di Ilaria Ester Ramazzotti
Un patrimonio antico e ancora da scoprire: 20 musei, 60 sinagoghe e 100 cimiteri storici, per un totale di 180 luoghi ebraici d’interesse, in gran parte situati presso le 21 comunità ebraiche italiane. Un ampio valore culturale e spirituale che la società JFC srl di Faenza ha analizzato mettendone in luce le caratteristiche e le opportunità dal lato turistico e secondo la prospettiva di visitatori potenzialmente interessati a conoscerlo meglio.
Ad oggi sono infatti meno di una trentina i luoghi ebraici che generano forte interesse turistico. “Complessivamente, nel 2017, i 25 luoghi più rappresentativi della cultura ebraica in Italia hanno attirato 711.210 visitatori, con un incremento del +12,1% rispetto all’anno precedente – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di JFC -. Si tratta di ospiti provenienti da diversi paesi, con una quota di internazionalizzazione pari al 36,7% e con una forte concentrazione di studenti italiani, che rappresentano oltre il 50% dei visitatori nazionali. Un comparto turistico, questo legato alla cultura ebraica, che nel 2017 ha generato un valore complessivo pari a 45 milioni e 750 mila euro e che crescerà nel 2018 del 24,5%”.
I 711.210 visitatori dei luoghi della cultura ebraica in Italia del 2017 hanno garantito un fatturato di 2 milioni 687 mila euro con il solo biglietto di ingresso, dal valore medio di 4,2 euro. I musei hanno poi incassato ulteriori 1,3 milioni di euro per attività extra, che vanno dai laboratori alle vendite di libri, oggettistica, prodotti tipici e cibi kasher. Fra questi turisti, quelli che hanno soggiornato almeno una notte sono stati rispettivamente 85.582 per quanto riguarda gli italiani (generando 102.699 presenze), e 68.454 quelli stranieri (per 130.063 presenze). Un numero sicuramente limitato rispetto alle reali potenzialità di questo segmento del mercato turistico, fa sapere JFC.
Osservando più da vicino il target dei visitatori, si vede che la quota maggiore è data dagli studenti, che sono il 50,6% del totale. Seguono le famiglie con bambini (8,8%) e i gruppi di organizzazioni religiose (8,4%), gli appassionati di storia, religione e cultura ebraica (7,9%) i pensionati (7,4%), le persone che sono in vacanza in zona o crocieristi (7%), i membri di cral e associazioni culturali (5,6%), oltre ad altri. Le maggiori quote di visite si registrano nel periodo dell’anno che va da aprile a settembre, con il 78,1% delle visite complessive. Il mese di punta è settembre, quando si svolge la giornata della cultura ebraica.
“Ampliare questa offerta culturale – continua Feruzzi – è un’opportunità più che un’esigenza storico-culturale. Nel 2018 si stima una crescita di visitatori con questo interesse primario, nel nostro paese, del +24,5%, raggiungendo nell’anno appena iniziato quota 885 mila visitatori, anche grazie alla recente apertura del MEIS di Ferrara. Ma ciò rappresenta solo un incipit, per le amministrazioni e le società di gestione e promozione di tali beni, a sviluppare percorsi e itinerari culturali, come pure il sistema ospitale e ristorativo, che deve sapere esattamente con quali servizi rispondere alle esigenze di questi ospiti. Il potenziale mercato è infatti molto più ampio di quello attuale, pari a 11 milioni 803 mila clienti ebrei solo in Israele e negli USA”.
In Italia sono ancora pochissime le strutture in grado di ospitare clienti di religione ebraica, offrendo ristorazione kosher e altri servizi, legati per esempio al rispetto dello Shabbat. Tra le poche strutture adeguate, si legge ancora nella ricerca di JFC, ci sono il My Kosher Hotel & Spa di Canazei, l’Olympic Kosher Holidays di Sirmione e l’Hotel Kosher Giardino dei Melograni di Venezia. Su questo fronte, i tour operator italiani propongono in prevalenza itinerari di sola una giornata costruiti su misura. Gli operatori esteri organizzano invece viaggi che durano dai 3 ai 15 giorni, unendo al percorso ebraico la scoperta dei principali luoghi della cultura italiana.
Principali luoghi ebraici d’interesse in Italia
In Lombardia: il Museo e la Sinagoga di Sabbioneta e il Memoriale della Shoah a Milano.
In Piemonte: il Complesso Museale Ebraico di Casale Monferrato, la Sinagoga e la Mostra Permanente di Carmagnola, la Sinagoga e il Museo Ebraico di Asti.
In Veneto: il Museo Ebraico di Venezia e il Museo della Padova Ebraica di Padova.
Nel Lazio: il Museo Ebraico di Roma e il Sacrario delle Fosse Ardeatine.
In Toscana: il Museo Ebraico di Firenze, quello di Pitigliano e quello di Livorno, la Sinagoga di Siena.
In Emilia Romagna: il Meb di Bologna, il Museo Ebraico di Soragna, il Meis di Ferrara (nella foto), il Museo ed il Campo di Fossoli di Carpi.
In Friuli Venezia Giulia: il Museo Ebraico e la Risiera San Sabba di Trieste, il Museo della Sinagoga di Gorizia.
Infine, nelle altre regioni, il Museo Sinagoga Sant’Anna di Trani, il Museo Ebraico di Merano e il percorso della Lecce Ebraica Medievale e Palazzo Taurino.
Fonte: Ricerca “Il turismo ebraico, il valore storico, culturale e spirituale dei luoghi della storia ebraica” di JFC di Faenza. L’analisi è stata condotta nel periodo 4 dicembre 2017 – 11 gennaio 2018