Valutare i diamanti attraverso l’intelligenza artificiale: una rivoluzione in corso da Israele

Tecnologia

di Michael Soncin
L’azienda israeliana Sarine, avvalendosi delle nuove tecnologie date dall’utilizzo dell’IA, ha sviluppato una metodologia capace di valutare i diamanti in modo più rapido, economico e con un grado di precisione più elevato.

Fondata nel 1988 a Hod HaSharon, ha insegnato all’intelligenza artificiale a classificare i diamanti, mostrando oltre 30.000 esemplari già catalogati dal Gemological Institute of America – GIA, il più grande laboratorio al mondo. Più diamanti gli venivano mostrati, migliori erano i risultati.

 

 Prima dall’allora era l’occhio umano ad attribuire un valore alla famosa pietra dura, una pratica rimasta immutata per secoli. Basti pensare che tra due diamanti di pari dimensioni la differenza in termini di valore può essere molto alta. Infatti, come riportato da John Jeffay su Israel21c, un diamante naturale da un carato di qualità assoluta, può arrivare a costare fino a 14.000 dollari, a paragone di uno di bassa qualità, il cui valore si aggira invece attorno ai 2000 dollari.

Una differenza notevole, così importante che attorno si è creata un’intera industria deputata alla classificazione dei diamanti, con aziende che dopo avere tagliato e lucidato le gemme, da grezze, le inviano ai laboratori di classificazione. Un processo che richiede almeno un paio di settimane prima che la preziosa pietra venga restituita con il certificato che ne attesta le caratteristiche principali. Un servizio che vale almeno 100 dollari a diamante, cifra che varia in base alle dimensioni.

Un sistema infallibile, vantaggioso e veloce

Ed è qui che entra in gioco l’importanza di questa incredibile innovazione nata in Israele.

Secondo la compagnia, il computer fornisce risultati maggiormente più accurati e affidabili rispetto all’occhio dell’essere umano. In più, il nuovo metodo consente anche di ridurre costi e tempi di attesa, dando a disposizione l’impianto automatizzato, direttamente alle fabbriche, attraverso un contratto di locazione.

«È comodo come usare un bancomat» ha affermato Roni Ben-Ari, amministratore delegato e vicepresidente di Sarine. Secondo Ben-Ari, l’apparecchio fornisce risultati in termini qualitativi superiori a quelli dei migliori laboratori di classificazione.

Un sistema che non si può imbrogliare: non è possibile riprogrammare la macchina al fine di ottenere un voto maggiore nella valutazione del diamante. «La sicurezza del sistema è così di alto livello che nessuno può interferire». In altre parole, ogni diamante è unico come le impronte digitali.

È risaputo che sono quattro i criteri per la valutazione di un diamante: carati, taglio, colore e purezza, le famose 4C (carat, cut, clarity and colour). Fattori come colore (classificato con una lettera che va da D a Z) e purezza (ripartito secondo 11 livelli) sono i più difficili, dall’occhio umano, da determinare, perciò la valutazione della singola persona a parità dello stesso diamante, potrebbe variare. «L’occhio umano è un muscolo, si stanca. È influenzato dalle condizioni fisiche, se si è stanchi o arrabbiati, se è l’inizio del turno o la seconda metà del turno», fa notare Ben-Ari.

Culture diverse, valutazioni diverse

 Ad influenzare il giudizio della popolare gemma è anche la cultura, infatti, in base al luogo di provenienza ci possono essere diversi modi nel valutare lo stesso diamante. «Ci sono molti pregiudizi. È molto difficile educare persone di culture diverse in luoghi diversi del mondo a valutare lo stesso diamante nello stesso modo». Così tanti laboratori hanno ingaggiato persone di diversa estrazione per analizzare il medesimo diamante. Ma anche questo processo richiede maggior tempo e costi. Sarine consente invece di ottenere dal diamante analizzato il più alto valore possibile grazie a valutazioni estremamente affidabili, ed imparziali.

Fonte immagini: sarine.com