Rosh hashanà: le attese per il nuovo anno/ Il messaggio del presidente

Feste/Eventi

Un anno di rinnovamento

È trascorso un altro anno al termine del quale inizia l’attività del nuovo rabbino capo rav Alfonso Arbib e stiamo per iniziare il 5766 durante il quale avrà termine il mandato di questo Consiglio e della mia presidenza. Un anno ricco di avvenimenti sul fronte di Israele, dalla morte di Arafat allo sgombero delle colonie nella striscia di Gaza e di alcuni insediamenti in Cisgiordania, entrambi elementi fondamentali per l’avanzamento del processo di pace verso la convivenza di israeliani e palestinesi in pace e sicurezza.
È certamente questa situazione in Israele che ci dà un senso di sollievo e ci darà la spinta per guardare con più ottimismo al futuro, vedendo di giorno in giorno prendere corpo elementi concreti di progresso nella stabilizzazione nell’area e di ripristino di condizioni di vita pacifica e di ripresa dell’economia per il bene dei nostri fratelli in Eretz Israel.
A questo quadro relativamente rassicurante in Israele, si contrappongono delle tensioni interne alla nostra Comunità che hanno fortemente condizionato i lavori del Consiglio, pur non impedendo di portare avanti progetti già iniziati e di completare l’iter di due decisioni che avranno un peso fondamentale sul nostro futuro: la nomina del nuovo rabbino capo, nella persona di rav Alfonso Arbib, e l’avvio dei lavori della costruzione della nuova casa di riposo per anziani in via Arzaga.
Passi fondamentali il primo per la vita spirituale e l’altro per i ritorni economici che ci permetteranno di avere mezzi anche per iniziative importanti destinate ai giovani e per soddisfare le diverse numerose esigenze di miglioramento dei servizi.
Pochi giorni prima di Rosh Hashanà si è tenuta la cerimonia di investitura di rav Arbib a rabbino capo di Milano, con l’auspicio e l’augurio che la sua giovane età e l’entusiasmo sappiano rilanciare il cammino comune delle diverse anime della nostra Comunità, che è sempre stato il primo obiettivo dei 25 anni di magistero di rav Laras, cui va il mio ringraziamento più sincero. A tutti gli ebrei di Milano chiedo di dare la massima fiducia ed il massimo sostegno all’impegno che rav Arbib saprà certamente dimostrare nella sua azione verso l’unione e l’arricchimento spirituale e culturale di tutti noi: egli ha sicuramente la preparazione e le caratteristiche adeguate al compito.
L’altro aspetto, quello più materiale, ma indispensabile, dei freddi numeri di bilancio, ci ha visto proseguire verso un lento e difficile risanamento dei conti economici, senza penalizzare la qualità e la quantità dei servizi offerti, grazie alla apprezzata e costante dedizione dei dipendenti e dei collaboratori esterni, sotto la guida di dirigenti, segretario generale, assessori e consiglieri incaricati, che desidero ringraziare ed incoraggiare all’inizio di questo nuovo anno.
Il via ai lavori per la nuova Casa di Riposo di via Arzaga dà corpo alla generosa donazione della Fondazione Arpel ed al conseguente consolidamento del progetto che al termine fornirà indirettamente alla Comunità anche mezzi per nuovi altri investimenti e necessità quotidiane. Per tutti noi è grande la soddisfazione per la fiducia dimostrata da questo donatore e da altri numerosi sostenitori nella validità e serietà del progetto globale di gestione della Comunità che, seppur tra tante difficoltà, il Consiglio è riuscito a portare avanti in questi anni.
Ai nostri ragazzi che hanno da poco iniziato l’anno scolastico, agli anziani sia ospiti della NRA o seguiti dai nostri servizi sociali e dalle proprie famiglie, a tutti i membri attivi e silenti della nostra Comunità va il mio più affettuoso e sincero augurio di un 5766 sereno e ricco di soddisfazioni morali e materiali, insieme a quello di tutto il Consiglio.
Shanà Tovà Umevurehet.

Milano, 29/09/2005

Roberto Jarach, presidente della Comunità ebraica di Milano

Rosh hashanà: le attese per il nuovo anno / Il messaggio del rabbino capo

Ascoltare e ascoltarsi

La festa di Rosh Hashanà è caratterizzata da una mitzvà particolare: il suono dello shofar. Vorrei soffermarmi su un aspetto di questo precetto. La mitzvà non è di suonare lo shofar bensì di ascoltare il “Kol” (letteralmente la “voce”) dello shofar. Perché è così importante “ascoltare” e che cosa simboleggia la “voce” dello shofar? L’attitudine all’ascolto è fondamentale per ogni essere umano ma è particolarmente importante nella tradizione ebraica.
Ogni giorno l’ebreo recita lo “shemà”, che comincia con le parole “Ascolta Israele”, il popolo ebraico prima di ricevere la Torà disse “faremo e ascolteremo” e la parashà del “Matan Torà”, comincia con il verbo ascoltare. Ascoltare è importante, è vitale ma non sempre lo facciamo.
Spesso parliamo senza ascoltare oppure sentiamo distrattamente ciò che ci viene detto, senza un vero e profondo ascolto. Ma che cosa e chi dobbiamo ascoltare? Che cosa simboleggia la “voce” dello shofar? Sicuramente dobbiamo ascoltare la voce di Dio.
Secondo Maimonide lo shofar è un richiamo che deve indurci ad un risveglio spirituale, a un esame di coscienza, a un ritorno alla Torà e alle mitzvot. C’è però un’altra voce che abbiamo il dovere di ascoltare, ed è la voce degli altri, del nostro prossimo. Dice il Pirkè Avot che il chacham (il saggio) è colui che impara da qualunque uomo. Tutti hanno qualcosa da insegnare e noi dobbiamo essere in grado di imparare da chiunque. Dobbiamo però essere capaci di ascoltare anche con il cuore e di partecipare alle gioie e alle sofferenze altrui. C’è infine una terza voce che abbiamo il dovere di ascoltare, ed è la voce di noi stessi, della nostra autenticità. Noi spesso, siamo ciò che la società o le mode del momento ci chiedono di essere. Rosh Hashanà è il momento per ritornare a noi stessi, alla nostra vera natura e riscoprire in questo modo la nostra profonda identità ebraica.
Credo che ciò che abbiamo detto sul suono dello shofar ci dia un’indicazione su ciò che dovrebbe essere una comunità ebraica. Una comunità ebraica è fondata sull’ascolto della voce di Dio, sullo studio della Torà e sulla pratica delle mitzvot. Ma non esiste comunità senza un profondo rapporto con il prossimo. Un rapporto basato sull’amore, sul rispetto, sulla conoscenza e sull’ascolto. Ma per poter fare ciò dobbiamo innanzitutto capire chi siamo e riscoprire la nostra identità ebraica. Ogni ebreo per quanto possa essere lontano, ha un profondo legame con l’ebraismo e il popolo ebraico. Deve però prenderne coscienza e farlo venire alla luce.
Questo Rosh Hashanà sarà per me un doppio inizio. Auguro a me stesso e a tutta la comunità che sia un anno di ascolto reciproco, di recupero e di rafforzamento dell’identità ebraica, di prosperità e soprattutto di Shalom per Am Israel e per il mondo intero.
Tachel Shanà Uvirchotea (cominci un anno con le sue benedizioni).

29/09/2005

Rav Alfonso Arbib – Rabbino capo della Comunità ebraica di Milano

Il messaggio di auguri agli ebrei di tutto il mondo del presidente dello Stato di Israele Moshe Katzav

In questi giorni di vigilia del nuovo anno ebraico, giorni di introspezione ed esame di coscienza, giorni di digiuno, preghiera e zedaqàh, tutti noi dobbiamo rinnovare il nostro impegno ad agire per preservare i valori dell’Ebraismo e per rafforzare la sovranità ebraica.

Negli ultimi anni lo Stato d’Israele si è trovato di fronte a decisioni difficili e fatidiche. Negli ultimi dodici anni abbiamo percorso un cammino storico a favore dei palestinesi, abbiamo preso decisioni difficili e dolorose. Ma siamo riusciti nonostante il dolore, la sofferenza e la crisi, nonostante la rabbia, la delusione e la frustrazione per i nostri vicini, siamo riusciti a mantenere l’unità, la forza, la fede e la fermezza.

Desidero lodare le espressioni di solidarietà delle comunità ebraiche di tutto il mondo con il popolo in Israele, espressioni che hanno rinforzato il legame reciproco esistente tra noi.

Purtroppo l’antisemitismo è cresciuto in Europa, nonostante la posizione presa dai leader europei. Lo Stato d’Israele e il popolo ebraico devono agire in collaborazione con i governi e le autorità preposte per combattere insieme contro l’antisemitismo che colpisce anche i valori umani universali e i valori della Democrazia. I Paesi illuminati devono agire con determinazione contro l’antisemitismo, attraverso le leggi, la loro applicazione, l’educazione e l’opinione pubblica.

Il XXI secolo presenta al popolo ebraico delle sfide uniche per la nostra generazione. Dobbiamo aspirare ad approfondire i legami tra ebrei di Israele ed ebrei della Diaspora, e a prestare attenzione alle necessità di tutte le comunità ebraiche della Diaspora. È necessario che agiamo per preservare la cultura ebraica, per assicurare alle giovani generazioni un’educazione ebraica e per combattere l’assimilazione. Dobbiamo assicurare la continuità ebraica. Dobbiamo trovare dei modi efficienti per avvicinare e rafforzare il legame e i rapporti degli ebrei del mondo con i valori dell’Ebraismo, con le organizzazioni ebraiche, con lo Stato d’Israele.

A nome del popolo d’Israele, desidero inviare a tutti voi e ai vostri familiari gli auguri di un anno buono e benedetto, di un anno di fratellanza e unità, di pace e sicurezza, un anno in cui possiamo preservare la nostra solidità nazionale.

Shanàh Tovàh