di Michael Soncin
“Il 1° luglio del 1921 nasceva Livio Garzanti, forse l’ultimo dei grandi editori del dopoguerra, un uomo con uno sguardo particolare, teso in un continuo e costante dialogo tra cultura e divulgazione, saggistica e filantropia. Questo ci porta come popolo del libro ad aver voglia di ascoltare le parole di Armando Torno, nel ricordare la figura del signor Garzanti”, ha detto Pia Masnini Jarach, vice assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Milano.
E Armando Torno, grande giornalista, saggista e amico di Livio Garzanti, ne ha dipinto un ritratto singolare, “un ricordo come editore, come scrittore e come uomo”, per usare le sue stesse parole.
“Chi è un editore? – si domanda il noto giornalista – È colui che fa l’esatto contrario dei boia che distruggono i libri e tutti ricordiamo i roghi dei libri avvenuti nel corso della storia. Garzanti moltiplicò i libri, li diffuse, scoprì un universo. Ha saputo diffondere cultura al difuori del terreno culturale italiano. Da ricordare è anche l’intensità del lavoro presente nel suo ricco catalogo”.
Nella sua casa editrice ci furono brillanti scrittori, personaggi come: Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati, Paolo Volponi e Claudio Magris, giusto per citarne alcuni, autori con i quali, spiega Torno, vi era un confronto, un dialogo. A Garzanti va anche il merito di aver reso la cultura accessibile a tutti, con l’invenzione delle Garzantine, una piccola enciclopedia che ebbero nei loro scaffali migliaia di italiani.
Dalle parole di Torno si scopre che Garzanti è stato anche uno scrittore, scrisse due romanzi, un libro di racconti ed uno di filosofia. Era una persona molto meticolosa, capace di passare una settimana nel lavorare alla stesura definitiva di una sola frase. E poi un altro tema importante da menzionare era l’amore che aveva per Platone, “era un suo cruccio, era un grande grammatico, tormentava le parole”, ed era dell’idea che per apprezzare e capire davvero Platone, bisogna restituirlo a sé stesso, sdogandolo dall’appropriazione che il mondo della Chiesa gli aveva conferito. “Secondo lui – continua Torno – era stato sistemato da padri della Chiesa, l’avevano portato da una certa parte e diceva che bisogna togliere il Platone cristiano dalla nostra prospettiva altrimenti non capiamo Platone, andava quindi ripulito da quella collocazione”.
“Se c’è una cosa che lo accomunava con il mondo ebraico, questa cosa risiedeva nel concetto di memoria”, ha dichiarato Torno al termine del suo intervento. All’evento era presente anche Louise Michail Garzanti, moglie di Livio Garzanti, che il Presidente della Comunità Ebraica di Milano Milo Hasbani, ha ricordato essere come persona molto vicina alla Comunità.