di Nathan Greppi
Domenica 10 ottobre, la sessione pomeridiana della Giornata Europea della Cultura Ebraica è iniziata con il dibattito Il dialogo tra le generazioni. La catena della trasmissione in Isaac Bashevis Singer e nella diaspora yiddish. Tra letteratura e vita, tenutosi al Museo Nazionale della Scienza. La direttrice di Bet Magazine – Mosaico Fiona Diwan ha parlato del grande scrittore yiddish anche in merito al suo libro Un inafferrabile momento di felicità assieme a Haim Burstin, docente di storia moderna all’Università di Milano-Bicocca.
Dopo i saluti introduttivi dell’assessore alla cultura della Comunità Ebraica Gadi Schoenheit e del direttore del museo Fiorenzo Galli, Diwan ha cominciato sottolineando “il concetto, fondamentale nella letteratura yiddish e in quella di Singer, della ‘catena d’oro’ della trasmissione. Un concetto tipicamente ebraico, sulla trasmissione da padri a figli di un patrimonio che, legando tra loro le generazioni, consente la sopravvivenza dell’identità.” Ha spiegato che ai tempi di Singer “l’urto della modernità fu così forte da disintegrare questa catena,” il che “fu estremamente doloroso.”
Il concetto della “catena d’oro” è stato ripreso da Burstin, che ne ha parlato attraverso la sua esperienza personale: “Nella mia infanzia, l’esperienza che hanno subito i miei genitori durante la guerra non si è spezzata, bensì rinforzata. Si è rotta invece la trasmissione della lingua yiddish: Io sono figlio di un ebreo polacco e di un’ebrea italiana, e l’insegnamento della lingua non è passato. Da un lato si può capire perché mio padre doveva imparare l’italiano, dall’altro perché di solito è la madre che trasmette la lingua al figlio. Un altro motivo è che non si può tramandare qualcosa che è morto, come era morta la cultura degli shtetl.”
Ha spiegato che lo yiddish “non è solo una lingua, è un modo di pensare e ragionare, che non si può recuperare facilmente.” A ciò si aggiungeva il dolore della perdita che dovette subire il padre. “Mi sono rimasti impressi i suoni, quelli degli ospiti in casa nostra che parlavano yiddish, e sono suoni che non si dimenticano. Appena ho potuto ho cercato di ‘riparare’ l’anello rotto per ristabilire un legame con la lingua.”
Diwan ha fatto un collegamento con i romanzi di Singer, dove si ritrova il tema della catena rotta, e il messaggio è che “prima o poi vi ritorni, per ritrovare un luogo desolato.” Ha ricordato che lo scrittore giunse a New York nel 1935, prima della Guerra, e dopo un lungo periodo di depressione iniziò a rielaborare il dolore della perdita, raccontando storie di uomini che hanno perso il loro legame con le proprie radici. Tutti i personaggi dei suoi romanzi americani, come Ombre sull’Hudson e Il ciarlatano, “vengono narrati con questo senso di perdita e lacerazione. Dall’altro lato abbiamo i figli, che spesso sposano figli di nazisti o in generale personaggi che nessun padre scappato dall’Europa può accettare.” Questo simboleggia la fine della trasmissione generazionale.