palestinesi

sede del quotidiano Le Monde (Foto Wikimedia Commons. Autore: Arthur Weidmann)

Il caso Le Monde: polemiche e accuse di schieramento ideologico tra filo-palestinismo e critica a Israele. Redazione spaccata

Mondo

di Marina Gersony
All’interno degli spazi comuni della redazione di Le Monde, un angolo è stato ribattezzato “il muro di Gaza” dove campeggiano immagini di bambini palestinesi, articoli di denuncia e slogan come “Stop al genocidio” e “Non lasciate che vi dicano che tutto è iniziato il 7 ottobre 2023”. A dimostrazione della crescente polarizzazione delle posizioni anche nel mondo dell’informazione, che rischia di compromettere l’autorevolezza della testata.

L’Incudine, il Martello e la Fragilità del Dialogo: il dibattito al Circolo Caldara

Eventi

di Sofia Tranchina
Il 2 dicembre 2024, Milano ha accolto al Circolo e Centro Studi Caldara, spazio da sempre crocevia di idee e riflessioni, l’evento “Tra l’incudine e il martello”, tenuto da Luciano Assin, ebreo arabo-italiano-israeliano nato a Milano da genitori egiziani e trasferitosi in Israele nel 1976. L’incontro ha acceso i riflettori sulla complessa situazione israelo-palestinese, offrendo ai partecipanti un’occasione unica di confronto tra esperienze personali, analisi storiche e prospettive etiche.

Su Wikipedia, i propal riscrivono la storia

Mondo

di Nathan Greppi
Negli ultimi mesi la pagina sul sionismo è stata cambiata, fornendo una definizione che fa credere che gli ebrei giunti in Palestina prima sotto il dominio dell’Impero Ottomano, e poi durante il Mandato Britannico, fossero dei colonialisti in una terra non loro, equiparandoli superficialmente ai coloni europei nelle Americhe.

“Israele come la Germania di Hitler”: i nuovi post antisemiti della relatrice dell’ONU Francesca Albanese. La WJC ne chiede le dimissioni

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
“La nostra collettiva dimenticanza di ciò che ha portato, 100 anni fa, all’espansionismo del Terzo Reich e al genocidio di persone non conformi al concetto di ‘razza pura’ è asinina. E sta portando alla commissione di un altro genocidio, di un’altra guerra regionale e, potenzialmente, di un’altra guerra mondiale”, ha scritto il funzionario dell’Onu su X.

A un anno dal conflitto cresce il dissenso tra i palestinesi di Gaza

Mondo

di Redazione
Un recente sondaggio del Palestinian Center for Policy and Survey Research (PSR) ha mostrato per la prima volta che la maggioranza degli abitanti di Gaza si era opposta alla decisione di Hamas di attaccare. Il 57% delle persone intervistate ha dichiarato che l’offensiva era errata, in netto calo rispetto al 39% di coloro che la consideravano giusta lo scorso giugno.

Hamas, il prezzo del dissenso

Mondo

di Anna Balestrieri
Amin Abed, 35 anni, è stato rapito vicino a casa sua da cinque uomini e successivamente ricoverato in ospedale con gravi ferite. La mattina dell’attacco aveva pubblicato un messaggio su Facebook, accusando Hamas di “dividere il popolo palestinese” e di aver creato le basi per l’invasione israeliana.

Mordechai Kedar (foto Wikidata)

«Molti israeliani che un tempo erano favorevoli alla creazione di uno Stato palestinese, dopo il 7 ottobre non ci credono più». Intervista a Mordechai Kedar

Israele

di Nathan Greppi
Docente presso il Dipartimento di Arabistica dell’Università Bar-Ilan, che ha servito per 25 anni nell’Aman, l’intelligence militare israeliana, raggiungendo il grado di tenente colonnello, ha teorizzato una “Soluzione a otto Stati”, che prevede la suddivisione dei territori sotto il controllo palestinese in otto emirati, ognuno indipendente dagli altri.

Wikipedia e Israele: una ricerca rivela i pregiudizi dell’enciclopedia online

Personaggi e Storie

di Nathan Greppi
Pagine sul conflitto israelo-palestinese totalmente sbilanciate per i palestinesi, dove non si menzionano anche fonti israeliane. Mentre di pagine sui massacri compiti da Hamas il 7 ottobre si chiede la chiusura. Ma anche: la solidarietà per il popolo palestinese, “contro il genocidio”, espressa con la chiusura per un giorno della pagina in arabo. Mentre per gli israeliani è sempre più difficile usare l’enciclopedia online, tutt’altro che neutrale.