Il Bene fatto bene, ecco i protagonisti: associazioni, beneficenza, solidarietà

Ebraismo

di Sofia Tranchina

Tempo, attenzione, idee: dedicarsi agli altri vuol dire mettere in circolo nuove forze
e energie, guardare agli Altri come parte di noi, e a noi stessi come parte di un Tutto

Non solo Servizio Sociale della CEM e Volontariato Federica Sharon Biazzi: molti enti, associazioni ebraiche e movimenti giovanili si impegnano nell’aiuto del prossimo, con raccolte fondi da destinare, in diverse forme, alla tzedakà o donando il proprio tempo e le proprie energie. Ecco una panoramica.

Adei Wizo
«Sarebbe facile tradurre tzedakà con beneficenza, – dice Susanna Sciaky, Presidente Nazionale – parlare dell’etimologia della parola per raccontare come la giustizia di Dio debba esprimersi attraverso la bontà degli uomini e infine concludere che l’ADEI WIZO è un magnifico strumento per la tzedakà: il cofanetto dove accumulare la speranza per tante donne e ragazzi che potranno continuare la loro vita al meglio grazie alle nostre offerte.
La verità è che per me e per molte donne dell’Associazione questa parola è sempre stata talmente associata all’ADEI WIZO che ha finito per diventare qualcosa d’altro che forse sfugge alle definizioni della Torah, del Talmud o di Maimonide. Penso al lavoro per preparare una raccolta fondi, o un evento importante, alle visite in Israele, alle riunioni fino a tarda notte. Penso ai discorsi fatti dalle nostre madri e ripetuti alle nostre figlie. Penso all’impegno di Berta Sinai, Riri Fiano, Lia Hassan Servadio, Edith Ovadia, Bianca Colbi Finzi e a tutte le donne che le hanno precedute e allora la parola che mi viene in mente è un po’ diversa ed è kirvàh (vicinanza). Sì, perché se la tzedakà descrive un atto in qualche modo naturale del nostro ordinamento, ci vuole un po’ di più per raccontare tutto l’amore la lotta e la vicinanza che tante donne hanno riversato nell’ADEI WIZO come fosse la propria famiglia». L’Associazione Donne Ebree d’Italia – Women International Zionist Organization è un movimento nato per dare una voce alle donne, per difenderne i diritti al lavoro, allo studio, alla famiglia e alla protezione dalle violenze. L’associazione promuove l’istruzione, la tutela dei minori e l’inclusività, con scuole, day care, asili e nidi in Israele, oltre ad aver realizzato residenze per donne maltrattate e centri di supporto per anziani, e a battersi quotidianamente per i diritti civili e per la lotta ad antisemitismo e antisionismo. A questo scopo, organizzano frequenti conferenze e seminari su diversi temi ebraici, dei quali fa parte il Premio letterario Adelina Della Pergola per opere di narrativa di autori viventi pubblicate in Italia, con i tre premi Ragazzi, Adulti, e Speciale.
Adei-Wizo si occupa anche di adozioni a distanza e raccolte fondi.

AME – Associazione Medica ebraica
«L’Associazione Medica ebraica – dice la presidente Rosanna Supino – non è una associazione solo per medici e operatori della sanità, ma per tutti, ebrei e no. Ringraziamo amici e sostenitori e tutti coloro che vogliono partecipare attivamente o solo seguirci nelle nostre attività. Medicina non è solo scienza, è tzedakà, che vuol dire prima di tutto giustizia e cioè fare la cosa giusta. Medicina è operare per gli altri, è curare e prendersi cura degli altri. Ed è questo che noi vogliamo fare con i nostri progetti, e affrontando vari temi. I nostri incontri sono indirizzati a un pubblico ampio anche non competente in materie sanitarie, con l’obiettivo di informare, e dunque sensibilizzare, su temi critici per la nostra salute fisica e mentale o per approfondire problematiche dal punto di vista sanitario e religioso. Nata per incontri tra operatori della sanità, oggi AME organizza eventi di informazione su vita, salute, etica, dal punto di vista laico e religioso, con la eventuale partecipazione anche di rappresentanti del rabbinato. Incontri rivolti a tutti!».

Amici di Alyn
Per far fronte alle necessità economiche dell’Alyn Hospital di Gerusalemme, nasce nel 1984 l’associazione Amici di Alyn.
La struttura mette a disposizione dei giovani con disabilità un ampio personale specialistico, apparecchiature all’avanguardia e un forte settore di ricerca tecnologica; gestisce terapie, programmi di reintegrazione alla vita sociale, attività sportive terapeutiche, e formazione scolastica, con una sezione (Evelyn Blum Skill Building Center) per l’assistenza dei bambini con ritardo comportamentale e difficoltà di apprendimento.
Offre inoltre tre programmi di sostegno per pazienti con ventilazione artificiale: Shachar, che comprende un asilo nido e una scuola di educazione speciale; Warm Home, un ambiente domestico dove fare terapia e vivere con le famiglie, e il Legacy Heritage Fund, un centro dove vivere in equilibrio tra il bisogno di indipendenza e una supervisione medica continua.
Alyn si contraddistingue anche per la ricerca tecnologica applicata: un laboratorio d’avanguardia di analisi del movimento del corpo umano (Motion Analysis Laboratory), con una sofisticata tecnologia di motion capture tridimensionale, permette ai pazienti con difficoltà deambulatorie di imparare a controllare i propri impulsi di movimento.
Inoltre, sostiene un progetto imprenditoriale (ALYNnovation) per sviluppare a livello globale protesi e attrezzature dedicate per migliorare la qualità della vita dei pazienti disabili, grazie a laboratori creativi e stampanti 3D. Infine, l’associazione Amici di Alyn organizza annualmente le escursioni Wheels of Love e Heels of Love.

Associazione Amici
di Magen David Adom Italia
«Come recita il Talmud, ‘salvare una vita significa salvare il mondo intero’. Siamo completamente assorbiti dalla mitzvà della tzedakà: tutto quello che riceviamo viene trasformato in mezzi per salvare vite umane» racconta Sami Sisa, presidente dell’associazione Amici di Magen David Adom. Grazie alle donazioni e al lavoro dei volontari, MDA, il Servizio Nazionale di Emergenza pre-ospedaliera dello Stato di Israele, è diventato la «seconda istituzione più stimata dagli israeliani dopo l’esercito, per l’apporto quotidiano con cui si impegna a proteggere la vita».
Dotato di mezzi e tecniche di soccorso all’avanguardia e di personale d’eccellenza medica, permette di intervenire tempestivamente in caso di incidenti, malattie, calamità naturali, e attacchi terroristici. Rapidità ed efficienza sono i punti di forza di ogni intervento.
La raccolta fondi in Italia non solo ha aiutato alla costruzione della Banca del Sangue recentemente inaugurata, ma anche permette di acquistare mezzi nuovi. «Ho appena ricevuto il prospetto di una moto che abbiamo donato: ha fatto 9.223 interventi. Ogni mezzo aiuta tantissimo».
Inoltre, MDA promuove corsi di formazione sia mandando operatori da Israele per formare il personale medico italiano, sia inviando sanitari italiani in Israele per un’esperienza sul campo.
«Abbiamo 30.000 volontari sul territorio. In settembre verrà anche a parlare il presidente della Mezzaluna Rossa Giordana, il dottor Hadid, che ha permesso a MDA di entrare nella Croce Rossa Internazionale per motivi umanitari».

Bené Berith
La locandina dell'evento del 29 gennaio del bené Berith sulla legge di Israele Stato ebraicoFondato negli USA nel 1843, il Bené Berith svolge attività legate alla pura tzedakà (beneficenza per i poveri) e all’assistenza sociale. Ad oggi, opera in oltre 50 paesi e ha rappresentanza all’ONU. In Italia ha sedi a Milano, Roma, Firenze e Livorno.
Tra i campi di azione del Bené Berith, c’è quello di assistere pazienti degli ospedali e vittime di disastri, e aiutare «chiunque abbia bisogni principalmente economici ma anche, all’occasione, di supporto emotivo», spiega Claudia Bagnarelli.
Lavorano in stretta collaborazione con i servizi sociali della comunità; inoltre, tra le iniziative rivolte alla formazione giovanile su ampia scala, c’è quella di stanziare borse di studio e premi sia per le scuole della comunità ebraica di Milano sia in Israele.
In collaborazione con la sezione internazionale, interviene nelle emergenze quali la guerra in Ucraina e la catastrofe di Haiti. Infine, aiutano i giovani che non possono permetterselo a partecipare ai campeggi e viaggi organizzati dai movimenti giovanili. Il Bené Berith ha recentemente presentato il piccolo libro, realizzato dal consigliere Manuel Mires Mi-Yad Le-Yad (da una mano all’altra): una collezione di saggi e parashot sul tema della tzedakà, destinato ai ragazzi che si accingono a fare il Bar o Bat Mitzvà.

Bené Akiva
Il più grande movimento giovanile religioso volto a trasmettere i valori dell’ebraismo, della Torah, e della terra di Israele (Torah veAvodah), il Bené Akiva conta ben 125mila persone iscritte in 42 Paesi. A Milano, riunisce in senif ogni sabato pomeriggio giovani tra i 9 e i 18 anni, che hanno così l’opportunità di conoscersi pur frequentando scuole diverse. Il Bené Akiva è diviso in kvutzot e dà ai giovani, raggiunti i 17 anni, la possibilità di diventare mardrichim, responsabili delle attività.
I giovani fanno tefillah insieme e partecipano ad attività educative e shiurim. Inoltre, il movimento organizza campeggi quali il Machanè Sayarim estivo (per ragazzi tra i 15 e i 16 anni), e il Machanè Avodà. Non mancano infine di organizzare eventi e incontri per channukah e di preparare pacchetti per il seder di Pesach.
«Il Bené Akiva è una tappa importante per l’identità ebraica, e per costruire amicizie che dureranno tutta una vita. È quasi una seconda famiglia su cui poter sempre contare», spiega Ofir Betesh.

Beteavon
Beteavon, che significa Buon Appetito, è una cucina sociale kosher con sede nella Scuola del Merkos di Milano, che si occupa di offrire pasti caldi gratuiti a chi ne ha bisogno, senza distinzione di religione e di ceto.
Aiutano persone in ospedale che non hanno accesso a cibo Kasher, giovani che non possono permetterselo, arabi senzatetto che mangiano Halal, anziani, persone sole, e chiunque non riesca a prepararsi un pasto per motivi fisici, economici o psicologici. «Cerchiamo di assecondare sempre chiunque ci chieda un pasto, senza indagare, perché chiedere aiuto è già una dimostrazione di bisogno», ci dice Natalie Silvera.
Tutti i mercoledì sera operano in stazione Garibaldi con la comunità di Sant’Egidio e in piazza san Babila con i City Angels. «È importante per noi che il pasto sia caldo, mentre altre associazioni portano solo pasti confezionati». Inoltre, portano sui 50 pasti a settimana nelle case accoglienza per mamme e bambini sottratti a situazioni difficili. Infine, non possono certo mancare al loro programma i pasti rituali delle festività ebraiche: non solo pane e vino per gli shabbatot, ma anche seder di Pesach e cibo per tutte le occasioni del calendario.

Hashomer Hatzair
Nato nel 1913, l’Hashomer Hatzair è un movimento giovanile internazionale ispirato al Sionismo socialista. In Italia ha sei Kenim a Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna e Napoli, divisi in kvutzot (gruppi) per livelli di età: dagli 8 ai 16 anni si è chachanim, mentre dai 17 ai 19 si diventa madrichim, capogruppo, svolgendo il ruolo attivo di educatori e organizzatori.
Durante l’anno si svolgono seminari e peulot, attività di discussione volte a responsabilizzare e incoraggiare i giovani a interessarsi alla società, sviluppando uno spirito critico. Sono poi momenti fondamentali i due campeggi annuali: uno durante le vacanze invernali (machanè choref) e uno durante quelle estive (machanè kaits).
I giovani che hanno completato il liceo possono trascorrere un periodo di dieci mesi (Shnat hachshara) in Israele, con lavoro in kibbutz, ulpan e volontariato, per diventare shlichonim, ovvero tornare a portare la loro esperienza per aiutare il movimento.

Keren Hayesod
Fondato nel 1920 come braccio finanziario di raccolta fondi per l’Agenzia Ebraica, il Keren Hayesod ha iniziato la sua attività con programmi di preparazione all’Aliyah, sostenendo anche economicamente l’assorbimento dei nuovi cittadini nella società. Oggi conduce più di 60 campagne di raccolta fondi in tutto il mondo con progetti che coprono l’intero arco della vita. Tra i suoi obbiettivi principali, quello di sostenere la parte fragile della società israeliana, e di rinforzare l’educazione ebraica nella diaspora, come detta «l’importanza di essere sul posto prima che si verifichi l’emergenza, e di arrivare ovunque ci sia un ebreo che ha bisogno di aiuto», come spiega Francesca Modiano.
Oggi hanno anche una Women’s Division che si occupa di diversi progetti a rotazione: emancipare ragazze e ragazzi a rischio, terapie per le disabilità infantili, aiuti ai soldati congedati, e corsi di studio MASA. Inoltre, si occupano di alta formazione High Tech accessibile, borse di studio, istruzione alla musica, studi sulle radici ebraiche, e villaggi dove giovani a rischio possono risiedere, studiare e frequentare il centro di pet therapy.
Quest’anno, dal 23 al 28 ottobre proseguiranno la loro walk Israel, una escursione di gruppo lungo l’Israel National Trail con cui raccolgono fondi, camminando da Haifa a Gerusalemme.

KKL
«L’ebreo ha la memoria come punto fondamentale della propria educazione culturale – spiega Sergio Castelbolognesi, presidente del KKL italiano – e io credo che il modo migliore per ricordare qualunque evento sia proprio con un albero. Ci viene spesso chiesto di piantare un albero per commemorare un proprio caro; inoltre, svolgiamo una funzione di memoria collettiva per ricordare gli eventi dell’olocausto, piantando alberi in memoria dei giusti che si sono distinti».
Nato nel 1901 come raccolta fondi per comprare terreni per gli ebrei in Israele, il Keren Kayemeth LeIsrael è diventato presto la più antica organizzazione ecologica al mondo, con la missione di rendere coltivabili quegli stessi terreni e di «far fiorire il deserto», con le parole di David Ben Gurion.
La tutela dell’ambiente passa anche attraverso la trasmissione dei valori di rispetto del verde: il KKL promuove infatti cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti sia individuali che collettivi. «La nostra fondazione è un ente benefico non a scopo di lucro. Abbiamo un ruolo di raccolta fondi e di divulgazione e istruzione, che ci porta infatti ad avere accordi con l’ente forestale italiano (i carabinieri) per la salvaguardia dell’ambiente». KKL si occupa infatti anche di ricerca scientifica e sviluppo sostenibile, con tecnologie avanzate per il trattamento delle risorse idriche e competenze in agricoltura biologica.
Infine, anche la missione umanitaria ha toccato il cuore dell’organizzazione, ed è per questo che oggi il KKL accoglie nel centro educativo Nes Harim gli orfani dall’Ucraina.

 

Foto in alto: nella sinagoga di Urbino, un antico parochet dedicato alla ghemilut hasadim (© Ester Moscati)