di Redazione
Come previsto dal ricco programma, la mattina della Giornata europea della cultura ebraica si è aperta domenica 6 settembre alle 10 nell’inedita versione quasi tutta digitale.
A inaugurare la mattinata i saluti della Comunità ebraica e delle istituzioni cittadine. L’assessore alla cultura della Comunità ebraica Gadi Schoenheit ha ricordato commosso Philippe Daverio scomparso di recente, intervenuto nell’edizione 2016 della Giornata europea della cultura ebraica con Rav Amedeo Spagnoletto. Pia Jarach ha poi letto un messaggio del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che ha inviato un messaggio di saluto e di augurio in occasione della XXI Giornata europea della Cultura Ebraica. “Quest’anno segnato dalla pandemia del Covid 19 – che ancora condiziona pesantemente l’accesso a tutti i luoghi pubblici, compresi quelli in cui si articola il prezioso patrimonio culturale e artistico che fa capo alle principali comunità ebraiche – le celebrazioni previste dalla Giornata europea della Cultura ebraica, seppure con le doverose restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, acquistano un valore di testimonianza ancora più intenso. Perché confermano la volontà di mantenere salda una rete di collegamenti tra i luoghi della memoria che hanno segnato segmenti importanti della storia dei popoli del Vecchio Continente”.
“La Comunità ebraica è sempre stata parte integrante della città – ha spiegato il presidente della Comunità ebraica Milo Hasbani – e lo dimostreranno le testimonianze di membri arrivati da vari paesi. La forza della Comunità è la sua unità che le ha permesso anche di superare il lockdown e aiutare le persone bisognose durante l’emergenza della pandemia”.
Sala: “La comunità ebraica, in naturale alleato per la crescita di Milano”
“In un momento di difficoltà, Milano deve essere unità in tutte le sue comunità – ha esordito il sindaco di Milano Giuseppe Sala (nella foto nella sinagoga centrale di Milano in una precedente edizione della Giornata) -. La comunità milanese ha sempre dato un grande contributo alla città per la sua cultura millenaria e inesauribile creatività. Questa è anche una Giornata importante per l’Europa, che spesso però dimentica i valori fondanti di accoglienza tolleranza e rispetto, valori che la cultura e la fede ebraica hanno impresso nel DNA dei cittadini europei”.
In un momento critico per la città di Milano e per le altre città internazionali, Sala ha chiesto “a tutti la capacità di ascoltare e imparare. Questo è il momento di intensificare le opinioni e le idee. Oggi le mentalità dei cittadini stanno creando i presupposti di un cambiamento, e noi non possiamo rimanere fermi. Da una situazione difficile potrà nascere qualcosa di meglio di questo mondo. E in questo processo la comunità ebraica sarà sempre un naturale alleato”.
Rav Arbib: L’importanza del percorso nell’ebraismo
Il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib ha poi spiegato il significato della parola percorso nell’ebraismo, tema scelto per questa edizione della Giornata Europea della cultura ebraica. “Già all’inizio della Torà ad Abramo viene detto da D-o ? Lech lechà- vai via dalla tua terra – a spiegato il Rav -. Non viene però detto subito dove deve andare. Questo è il modello del percorso nell’ebraismo: sappiamo da dove partiamo, sappiamo la strada che dobbiamo percorrere ma non dove andiamo. Il progetto è il percorso, la strada che facciamo”.
Questo si ritrova anche nell’uscita dall’Egitto. “Gli ebrei sanno che andranno in Israele, ma chi ci arriva sarà solo la seconda generazione. Credere di sapere dove si va è un’illusione. Il Percorso è fondamentale, anche quando non sappiamo se arriveremo in fondo”. E riproponendo l’immagine fornita da Rav Chaim di Volozyn della scala da salire come relazione fra l’uomo e Dio, ha ribadito: “l’idea del percorso è la capacità di salire i gradini, continuare e non smettere e soprattutto non tornare indietro”.
Filippo Del Corno: “Questa giornata virtuale, un segno importante e generoso”
L’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo del Corno ha sottolineato “l’importanza del segno che lasciate oggi nel volere mantenere l’impostazione della Gece e svolgerla in questa situazione particolare – ha dichiarato -. Il luogo virtuale che avete creato permette di creare uno scambio di idee e prospettive. E questa è una grande generosità con cui la comunità ebraica dona racconta il racconto della propria storia e prospettiva di idee e di futuro. Le vostre giornate sono un modello di allargamento del patrimonio cognitivo e l’avere utilizzato la tecnologia per creare questa giornata, come strumento di maggiore condivisione, è un’importante indicazione di metodo”.
Roberto Jarach: “Il Memoriale deve riprendere la sua attività educativa”
“Questo è un momento molto importante per ricordare il valore della memoria – ha spiegato Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah, che quest’anno ha causa del Covid ha dovuto sospendere le visite, arrivate a quota 43mila nel 2019. “Spero che riprenderemo al più presto l’abitudine di portare i ragazzi delle scuole al memoriale, perché è fondamentale per formare le loro coscienze, per rafforzare l’unità e la collaborazione, e per capire i temi e problemi per la società delle prevaricazioni del XX secolo. Questa è la funzione fondamentale del memoriale, che spero riprenda al più presto”.
Roberto Cenati: “Bisogna essere per il popolo ebraico e la sua cultura”
Infine, Roberto Cenati ha portato il saluto dell’Anpi Provinciale di Milano da lui presieduta che ha ricordato un triste anniversario caduto ieri, e cioè il divieto agli alunni e ai docenti ebrei di accedere alle scuole e università.
“La comunità ebraica di Milano prese in pochi giorni la decisione di costituire in queste due villette anche una scuola secondaria superiore per studenti ebrei – ha ricordato -. Nella scuola di via Eupili numerosi professori liceali e universitari si adattarono ad insegnare perchè licenziati dalle scuole pubbliche. Fu il contrario di quello che auspicavano le autorità fasciste: la scuola diventò, grazie a questi eccezionali maestri, un’isola di alta cultura, di educazione, di libera discussione. In questa delicatissima fase caratterizzata dal ripresentarsi di una preoccupante deriva razzista e antisemita, in Europa, negli Stati Uniti, nel nostro stesso paese, è più che mai indispensabile tenere vive la memoria delle nefandezze compiute dal regime nazifascista.
In un convegno svoltosi a Milano il 14 dicembre 1992, promosso dalla Provincia di Milano, dal titolo “Milano contro l’antisemitismo per la libertà” al quale avevano tra gli altri partecipato Arrigo Levi, Giorgio Napolitano, Paolo Mieli, Rav Giuseppe Laras, il Cardinale Carlo Maria Martini osservò: “Essere contro l’antisemitismo non basta. Occorre molto di più. Bisogna piuttosto essere per. Bisogna quindi essere per il popolo ebraico, per la sua cultura, per i suoi valori, per la sua ricchezza umana e spirituale, per la sua storia, per la sua straordinaria testimonianza religiosa. Non dimentichiamo che la conoscenza e l’amore per le tradizioni storiche e letterarie, per le feste e le celebrazioni, per il senso della vita e dei valori che la tradizione ebraica porta con sé, fa parte della nostra cultura occidentale; anzi ne è una delle gemme preziose, e anche soltanto il non conoscerla è già un attentato alle nostre origini e alla nostra storia.” Credo che questo forte richiamo sia fondamentale e di estrema importanza.