Torà

Fuoco

Parashat Sheminì

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Aronne, dopo i sette giorni di consacrazione, benedice il popolo, e la gloria del Signore appare in una grande luce sul Santuario. Ma i figli di Aronne, Nadav e Avihù, appena consacrati, presentano sull’altare un incensiere con un`fuoco diverso’ da quello che era stato loro comandato. L’errore viene punito dal Signore con la morte. La Parashà termina con una dettagliata descrizione degli animali permessi e di quelli proibiti nell’alimentazione ebraica.

Il fuoco perpetruo di cui si parla nella parashat Tzav

Parashat Tzav – Shabat HaGadol

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò 
Leggiamo nella parashà di questa settimana che un fuoco perpetuo doveva bruciare sull’altare e non doveva mai spegnersi (Levitico 6,6). Ovviamente non stiamo parlando di un fuoco qualunque ed il Talmud ci insegna che le fiamme avevano la forma di un leone e brillavano come raggi di sole (Yoma 21b).
Vaykrà

Parashat Vaykrà

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Dobbiamo ammettere che è davvero complicato per noi moderni comprendere il significato profondo dei sacrifici, elemento centrale del libro del Levitico. Forse la domanda che dovremmo porci è se il nostro mondo è davvero profondamente sensibile nei confronti del mondo animale.

Nella parashà di Vayakel-Pekudei si parla dell'incenso che bruciava sul Mishkan

Parashat Vayakel-Pekudey, Parashat Parà

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
“E i capi dei popolo portarono pietre d’onice e pietre da incastonare per l’efod e per il pettorale, aromi e olio per il candelabro, per l’olio dell’unzione e per il profumo fragrante, il ketoret hasamim” (Esodo 35, 27-28). È sempre stato difficile comprendere fino in fondo l’offerta dell’incenso che bruciava nel Mishkan ed in seguito nel Mikdash, nel Tempio di Gerusalemme. Il ketoret bruciava quotidianamente ed una volta l’anno bruciava all’interno del Kodesh haKodashim, il luogo più sacro del Tempio.

una parashà

Parashà Tetzavvè

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Mishkan
e mikdash rappresentano insieme i luoghi del nostro incontro con Dio, lì dove il mishkan è il luogo dello studio e della gioia, dell’incontro per così dire più intimo e fisico, mentre il mikdash rappresenta il luogo della consapevolezza del nostro limite di fronte il Trascendente, di fronte a ciò che ci fa “tremare” di timore per Dio.