Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Riducendo in schiavitù gli altri, il Faraone stesso divenne schiavo. Divenne prigioniero dei valori che lui stesso aveva sposato. La libertà nel senso più profondo, la libertà di fare il bene, non è scontata. La acquisiamo, o lo perdiamo, gradualmente.
Torà
Parashat Vaykhi. Talvolta si può sacrificare la verità per la pace
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Dalla Parashà di Vaykhi si apprende il principio Mutar le-shanot mipnei ha-shalom: “È permesso dire una menzogna (letteralmente, “cambiare” i fatti) per amore della pace.” Una bugia bianca è consentita nella legge ebraica.
Parashat Vayggash. Il perdono di Giuseppe ha cambiato l’umanità
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
È successo quando Giuseppe ha finalmente rivelato la sua identità ai suoi fratelli. E’ il primo momento in cui un essere umano perdona un altro.
Parashat Mikketz. Le apparenze ingannano: per questo si deve ascoltare
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Le apparenze ingannano. I vestiti tradiscono. Una comprensione più profonda, sia di Dio che degli esseri umani, non può venire dalle apparenze. Per poter scegliere tra il bene e il male, per vivere la vita morale, dobbiamo assicurarci non solo di guardare, ma anche di ascoltare.
Parahsat Vayeshev. Mai fare vergognare gli altri
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Mai far vergognare nessuno. Questo è ciò che Tamar insegnò a Giuda e ciò che un grande rabbino del nostro tempo insegnò a coloro che ebbero il privilegio di essere suoi studenti.
Parashat Vayshlach. La violenza genera altra violenza
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
L’unico atto di violenza di Shechem contro Dina ha costretto due dei figli di Giacobbe alla violenza, alla rappresaglia, e alla fine tutti furono contaminati o morti. La violenza ci contamina tutti. Allora è successo. E lo fa anche adesso.
Parashat Vayetzé. L’ebraismo è una religione d’amore e giustizia
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Ma l’amore non basta. Non puoi costruire una famiglia, figuriamoci una società, solo sull’amore. Anche per questo hai bisogno di giustizia. L’amore è parziale, la giustizia è imparziale. L’amore è particolare, la giustizia è universale.
Parashat Toledot. Sbagliando si impara
Giacobbe aveva ragione a prendere la benedizione di Esaù sotto mentite spoglie? Aveva fatto bene a ingannare suo padre e a prendere da suo fratello la benedizione che Isacco cercò di dargli? Rebecca aveva ragione nel concepire il suo piano in primo luogo e nell’incoraggiare Giacobbe a realizzarlo?
Parashat Vayerà. La Torà sancisce la nascita dell’individuo
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Torah rappresenta la nascita dell’individuo come figura centrale nella vita morale. Poiché i bambini – tutti i bambini – appartengono a Dio, la paternità non è proprietà, ma tutela. Non appena raggiungono l’età della maturità (tradizionalmente dodici per le ragazze, tredici per i ragazzi) i bambini diventano agenti morali indipendenti con la propria dignità e libertà.
Parashat Lech Lechà. Riconoscere che anche gli antenati biblici sbagliano dimostra la moralità nell’ebraismo
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Nell’ebraismo la vita morale riguarda l’apprendimento e la crescita, sapendo che anche i più grandi hanno fallimenti e anche i peggiori hanno grazie salvifiche. Richiede umiltà verso noi stessi e generosità verso gli altri. Questa miscela unica di idealismo e realismo, è la moralità nella sua forma più esigente e matura.
Parashat Noach. L’uomo è buono o cattivo?
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Quindi la Torah ci dice che naturalmente non siamo né buoni né cattivi, ma abbiamo la capacità di essere entrambi. Abbiamo una naturale inclinazione all’empatia e alla simpatia, ma abbiamo un istinto ancora più forte per la paura che può portare alla violenza.
Parashat Bereshit. L’esempio del Sole: non sentirsi minacciati dagli altri per brillare
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
L’ideale di umiltà della Torah significa seguire l’esempio dato dal sole, di non sentirsi minacciati dalle stature in competizione degli altri. Significa sentirsi sicuri di sé indipendentemente dal riconoscimento che si è guadagnato, e indipendentemente da come gli altri lo percepiscono.