di Paolo Castellano (@castelPao)
Il 29 maggio presso la Sinagoga centrale di Milano è stata inaugurata la targa dedicata ai Giusti di tutte le nazioni affissa al muro esterno dell’edificio in occasione della terza edizione del festival Jewish in the city 150#. Alla cerimonia hanno partecipato Olivier Brochet, console di Francia, il portavoce di Agopik Manoukian, presidente emerito dell’Unione degli Armeni d’Italia, Roberto Jarach, vicepresidente del Memoriale della Shoah e Gabriele Nissim.
Gli interventi dei quattro relatori si sono concentrati sull’importanza del ricordo del bene compiuto dai giusti nella dura lotta contro il male e contro i pregiudizi della nostra società. È stato inoltre ricordato l’assiduo impegno della comunità ebraica nell’opporsi al razzismo verso i più deboli, come i migranti, che negli scorsi mesi sono stati aiutati con concretezza per un alto senso di umanità e di convivenza.
Il primo intervento della cerimonia è stato di Olivier Brochet: «Riconosco la grande vitalità delle Comunità ebraica milanese che ha organizzato questo festival per l’anniversario dei suoi 150 anni. Questa targa nel 2016 rappresenta un messaggio di fraternità soprattutto a 70 anni dalla Shoah per guardare al domani con fiducia. I valori dei giusti sono molto importanti soprattutto per gli eventi degli ultimi anni che ci hanno dimostrato come l’antisemitismo, il disprezzo per la libertà e per l’umanità si stiano diffondendo in modo preoccupante per l’Europa».
La parola è poi passata ad un portavoce di Manoukian che per impegni istituzionali non è potuto essere presente, ma che ha inviato una lettera di vicinanza alla comunità ebraica in cui ha ribadito come il popolo ebraico e il popolo armeno, dopo aver subito delle tragedie immani, abbiano sviluppato la capacità di riconoscere i semi del bene e del male.
Dopo la lettura del messaggio del presidente emerito d’Armenia è salito sul pulpito Gabriele Nissim. Il fondatore di Gariwo ha manifestato gratitudine alla Comunità ebraica milanese per aver accettato di partecipare attivamente nella campagna dedicata ai giusti. «Io credo che ricordare nel tempio principale i giusti di tutto il mondo sia una grande idea che va ad onore della comunità ebraica. La storia ci insegna che questa idea dei Giusti è nata in Israele per merito di Moshe Bejski. Egli pensò che fosse importante non disperdere le idee che ci furono nel periodo più tragico del ‘900. Noi dobbiamo ricordare i carnefici, noi dobbiamo ricordare le vittime ma noi dobbiamo cercare di ricordare le persone che hanno aiutato gli Ebrei. Oggi tutti conoscono il giardino di Gerusalemme e i suoi 23mila nomi».
Nissim ha concluso il suo intervento specificando che la memoria di ieri ci deve aiutare a comportarci in modo diverso nei tempi in cui viviamo. «Questa targa che inauguriamo, ci inviti a ricordare i giusti del passato e del presente con la scritta “giusti di tutto il mondo che rendono il mondo felice” che riprende la stessa scritta presente al giardino del Montestella di Milano».
L’evento è terminato dopo una riflessione di Roberto Jarach, vice presidente del memoriale della Shoah, che con un profondo discorso ha spiegato ai numerosi partecipanti quanto sia importante cogliere gli insegnamenti del passato per preservare il futuro. Tale filosofia è una parte fondante della missione del Memoriale della Shoah che ha l’obiettivo di sensibilizzare le coscienze delle nuove e delle vecchie generazioni per contrastare quei sentimenti d’intolleranza che stanno emergendo in alcuni paesi d’Europa come l’Austria, la Germania e la Francia.