di Paolo Castellano
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) deve impedire la diffusione dei testi scolastici che elogiano e incoraggiano al martirio contro Israele e l’Occidente. L’appello proviene dalla commissione per gli Affari esteri del parlamento europeo. Questo argomento ha infatti animato l’incontro del 7 febbraio tra gli europarlamentari e Fabrizio Hochschild-Drummond, consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite.
Miriam Lexmann, eurodeputata slovacca, ha invitato l’UNRWA a impegnarsi di più nel controllo sui testi scolastici destinati ai giovani palestinesi che vengono finanziati anche con il sostegno dell’Unione Europea. «Dobbiamo garantire che il denaro dei contribuenti europei non venga utilizzato per stampare materiale che inciti all’odio, all’antisemitismo e alla glorificazione della jihad», ha dichiarato Lexmann.
Come riporta il Jerusalem Post, l’UNRWA ha recentemente diffuso testi che esaltano “i martiri” ovvero quegli individui che hanno sacrificato la vita per compiere atti di terrorismo contro Israele, o in nome dell’Islam – compresi gli assassini che hanno organizzato omicidi di massa. Tutto ciò fa parte della propaganda di un estremismo religioso che suggerisce a migliaia di studenti in Cisgiordania e Gaza di abbracciare la jihad.
Testi scolastici di tal genere sono stati adottati nei programmi didattici dell’Autorità Palestinese e raffigurano Israele come uno Stato illegittimo, cancellandolo dalle mappe e rinominandolo con “Palestina”. Sono molte le tipologie di educazione all’odio contenute nei testi scolastici distribuiti dall’UNRWA. Per esempio, un libretto di grammatica araba contiene frasi come “la jihad è una delle porte del paradiso”. Un altro sostiene che ” i palestinesi sono leoni nel combattere i nemici”. Inoltre, sono state individuate anche alcune poesie su come “un fuoco violento attenda l’occupazione” e che “la madrepatria è degna di qualsiasi tipo di sacrificio”.
L’UNRWA ha risposto alle accuse del Parlamento europeo, sostenendo che i libri siano stati distribuiti “erroneamente”. L’organizzazione ha poi assicurato che saranno presi dei provvedimenti per rimediare allo sbaglio. Momentaneamente, è stato suggerito agli insegnati palestinesi di “modificare o saltare le pagine che sono state ritenute inappropriate”.