Ester Rada: pop-rock afro-ebraico da Israele l’11 dicembre al Teatro Manzoni

Appuntamenti

di Roberto Zadik

Per “Aperitivo in concerto”, il prossimo 11 dicembre, la grande cantante si esibirà al Teatro Manzoni di Milano. Sarà possibile ascoltare live le canzoni del suo ultimo disco Life happens, successo internazionale, in inglese e amrica

Ester Rada
Ester Rada

 

Ormai Israele, come tutto il mondo, sta diventando una società sempre più mista e variegata e gli ebrei provenienti dall’Etiopia e dall’Eritrea costituiscono un’etnia importante e numerosa all’interno del meltin’ pot del cosmopolita Stato ebraico. Questa varietà di stili ed esperienze, anche artistiche, giunge a Milano per la rassegna “Aperitivo in concerto” al Teatro Manzoni. Il prossimo 11 dicembre, infatti, si esibirà la cantante israeliana di origini etiopi Ester Rada, dopo il trionfale concerto jazz del trombonista Avi Lebovich, che lo scorso 13 novembre si è esibito affiancato dal pianista Omer Klein e da una “task force” di 13 affiatati e straordinari musicisti, in uno scatenato live tenutosi davanti a un pubblico in adorazione.
Con la sua voce calda e sensuale e una presenza scenica vivace e coinvolgente, Ester Rada, che lo scorso 7 marzo ha compiuto 31 anni essendo nata nel 1985 a Kiryat Arba, in Israele, da genitori etiopi scappati dalla guerra nella lontana patria, è cresciuta in un ambiente famigliare molto osservante, parlando in casa la lingua amrica, dialetto etiope, mentre in Eritrea si parla il tigrino.
Da quando era bambina, a 11 anni, ha cominciato a cantare. Poi, dopo il divorzio dei genitori, nella sua scatenata adolescenza, assieme alla madre e al fratello, la cantante ha cominciato a esibirsi in piccoli concerti rap e funk a Nethanya. Acclamata da pubblico e critica per le sue indubbie doti canore, la bella cantante, influenzata dal Rn’B, dal soul, e dal jazz di grandi artisti etiopi come Mulatu Astatke,  così come da storiche cantanti afroamericane, come Ella Fitgerald che cantava spesso in coppia con l’amico Louis Armstrong e Aretha Franklin, ha portato un genere nuovo nella musica israeliana.
Tradizionalmente, la maggioranza dei cantanti israeliani si è sempre esibita in ebraico e si dividevano fra “cantautori impegnati” alla Arik Einstein e David Broza o seguivano un genere pop o etnico, cantando le loro origini, ashkenazite e est-europee o sefardite o yemenite, nel genere “mizrahì” (orientale) reso popolare da artisti di origini yemenite come Noa, Eyal Golan o Ofra Haza.
Ebbene le cose stanno cambiando; ora, dopo il ribelle Assaf Avidan e il suo bellissimo album Gold Shadow, arriva un’altra artista israeliana che canta in inglese e intona un genere molto originale, all’americana, di musica R’nB e vivace.
Con canzoni suggestive come No more, la vivace Monsters e rifacimenti delle canzoni di Nina Simone come Feeling Good, ricantata anche dalla rockband inglese dei Muse, ma da lei in versione reggae, Ester Rada salirà sul palco del Teatro Manzoni pronta a stupire e a divertire il pubblico della manifestazione “Aperitivo in concerto” con la sua verve e i successi del suo album Life Happens.

 

Ester Rada - Life HappensIl disco contiene canzoni in inglese e in amrico ed è stato accolto molto positivamente in Canada, negli Stati Uniti e ora anche in Europa.
Canzoni israeliane in inglese? Ebbene sì e come ha specificato la cantante, che ha cominciato nel mondo dello spettacolo come attrice, «cantare in inglese facilita la conoscenza della mia musica nel mondo e questa idea è nata sentendo canzoni inglesi e americane che mi hanno profondamente ispirato. Ho lavorato con musicisti di varie origini e provenienze», ha aggiunto la Rada nella recente intervista pubblicata sul sito www.straight.com, «ho collaborato con artisti iracheni, yemeniti, marocchini o polacchi e questo ha ampliato molto la mia visione artistica, creando un sound originale di cui sono molto soddisfatta».
Successivamente, al Manzoni, si esibiranno, il prossimo 5 febbraio, altri due artisti di grande fama e carisma, come Omer Avital, acclamato contrabbassista e compositore jazz israeliano di origini marocchine e yemenite e, il 5 marzo, sarà la volta di Daniel Zamir, giovane e straordinario sassofonista proveniente dal mondo religioso e scoperto dal geniale compositore e produttore musicale ebreo americano John Zorn, che concluderà il ciclo di performance di quest’anno.

Per informazioni e prenotazioni
www.aperitivoinconcerto.com