di Luciano Assin
A Haifa si e’ appena aperto “la festa della feste”, l’annuale festival che celebra le feste invernali delle tre grandi religioni monoteiste: Il festival, che si protrae per tutto il mese di Dicembre ha lo scopo dichiarato di promuovere l’avvicinamento fra le varie religioni e favorire la reciproca tolleranza. Non e’ un caso che la festa si svolga a Haifa, una citta’ dove la popolazione e’ molto eterogenea ed esiste una considerevole minoranza araba.
Come ogni festival che si rispetti anche in questo il calendario degli avvenimenti e’ ricco ma scontato: concerti liturgici, musica pop e rock (araba ed israeliana), spettacoli teatrali al chiuso e all’aperto, mostre artistiche e conferenze. La differenza fondamentale che contraddistingue la Festa delle feste da tutti gli altri eventi e’ l’atmosfera veramente unica che si respira nelle strade.
I due punti principali dove girare, mescolarsi con la gente e godersi in modo spensierato un po’ di sana convivenza pacifica sono la zona della “colonia tedesca” e il quartiere arabo di “wadi nisnas” distante pochi minuti di cammino. L’albero di Natale si mescola con il candelabro della hannukia’, Babbo Natale gira indisturbato sullo sfondo di minareti e moschee e su tutti domina incontrastato l’unico Dio rispettato da tutti i credi: il cibo. Che sia chiaro: chi ha qualche problema di linea e qualche etto di troppo non ha nessuna chance di uscire indenne da questa mitragliata ininterrotta di carni alla brace, fallafel, dolciumi, caldarroste, pannocchie di mais, humus, pite druse ripiene di labane (una specie di formaggio caprino) e zatar e altro ancora.
Bisogna quindi rassegnarsi e concentrarsi sulla marea umana che invade le stradine ed i vicoli della zona cercando di individuare le diverse tipologie: zabarim, ebrei russi, arabi cristiani e musulmani, ebrei ortodossi, etiopi e quant’altro ancora. Chissa’ se dopo questo piccolo sforzo antropologico e sociologico al tempo stesso non ci si accorga di quanto le differenze in fondo siano molto minori di quanto siamo portati a pensare.
E mentre giro per le bancarelle gradualmente comincio a pensare a Haifa in un modo diverso: Haifa “la rossa” dove un tempo il movimento laburista ne era il padrone incontrastato, la citta’ dove si trova la “Carmelit” la cosa piu’ simile a quello che si possa definire metropolitana in Israele, Haifa dove i mezzi pubblici funzionano anche di Sabato, cosa impensabile anche a Tel Aviv la citta’ laica per eccellenza del paese, Haifa con la vista mozzafiato del suo golfo e del porto dalla cima del Carmelo, Haifa la sede del santuario della religione Baha’i e dei suoi magnifici giardini pensili. Haifa sorniona, un laboratorio sociale dove in silenzio, senza tanti proclami sta forse vincendo la grande sfida a cui tutta Israele e’ chiamata ad affrontare: creare un modello di vita pacifico dove ci sia posto per tutti e dove ognuno sia in grado di rispettare e onorare le differenze del suo prossimo.