Gli Stati Uniti premono per la tregua Israele-Hamas. Netanyahu: “Stiamo creando un deterrente per il terrorismo”

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di Paolo Castellano

Dopo più di una settimana di scontri, la Comunità internazionale sta premendo per realizzare una tregua tra lo Stato di Israele, Hamas e la Jihad islamica palestinese. Come riportano i giornali, tra cui la Repubblica, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe chiesto esplicitamente a Benjamin Netanyahu di accogliere la proposta di tregua realizzata dall’intelligence egiziana. Finora, sono quattro le telefonate intercorse tra Washington e Gerusalemme.

«Non stiamo col cronometro in mano», ha replicato Netanyahu alle insistenze degli USA. Il premier israeliano ha infatti spiegato agli alleati che per difendere la sicurezza dello Stato ebraico ci siano due strade: l’occupazione di Gaza o la creazione di un deterrente. L’Israel Defense Forces sta lavorando sulla seconda opzione e ha bisogno ancora di tempo per distruggere le strutture militari di Hamas, compresa la fitta rete di tunnel denominata “Metro”.

Secondo gli analisti, l’esercito israeliano avrebbe come obiettivo l’eliminazione del misterioso capo militare di Hamas, Mohammed Deif. Lo riporta Israel National News.

Nel frattempo, emergono ulteriori preoccupazioni sul fronte libanese dopo che negli ultimi giorni – per tre volte – sono stati sparati razzi verso lo Stato ebraico.

Per quanto riguarda l’offensiva di Hamas e della Jihad islamica palestinese, nella notte di giovedì mattina le sirene sono suonate a Be’er Sheva, Ofakim e Kiryat Malakhi.

I paramedici del Magen David Adom hanno fornito assistenza medica a un uomo di 50 anni e una ragazza di 14 anni che sono stati feriti mentre correvano verso un rifugio antimissile israeliano.

Per di più, un portavoce dell’IDF ha confermato che un missile anticarro è stato lanciato dal Nord della Striscia verso un autobus parcheggiato al valico di Erez tra Gaza e Israele. Come riporta Israel National News, il veicolo era vuoto, ma un soldato dell’IDF è rimasto ferito dalle schegge dell’esplosione.

Ieri, l’IDF ha utilizzato l’aviazione per bombardare un deposito di armi situato nella casa del ministro della Giustizia e dei Prigionieri liberati di Hamas. Poi, in tutta la Striscia di Gaza sono state attaccare altre infrastrutture militari in case di comandanti dell’organizzazione terroristica palestinese.

Inoltre, il 19 maggio, circa 200 razzi sono stati lanciati contro Israele nel lasso di 12 ore, la maggior parte è stata indirizzata verso le località meridionali dello Stato ebraico. Il 90% dei razzi è stato intercettato dal sistema di difesa missilistica Iron Dome.