di Yoram Ortona
Dopo il pogrom del 7 ottobre 2023 in Israele, compiuto dall’organizzazione terroristica palestinese Hamas, sono andato a Tel Aviv nel mese di novembre, deciso a fare qualcosa per quel paese. Ho ripetuto più volte l’esperienza di volontariato nel corso dell’anno
guerra
Quando Trump firmò gli Accordi di Abramo… Un ritorno che fa sperare nella pace regionale? Forse sì
di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] Quando sentiamo parlare di “pericolo per la democrazia” riferito alla vittoria elettorale di Donald Trump, ricordiamoci che cosa è stato Barack Obama per l’America, per il mondo e in modo particolare contro Israele.
Rilascio di ostaggi israeliani: si riaccende la speranza con una proposta mediata dall’Egitto
di Redazione
Dopo le trattative a Doha è arrivata una proposta dall’Egitto, per mano del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che prevede un cessate il fuoco a Gaza, limitato, di due giorni, per lo scambio di quattro ostaggi con prigionieri palestinesi, che sarà poi seguita da ulteriori negoziati di dieci giorni.
A un anno dalla tragedia, si continua a puntare il dito su Israele come unico colpevole della guerra
di Paolo Salom
[Voci dal lontano occidente] È passato un anno. Tempo di bilanci? Temo che sia ancora presto. Molte cose sono cambiate dalla terribile strage del 7 ottobre. Ma quella soluzione che tutti sogniamo, il ritorno della calma nel Sud e nel Nord di Israele, la restituzione degli ostaggi
Israele, fuoco su (quasi) ogni confine
di Anna Balestrieri
Domenica notte, una serie di presunti attacchi aerei israeliani ha colpito diverse aree della Siria centrale. Mentre continuano i lanci di missili e droni dal sud del Libano, e si apre il fornte della Giordania, dopo un attacco terroristico al valico di Allenby, in cui sono morti tre israeliani.
Grazie al fatto che Israele esiste, gli ebrei non sono più vittime dei tempi bruti e dei venti di follia
di Paolo Salom
[Voci dal lontano occidente] Abbiamo avuto altri momenti difficili in passato. Ma questo 5784 promette di essere il più duro da decenni a questa parte. Eppure, mentre si avvicinano Rosh haShanah, Kippur e la stagione delle feste autunnali, nonostante le difficoltà che il futuro ci presenterà, è forse giunto il momento di rasserenarci
Gitai sbarca a Venezia col nuovo film “Perchè la guerra” ? Non un film bellico, ma un dialogo fra Einstein e Freud
di Roberto Zadik
Solo un autore originale e, spesso, assai polemico come il regista israeliano Amos Gitai poteva parlare di guerra senza mostrare immagini belliche ma mettendo in dialogo due colossi come Albert Einstein e Sigmund Freud. Accade nella sua nuova fatica ‘Why War’ (perché la guerra) che verrà presentato all’imminente Mostra del Cinema di Venezia sabato sera 31 agosto nella categoria delle pellicole fuori concorso.
“Al nord la guerra con Hezbollah è purtroppo inevitabile, non è possibile alcuna soluzione diplomatica”. La testimonianza di un residente del Kibbutz Sasa
di Ilaria Myr
Luciano Assin, milanese di origine e residente nel Kibbutz Sasa dagli anni ’70, al confine con il Libano, ci racconta il contesto in cui si trova a vivere da quando Hezbollah ha intensificato il lancio di missili sul nord di Israele. “Regna fra i cittadini una sensazione di instabilità e incertezza”.
Luce per le famiglie: al Tempio Noam, i genitori dei soldati israeliani caduti
di Nathan Greppi
È stata una serata carica di emozioni quella di martedì 28 maggio, quando al Tempio Noam sono giunti circa 60 israeliani che hanno perso i loro figli soldati in guerra, spinti a portare la loro testimonianza agli ebrei milanesi.
Attacco iraniano ad Israele: prospettive regionali e internazionali nell’analisi di Yigal Palmor
di Anna Balestrieri
Una serata di discussione interattiva sulla situazione attuale dell’immagine di Israele nel mondo si è trasformata in un’analisi dell’attacco iraniano e delle prospettive che attendono la regione mediorientale con il capo dell’Unità per le relazioni internazionali e consigliere per la politica estera del presidente dell’Agenzia ebraica per Israele.
Un fiume di denaro dal Qatar ha inondato i forzieri delle università alterandone i principi di indipendenza e libertà
di Paolo Salom
[Voci dal lontano occidente] Vorrei tornare sulla guerra che si combatte contro gli ebrei in gran parte del mondo. Perché, insieme alle minacce di terroristi e loro sponsor, è uno dei maggiori motivi di preoccupazione per noi tutti.
La nostra forza sta nella nostra unità: come sostenere Israele in tempi di guerra
di Sofia Tranchina
Con la guerra che imperversa da tre mesi, e che minaccia di dilungarsi e di allargarsi al fronte Nord, Israele si è trovata ad affrontare un improvviso e radicale cambiamento interno. Con oltre 200mila sfollati lo Stato ebraico si trova a dover far posto alle famiglie sradicate dalla propria routine, dalla propria casa e dal proprio lavoro.