di Ilaria Ester Ramazzotti
Dal deserto del Negev alla pianura Padana. Le tecniche agricole israeliane sull’irrigazione a goccia saranno esposte a Milano all’Expo 2015 e applicate a scopo dimostrativo in quattro aziende agricole lombarde.
Nel corso dei sei mesi dell’Esposizione universale, in scena nel capoluogo lombardo, il sistema di drip irrigation sarà messo in opera in fattorie di Milano, Mediglia, Mantova e nel centro di ricerca Parco tecnologico padano di Lodi, con la collaborazione dell’ufficio commerciale d’Israele di Milano. Lo ha confermato a Il Giorno lo scorso 8 marzo Yoram Kapulnik, direttore dell’Organizzazione per la ricerca in agricoltura dello Stato d’Israele e del Volcani center, un centro di studi sulle scienze agricole e dell’ambiente vicino a Tel Aviv.
Ma non solo. «Vedrete anche molte tecnologie low cost – ha aggiunto Kapulnik – come un’aria condizionata a basso impatto che permette di manipolare la temperatura e l’umidità nelle serre. È un risparmio perché consente di ridurre anche l’uso di pesticidi chimici». In Israele si studia inoltre la robotica applicata all’agricoltura ed è stato ideato, ad esempio, un robot in grado di trasportare ramaglie. «Il problema è che il profitto per gli agricoltori è ancora troppo basso e, per questo, l’età media di un contadino in Israele è di 61 anni – ha sottolineato Kapulnik -. La nuova generazione non si avvicina al mestiere e il rischio è di dipendere da Paesi terzi».
L’obiettivo è quindi di promuovere un’agricoltura low cost capace di conciliare una buona resa produttiva con la sostenibilità ambientale e di migliorare il profitto delle aziende agricole. Secondo Kapulnik è necessario considerare «la lista della spesa dei contadini, verificare cos’è caro e renderlo più economico». Una posizione condivisibile in Israele come in Italia e nel resto del mondo, che il padiglione di Israele porterà sotto le luci di Expo 2015.