di Ilaria Myr
Non c’è turista che recandosi a Praga non abbia visitato le sue sinagoghe e monumenti ebraici: conosciuti in tutto il mondo, questi “gioielli” sono diventati una tappa immancabile di qualsiasi viaggio in questo Paese dell’Europa centrale. Ma la storia ebraica della Repubblica Ceca va molto oltre, estendendosi tutto intorno ai confini della sua capitale. Sono moltissime, infatti, le località della Boemia centrale in cui era presente una vita ebraica, documentata già fin dal decimo secolo: quello che ne resta dopo la seconda guerra mondiale e la Shoah sono solo muti resti, senza alcuna comunità ebraica, a eccezione di quella di Praga. Sinagoghe, cimiteri, ghetti: sono queste le innumerevoli vestigia di quello che fu, fino alla seconda guerra mondiale, un ebraismo vivo e fiorente.
Una preziosa testimonianza di questo patrimonio è il documentatissimo progetto “Monumenti ebraici nella Regione della Boemia centrale”, approvato dall’ex governatore della Boemia Centrale David Rath, di cui fa parte un libro, redatto in ceco, inglese ed ebraico, un dvd e una mostra. Quest’ultima, in particolare, dopo avere riscosso nel 2011 un enorme successo al Bauhaus Centre di Tel Aviv, attirando migliaia di persone, è stata ospitata alla fine di settembre a Milano dal Centro Ceco di Milano. «Ci siamo concentrati sui luoghi più importanti che vantano un patrimonio ebraico, come Kolín, Mladá Boleslav, Rakovník, Breznice, Cáslav, Brandýs nad Labem – spiega la responsabile del progetto Klara Zubíkova -. L’obiettivo era attirare turisti presentando monumenti e luoghi splendidi, anche se poco conosciuti, e fare capire che in Boemia non esiste solo la Praga ebraica». Alcuni di questi monumenti sono stati di recente sottoposti a restauro, grazie a fondi stanziati dalle autorità locali e al prezioso lavoro di Matana, un’organizzazione di recupero del patrimonio ebraico; molti altri, però, versano ancora in pessime condizioni, in attesa di trovare dei finanziamenti. Un aiuto importante viene anche da altre comunità ebraiche del mondo. «Durante la seconda guerra mondiale, gli arredi di alcune sinagoghe locali sono stati trasferiti a Praga in un deposito, diventato poi Museo ebraico – continua Zubíkova -. Ma negli anni ‘60 il museo non aveva più fondi per sopravvivere, e dunque alcuni rotoli della Torà sono stati venduti alle comunità in giro per il mondo. E sono queste stesse comunità, che oggi ricercano i luoghi di origine di questi Sifrei Torah, a portare in Repubblica ceca turisti e ad aiutarci a costruire delle partnership per il recupero di questi luoghi».
L’interesse per la mostra e per questi monumenti è grande fra persone di tutte le età e provenienze: turisti – molti ebrei ma anche non -, studenti, ma anche persone anziane locali che ricordano la presenza ebraica prima della guerra. «In Israele sono venuti molti ebrei cechi scappati durante il conflitto mondiale – ricorda con commozione Zubíkova -. Per loro questo nostro lavoro aveva una ragione e un significato precisi, e di questo sono molto contenta». Oltre a Tel Aviv e Milano, la mostra è stata presentata al Parlamento europeo a Bruxelles, al centro Ceco di New York, nella sinagoga di Kolín in occasione del 70° anniversario della deportazione degli ebrei locali a Terezin e, dopo Milano, a Trieste. Ma l’obiettivo è di portarla in altri musei e gallerie sia in Boemia Centrale sia in altri Paesi stranieri.