di Mara Vigevani
Non le conosciamo fino a quando non succede. Incredibili donne vittime del terrorismo, femministe, attiviste, religiose, laiche. Persone che si pongono continuamente domande, anche nei momenti più tragici.
Una coincidenza o il caso ha voluto che questa settimana le vittime israeliane della Intifada dei coltelli, siano donne, anche loro speciali: Dafna Meir, uccisa a 38 anni davanti a casa sua e Michal Fruman, ferita nel negozio dove lavorava.
Le loro storie sui giornali e sui social media, hanno nuovamente aperto una finestra su uno dei mondi israeliani al femminile più interessante: religiose, colone, pluraliste, femministe.
Dafna faceva parte della associazione Koleh, che significa “la tua voce”, impegnata per la parità dei generi nell’ebraismo.
Michal, la nuora del famoso Rav Fruman, portavoce della convivenza con I palestinesi, è ancora in ospedale. In una intervista alla radio ha raccontato del suo incontro con l’attentatore:” era spaventato, mi ha ferita ed è scappato. E’ come se avesse voluto dimostrare a qualcuno che poteva farlo, e basta. Il suo sguardo era confuso. Non capitemi male, ho paura, e auguro ai terroristi tutto il male del mondo, ma nel momento che ha cercato di colpirmi si è creato un contatto fisico che non posso dimenticare. Vorrei veramente capire chi e'”
Eitam Henkin, ucciso con la moglie Neama, stava facendo una ricerca su Bruriah, una delle donne citate come sagge nel Talmud.
Raheli Frankel ha perso il figlio Naftali, rapito con altri due suoi amici. Il giorno del funerale Raheli, copricapo, gonna lunga, ha detto il Kadish. Non è stato un atto dimostrativo ma il gesto di una madre in lutto che recita il Kaddish per il figlio, immersa nel testo aramaico.
Eppure, il farlo davanti a una grande folla di persone, tra cui il rabbino capo David Lau e Rabbi Yaakov Shapira, ha dato un grande significato.
La recita del Kaddish del lutto da parte delle donne si sta facendo strada, in particolare nelle comunità ortodosse moderne.
È un esempio nato dal cuore della comunità nazionale-religiosa dove esiste un piccolo e particolarmente importante movimento religioso femminista.
Il movimento religioso femminista non è nuovo. Negli ultimi anni sono nati , centri di studio e di ricerca ad alto livello che si pongono continue domande: Matan, un istituto pioniere per il femminismo ebraico ortodosso, Nishmat , che ha coniato il nome rabbinessa, anche per le donne ebree ortodosse , che ne sanno molto, le donne che una volta venivano chiamate “consulenti di halaha’”.
Figure esemplari, persone incredibili, ce ne sono molte nella società israeliana femminista e all’interno del sionismo religioso che vuole rinnovarsi ” ha scritto Rahel Azaria, parlamentare religiosa ortodossa .” Donne e uomini femministi, che vogliono costruire insieme l’ebraismo di Israele basato su uguaglianza e amore. Peccato che conosciamo queste persone meravigliose in momenti di dolore difficili, e non abbastanza giorno per giorno”.