di Redazione
Nel suo intervento alla Giornata della Cultura ebraica lo scrittore Marco Belpoliti ha affrontato, in diretta dal Memoriale della shoah di Milano, il tema della memoria in scrittori come Primo levi e Italo Calvino.
Nel suo intervento Belpoliti ha riflettuto sul concetto di memoria in Primo Levi. Il punto di partenza è stato il brano iniziale de I sommersi e i salvati in cui l’autore, sopravvissuto alla Shoah, parla della fallacia della memoria, sul quale Belpoliti ha riflettuto, insieme al concetto di cristallizzazione della memoria.
“Primo Levi non è solo un sopravvissuto, ma è anche uno scrittore – ha spiegato -. La sua esperienza non fa solo ricorso a suo vissuto ma anche agli strumenti che la letteratura offre per rendere più efficace il racconto e quindi la testimonianza.
Per molto tempo si è esitato a considerarlo uno scrittore, si faticava a capire che la forza della sua testimonianza stava anche nel linguaggio usato”.
Belpoliti ha poi collegato a Primo Levi un altro grande scrittore italiano, Italo Calvino, che debutta anche lui, come Levi con Se questo è un uomo, nel 1947 con Il sentiero dei nidi di ragno, nato anch’esso dall’esperienza diretta dell’autore, quella di partigiano.
“Il punto saliente che accomuna Calvino e Levi è la memoria dell’immaginazione, di cui si nutre lo scrittore per scrivere, per trovare un senso a quello che si è vissuto. Entrambi hanno affrontato il problema della memoria, strumento meraviglioso ma fallace”.