Venezia sarà la città capofila della Giornata europea della cultura ebraica che, come tutti gli anni, si svolge la prima domenica di settembre, quest’anno il 2. “Una data come sempre un po’ difficile”, commenta Annie Sacerdoti, responsabile in Europa per l’AEPJ dell’evento. “Ma i 28 Paesi europei che partecipano alla Giornata hanno situazioni climatiche molto diverse; da qui la difficoltà di accontentare tutti”. Splendida sarà la scenografia in cui si svolgerà l’apertura nazionale della Giornata: il ghetto di Venezia con i suoi campi, le sinagoghe, il museo, il numero crescente di anno in anno di negozi e librerie, ristoranti e bar che si susseguono uno dopo l’altro lungo le stradine del ghetto vecchio, si offrono al visitatore in tutta la loro ricchezza. E in più c’è una velata speranza degli organizzatori: che gli ospiti internazionali della Mostra del cinema e della Biennale, manifestazioni che si inaugurano più o meno in contemporanea, facciano una capatina in ghetto!
Quest’anno il tema sarà “L’umorismo ebraico”. Tra visite guidate a sinagoghe e quartieri, mostre d’arte e concerti, film e conferenze, bookcrossing ed enogastronomia, spettacoli teatrali ed eventi per grandi e bambini, la manifestazione che “apre le porte” dei luoghi ebraici torna questa volta con una declinazione divertente e umoristica. Per parlare di ebraismo e, anche, di una caratteristica che sembra essere piuttosto spiccata nella cultura del “Popolo del Libro”: quella di saper ridere e far ridere, nei momenti positivi come in quelli più bui. Infatti, oltre all’irresistibile carica creativa e umoristica, cosa accomuna i fratelli Marx a Ben Stiller, Woody Allen a Bob Hope, Mel Brooks a molti autori dei comix americani, se non il “background” culturale ebraico?