedono tempo, senza dover andare dal dottore.
Binah.Ai attraverso l’immagine del viso, individua segni vitali come la frequenza cardiaca, la saturazione dell’ossigeno o la pressione arteriosa.
“ I progressi nella salute digitale hanno avuto modo di cambiare il modo di erogazione dei servizi sanitari, e forse la componente più importante del puzzle è l’integrazione del paziente all’interno nel processo, poiché vi è una personalizzazione della cura, ha ribadito la Rabinovich”.
«Se ci pensate la digitalizzazione è presente in tutte le altre industrie. Nei sistemi digitalizzati compriamo cibo, biglietti, scambiamo titoli di borsa, la utilizziamo per l’intrattenimento, ma per qualche motivo siamo in ritardo per quanto riguarda la digitalizzazione dei servizi sanitari. Dobbiamo procedere, andare avanti e alfabetizzare tutta la popolazione al digitale, per progredire, afferma a conclusione del discorso».