di Emi Sarfati Menda
Questa crema bianca, morbida e profumata è diffusa in tutta la Mezzaluna fertile e Medio Oriente. Ne esistono infinite varianti; in genere, a cambiare a seconda delle aree culinarie, è un solo ingrediente. A base di latte e zucchero, il jolly in questione è la farina (in Turchia e Grecia), la maizena o amido di mais (in Libano e Siria), la fecola di patate, il semolino e altri generi di addensanti (in Iraq e Israele. Gli ebrei del Brasile, in certi casi usano anche la tapioca!).
Servito caldo o freddo, è sempre una squisitezza, specie se decorato – una volta tirato fuori dal frigo e prima di essere servito -, con pistacchi messi a bagno nell’acqua calda e poi mondati dalla loro pellicina, oppure con granella di mandorle. Servito in scodelle di porcellana o vetro, rievoca serate estive e antichi cortili interni di case in pietra con le tipiche fontane d’acqua al centro, le verande sul Bosforo e l’andamento lento di una socialità d’antan, capace di lasciare scorrere il tempo senza l’imperio produttivo che tiranneggia le nostre vite.
La bianca morbidezza del Muhallebi, le sue varianti con cannella, acqua di fiori d’arancio o di rose, ci parlano un linguaggio di sapori arcaici e semplici, la cui freschezza arriva fino a noi dalle cucine della diaspora sefardita, anche grazie ai suoi ingredienti “facili” e a portata di mano e una ricetta davvero basica.
Preparazione
Fare cuocere a fuoco lento e girare con il cucchiaio, fino a quando non ci sono più grumi. Farlo un po’ raffreddare. Poi mettere nel mixer e farlo andare per 20 minuti. Poi passarlo nel freezer. Prima di servire, mettere la cannella o acqua di fiori di arancio o acqua di rosa. Buon appetito!
Ingredienti
1 litro di latte
un bicchiere di zucchero riempito per tre quarti
4 cucchiai di farina
125 g di margarina