Festival / E vivrai, sapendo che, per amare gli altri, dovrai amare te stesso

Jewish in the City

di Naomi Stern

red-sea-splitGrande erudito, celebre per la sua vasta competenza filosofica in ambito ebraico e non solo, rav Alberto Somekh è professore presso la Scuola Rabbinica di Milano, ed è uno dei dieci relatori che si avvicenderanno per commentare in 15 minuti uno dei 10 Comandamenti. (15 settembre 2014, presso la Fondazione Corriere della Sera, si terrà una tavola rotonda proprio sull’argomento). Il comandamento da lui scelto è Ama il prossimo tuo come te stesso.
Cosa rappresenta Jewish and the City per la Comunità e per la città di Milano?
Jewish and the City sarà un momento importante non solo per quella milanese ma anche per tutte le altre Comunità ebraiche italiane, per farsi conoscere dalla società civile e dal mondo esterno. Per avvicinare così alla nostra tradizione un mondo che spesso e volentieri la ignora.
Viviamo oggi in un’epoca di pluralismo religioso e quindi è giusto che il mondo ebraico esca dal bunker, da posizioni esclusivamente difensive, per far conoscere il meglio di sé.
Un’iniziativa molto importante anche per Milano, città di grandi tradizioni storiche e culturali che sicuramente merita un’iniziativa di questo livello.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” è uno dei comandamenti che vengono presi più spesso come esempio di modus vivendi. Non crede che prima di amare il prossimo sia necessario amare se stessi?
Certamente: attraverso l’amore verso il prossimo si spera che anche noi si arrivi ad amare noi stessi.
Qual è il modo migliore per amare se stessi senza cadere nell’egoismo?
Aiutare il prossimo in difficoltà; vedere nel prossimo il riflesso di noi stessi ma anche trovare in noi stessi il riflesso dell’Altro. L’idea di fondo è che l’uomo è stato creato secondo l’immagine divina quindi, in quanto tale, noi dobbiamo vedere nel nostro prossimo una scintilla della divinità.
Ci può dare una breve anticipazione di quello che dirà alla conferenza?
La mia idea, anche alla luce degli avvenimenti di questi ultimi giorni in Israele, è che le religioni dovrebbero sottoscrivere un protocollo di salvaguardia della sacralità della vita. Il rispetto della vita umana, che sia quella del prossimo o di noi stessi, è l’obiettivo fondamentale su cui dovremmo porre la nostra attenzione in questo momento. Chi ha rispetto per se stesso ha sicuramente rispetto anche verso il prossimo.