di Anna Lesnevskaya
Kiev, Odessa, Dnipro sono oggi le tre comunità ebraiche più numerose e vitali dell’Ucraina. Un vero Rinascimento
Quella dell’Ucraina ebraica è una storia ricca di cultura e di spiritualità, ma anche segnata da grandi sofferenze tra i pogrom dell’epoca zarista e l’annientamento di più della metà degli ebrei ucraini (1,5 milioni di persone) durante l’Olocausto. Con la perestrojka è cominciata una grande Aliyah, con decine di migliaia di “rimpatrianti”
che lasciavano il Paese ogni anno. Ma parallelamente si attuava la rinascita della vita ebraica, soprattutto per mano dei chassidim di Chabad-Lubavitch. Ora, secondo
calcoli diversi, la comunità ebraica del Paese conta tra 120 e 300 mila persone, e rimane comunque tra le più numerose al mondo.
La rivoluzione del 2014 e la successiva guerra tra il governo ucraino e i separatisti filorussi all’Est del Paese hanno avuto profonde ripercussioni anche sugli ebrei dell’Ucraina. Nelle città di Donetsk e Lugansk, occupate tuttora dalle milizie separatiste, le due comunità ebraiche contavano prima del conflitto rispettivamente 15 mila e circa 8 mila persone. Una parte di esse continua a sopravvivere nelle zone controllate dai ribelli, ma moltissimi ebrei ucraini hanno scelto la strada dell’Aliyah. Infatti nel 2015 è stato raggiunto un livello record degli olìm ucraini, 7.500 persone. E nel 2019 l’Ucraina è stata al secondo posto per numero di olìm hadashim (5.247) dopo la Russia.
Il presidente ucraino Vladimir Zelenskij, lui stesso di origini ebraiche, ha sostenuto recentemente che il livello dell’antisemitismo in Ucraina sia tra i più bassi in Europa, ma non tutti gli ebrei locali la pensano così, rimanendo cauti di fronte agli sporadici atti vandalici antisemiti e alla presenza di alcune forze nazionaliste nello spettro politico del Paese. Secondo i dati di una ricerca dell’Anti-Defamation League (ADL), nel 2019 gli atteggiamenti antisemiti in Ucraina sono cresciuti del 14% rispetto ai numeri del 2015 dello stesso studio. Se un secolo fa la quasi totalità dei 3 milioni di ebrei ucraini abitava negli shtetl della “zona di residenza”, mondo totalmente scomparso, oggi la popolazione ebraica si concentra nelle grandi metropoli, in primis, nella capitale Kiev, la città che ha dato i natali, nel 1898, alla prima donna primo ministro di Israele, Golda Meir, e dove visse e lavorò, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, Sholem Aleichem, uno dei classici della letteratura yiddish. La storia della Kiev ebraica è inseparabile dalla tragedia di Babij Jar, a lungo taciuta dai gerarchi sovietici. In questo enorme fossato tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre del 1941 le SS e i loro collaboratori locali hanno sterminato quasi tutta la popolazione ebraica della zona, più di 50 mila persone.
La seconda comunità ebraica più grande in Ucraina è quella di Odessa, città portuale che tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento era la terza città al mondo per popolazione ebraica. Proprio in questo periodo d’oro sulla scena letteraria di Odessa erano attivi Mendele Moicher Sforim, “il nonno della letteratura ebraica” e Haim Nachman Bialik, il poeta nazionale di Israele. Ed è qui che i brutali pogrom hanno dato la spinta all’attività dei sionisti Leon Pinsker e Vladimir Zhabotinskij. Oggi Odessa sta vivendo un vero e proprio rinascimento ebraico. A testimoniarlo la riconsegna alla comunità nel 2016 della celebre Sinagoga “Brodskij”.
La terza comunità ebraica più grande dell’Ucraina è quella di Dnipro all’Est del Paese, dove l’oligarca di origini ebraiche, Igor Kolomojskij, finanziò la costruzione del gigantesco centro comunitario nel pieno centro della città, costato decine di milioni di dollari e pubblicizzato come il più grande al mondo (foto in alto).
L’Ucraina è stata anche la patria dei grandi Tzadikkim chassidici. Tra gli anni 1740 e 1760 nel paesino di Medzhibozh visse e sviluppò il suo pensiero il fondatore del chassidismo Baal Shem Tov. Mentre nella cittadina di Uman’, nella parte centrale del Paese, si trova la tomba del suo bisnipote e un altro saggio chassidico, Rebbe Nachman di Breslov, scomparso nel 1810. Ogni anno per Rosh HaShanà Uman’ ospita circa 30 mila seguaci di questo maestro chassidico e diventa un fulcro pulsante della spiritualità ebraica.