La Scuola Ebraica si riempie per Yom Haatzmaut

di Nathan Greppi
Per chi ci viene spesso, la sala sembrava quasi irriconoscibile: i posti da seduti erano stati tolti e il muro che la separa dalla palestra rimosso, per permettere a tutti i partecipanti di muoversi in piena libertà. Centinaia di persone, tra membri della comunità, rappresentanti delle istituzioni e semplici simpatizzanti hanno passato la serata a chiacchierare amichevolmente, affollarsi difronte al ricco buffet e ascoltare la musica dal vivo. Un barlume di spensieratezza, che giunge dopo mesi carichi di tensione.

In definitiva, questo era il clima che si percepiva la sera di lunedì 13 maggio, quando nella Scuola Ebraica di Milano si è celebrato Yom Haatzmaut, il giorno dell’indipendenza dello Stato d’Israele del quale ricorrono ben 76 anni. Un delizioso buffet offerto da Denzel, zucchero filato e pop corn fatti al momento hanno regalato ai numerosi partecipanti gusto e un’atmosfera di festa.

L’Aula Magna Benatoff piena per la festa di Yom Hatzmaut

La memoria storica

Nell’introdurre la serata il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib ha spiegato il significato di questo giorno con un aneddoto di David Ben-Gurion, quando venne chiamato a parlare davanti alla Commissione delle Nazioni Unite che doveva decidere la spartizione del territorio in uno Stato ebraico e uno Stato arabo: “Una delle cose che disse è questa: circa 300 anni fa, partì una nave dall’Inghilterra, i cui passeggeri avrebbero fondato gli Stati Uniti”, in riferimento alla Mayflower, che portò i primi inglesi in America.

“Ogni bambino americano, disse Ben-Gurion, conosce la storia di questa nave, e sa che è la storia fondativa degli Stati Uniti d’America. Però, si chiese, quanti bambini o adulti americani conoscevano i nomi dei passeggeri? Quanti sapevano quando era partita quella nave, e a che ora? Quanti bambini sapevano cosa avevano mangiato a bordo della nave? Pochissimi, probabilmente nessuno, rispose Ben-Gurion. A quel punto, raccontò un’altra storia: quella dell’uscita degli ebrei dall’Egitto. Di questa storia, noi sappiamo quanti ebrei sono partiti dall’Egitto per andare in Terra d’Israele, chi erano, che viaggio hanno fatto, che cosa hanno mangiato durante il viaggio. Sappiamo tutto questo”.

“Questa è la storia ebraica”, ha spiegato Rav Arbib. “Una storia di cui noi abbiamo una memoria molto precisa. Negare questa storia vuol dire negare una memoria che nessun popolo può vantare”.

Un giorno complicato

Festeggiare Yom Haatzmaut “quest’anno è molto complicato”, ha spiegato dal palco Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano. “È molto complicato, per tutti noi, festeggiare, per quello che ci portiamo dietro. Per le sofferenze che ancora vivono in Israele. Questa sera in Israele non c’è musica, non c’è festa, niente. Perché ancora oggi ci sono ancora più di 130 persone rapite in mano ai terroristi, di cui non si hanno notizie”.

Nonostante le complicazioni, ha aggiunto, “la fede del popolo ebraico è tale che, pur soffrendo, superiamo questo momento perché onoriamo le nostre vittime e chi non c’è più per aver difeso lo Stato d’Israele, e cerchiamo di continuare a vivere con fedeltà e l’aiuto di Hakadosh Baruch hu. Dentro di noi abbiamo sempre la speranza che tutto questo finisca presto, che liberino gli ostaggi, che la guerra finisca, che i soldati tornino a casa e che ci sia un bagliore di speranza per Am Yisrael. E che Israele porti sempre la luce nel mondo”.

Parlando a proposito della serata precedente, durante la quale nella stessa sala si celebrava Yom HaZikaron, il vicepresidente UCEI Milo Hasbani ha rimarcato come “è il primo anno in cui Yom HaZikaron è stato molto triste. Solo ieri, in Israele sono stati seppelliti cinque ragazzi di 19 anni, e questo è ciò che sta succedendo in questo momento”.

Numerosi gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni, di diversi colori politici: dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana all’assessore del Comune di Milano Martina Riva, dal consigliere comunale Luca Bernardo ai consiglieri regionali Giulio Gallera e Manfredi Palmeri. Hanno ribadito la loro vicinanza a Israele e alla comunità ebraica anche Mario Furlan dei City Angels e Roberto Cenati, ex presidente dell’Anpi provinciale di Milano.

In seguito, la serata è continuata con la musica dal vivo del gruppo Alma Brothers Band, che ha portato molti dei partecipanti a ballare al ritmo di grandi successi della musica israeliana come Tel Aviv di Omer Adam e Golden Boy di Nadav Guedj. L’attesa lotteria, i cui biglietti erano stati dati gratuitamente all’ingresso, ha regalato a un fortunato un volo per Israele donato da El-Al, e altri premi gentilmente offerti da donatori.