A Desenzano, dal cuore della città al Bosco della Memoria, per riflettere sul nazifascismo

Viaggi

di Ilaria Ester Ramazzotti

Percorsi: l’itinerario storico sul Garda

Conoscere la storia per trarne insegnamento, seguendo un percorso guidato, didattico e culturale sui luoghi della Repubblica Sociale Italiana (RSI) a Desenzano (Brescia). Luoghi e pagine della nostra storia nazionale spesso troppo misconosciuti. Per questo ANED di Brescia e del Centro Studi Della Volta accompagnano scolaresche e visitatori lungo un itinerario storico, che attraversa il territorio della cittadina sulla riva lombarda del lago di Garda, per «toccare con mano monumenti, lapidi ed edifici che ospitarono uffici della ‘Repubblica’ nata dal connubio nazifascista».
«Fu proprio a Desenzano che alla fine del 1943 alcune strutture si trasferirono da Roma sul Garda per dar vita alla RSI, mentre altre presero sede nei paesi disseminati nell’area gardesana – spiega Gaetano Agnini, referente dell’iniziativa frutto di un progetto di conoscenza storica che nel 2017 ha ricevuto l’apprezzamento dello Yad Vashem di Gerusalemme -. La storia testimonia qui una presenza nazista ancora prima della nascita della Repubblica sociale, che doveva essere uno Stato a protezione del fronte sud della Germania. L’organizzazione di quel piccolo Stato, da parte fascista, ebbe come perno Brescia, mentre l’apparato nazista gravitò su Verona e il punto d’incontro era proprio focalizzato a Desenzano».

Dal 1943 al 1945 questa città fu teatro di «una pagina della storia nazionale: qui si insediarono il Comando Generale delle SS retto dal generale nazista Karl Wolff e l’Ispettorato generale per la razza guidato dal ministro fascista Giovanni Preziosi». Due dei “luoghi” toccati dall’itinerario storico proposto, che inizia al Monumento alla Resistenza eretto in piazza Cappelletti per poi raggiungere piazza Malvezzi, dedicata al partigiano Giuseppe Malvezzi ucciso il 27 aprile 1945. Da qui, nel cuore della città, si raggiunge l’Albergo Mayer, che fu la sede del Comando delle SS in Italia. Di seguito, si va alla palazzina Polidoro Ostali, di fronte al Teatro Alberti, che ospitò l’Ispettorato della razza, per poi raggiungere Villa Dalla Volta in via Pace, la casa da cui furono deportati ad Auschwitz Guido e Alberto Dalla Volta. Alberto fu l’amico fraterno di Primo Levi, citato più volte dallo scrittore nelle sue opere di testimonianza, in particolare in Se questo è un uomo. Su quello stesso convoglio ferroviario, insieme ai Della Volta, furono caricati gli ebrei della Casa di riposo di Mantova. Fin qui il percorso dura circa un’ora, ma può continuare fino al Bosco della Memoria, nel Parco del Laghetto, dove sono stati piantati venticinque ulivi in onore degli oppositori al nazifascismo. Inserito nel circuito Gardens of Righteous Worldwide, è stato inaugurato il 25 aprile 2013 in collaborazione con la sezione ANPI di Desenzano e il Comune di Desenzano del Garda. «Nell’itinerario e nel Bosco della Memoria viene messo in luce il ruolo delle donne di Desenzano in quegli anni difficili, di guerra, di odio e di contrapposizione – scrivono gli organizzatori dell’itinerario -. Alcune di loro erano umili, semplici, altre benestanti, ma tutte seppero essere caritatevoli, rischiare facendo il bene sfidando il male degli uomini, della guerra».

Nelle soste previste dall’itinerario si alternano interventi, letture e momenti di riflessione. Il percorso completo, che termina al Bosco della Memoria, richiede circa due ore. «Dipende dai partecipanti, dalle domande che pongono – prosegue Agnini -. Io invito tutti a schiudere gli occhi e ascoltare le parole per cercare di farle proprie. A Desenzano non si vuole fare un’operazione di memoria passiva, ma tutt’altro». Nel 2017, circa 10 mila persone hanno percorso l’itinerario storico, totalmente gratuito, «soprattutto scolaresche, ma anche tante associazioni culturali, perché la formazione storica e la memoria siano patrimonio dei ragazzi quanto degli adulti. Punto soprattutto sui giovani, ma anche noi adulti dobbiamo cercare di far funzionare di più la testa: penso per esempio alla vicenda di quel carabiniere che a Firenze ha affisso in caserma la bandiera del secondo Reich. In questi casi non si può dire sempre ‘non lo sapevo’». L’intento è anche di far conoscere cose tenute nascoste, risalenti al dopoguerra. Qui c’era un campeggio dove passarono persone in fuga dalla Germania fra cui, pare, anche i gerarchi nazisti Adolf Eichmann e Josef Mengele. «A volte si preferisce non ‘conoscere’ certe pagine di storia; ci sono ancora oggi delle connivenze nel tessuto sociale di questa zona. Bisognerebbe indagare di più sulla figura del generale Wolff, che rimase a Desenzano molto tempo instaurando relazioni», dice Agnini a proposito del gerarca nazista accusato di aver sterminato 300 mila ebrei.
«Con l’itinerario storico vengono rivelate vicende scomode, accantonate, tenute nascoste che devono essere viste nella giusta luce e lette affinché la verità ci porti a comprendere la triste eredità del fascismo».
Info: Gaetano Paolo Agnini, 328 8731039, agninigae@libero.it