Un intervento di rav Laras.
Dopo la dichiarazione della Santa Sede, del 4 aprile, in cui si afferma:
“di fronte al ‘dispiacere’ espresso ‘da alcuni settori del mondo
ebraico’ verso la nuova formulazione in latino della preghiera
per gli ebrei del venerdì santo, la Santa Sede assicura che la nuova
formulazione (…) non ha inteso nel modo più assoluto manifestare
un cambio nell’atteggiamento che la Chiesa cattolica ha
svilupato verso gli ebrei” soprattutto dal Concilio. La Santa Sede,
ricordando “il vincolo del tutto particolare” tra ebrei e
cristiani, “respinge ogni atteggiamento di disprezzo e di
discriminazione verso gli ebrei, ripudiando con fermezza ogni
forma di antisemitismo”; rav Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, ha detto: “La dichiarazione in data odierna della segreteria di Stato
vaticana nei suoi intenti distensivi può essere recepita in
termini di positività”, afferma Laras. “Desidero sottolineare,
tuttavia, che la reazione critica di alcuni settori dell’ebraismo
e in particolare dell’assemblea rabbinica italiana al Motu
proprio papale del febbraio scorso non sembra francamente e
completamente frutto di nostri fraintendimenti o di nostre
ipersensibilità. Il tema in particolare della conversione degli
ebrei, rievocato dalla formula liturgica in parola e che ha
sollevato perplessità e reazioni del mondo ebraico, è rimasto
nella sostanza del tutto eluso”.
“Mi auguro – conclude il rabbino Laras – che il futuro delle
relazioni ebraico-cattoliche, nell’espressione del dialogo ma non
solo, non abbia più a vedere strappi, incomprensioni e polemiche
e che viceversa il cammino del dialogo proceda sempre più
marcatamente e utilmente in direzione della lotta
all’antisemitismo e di tutto ciò che contraddice il senso della
vita e della pace”.