di Marina Gersony
Nonostante il diluvio e la pioggia torrenziale che ha paralizzato Milano, si è svolto come da programma nella Sinagoga Centrale (lunedì 30 maggio, ore 11.00, Sala Jarach), l’incontro Italia-Israele, i ponti dell’innovazione medico-scientifica nell’ambito del Festival Internazionale di Cultura Ebraica, Jewish in the City #150. Molti e stimolanti i temi affrontati dai relatori che hanno sottolineato la straordinaria e fruttuosa connessione tra Milano, Lombardia, comunità internazionale e Tel Aviv in ambito medico- scientifico.
Ha introdotto i lavori il Dottor David Fargion – psicoanalista, psicoterapeuta ed esperto in consulenza strategica aziendale nonché attuale Presidente dell’AME (Associazione Medica Ebraica di Milano) – che ha poi passato la parola al Dottor Giorgio Mortara che a sua volta ha ribadito l’ottimo rapporto fra Italia e Stato di Israele fin dalla sua nascita in ambito economico, scientifico e culturale. Medico specialista in chirurgia digestiva, Presidente dell’Associazione Medica Ebraica Italia e membro della World Fellowship dell’Israel Medical Association, Mortara è attivo in numerose società scientifiche e culturali e impegnato, tra l’altro, nel dialogo inter-religioso in Sanità come coordinatore scientifico del Progetto “Insieme per prenderci cura”. «Le azioni intraprese negli anni – ha spiegato -, si sono svolte in diversi ambiti: Ricerca e Sviluppo; Knowlwdge managment e condivisione di tecnologie e best practices con riferimento all’assistenza sanitaria e ai servizi; Cooperazione internazionale e iniziative a favore della pace in Medio Oriente; Rapporti tra gli Stati tramite le istituzioni».
Il relatore ha quindi ricordato che riguardo alla Ricerca e allo Sviluppo, la collaborazione tra l’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano è iniziata nel 1970: «La certezza del finanziamento e gli importanti risultati hanno fatto sì che dal 1990 al 2010 sono stati portati a termine più di 50 progetti di ricerca principalmente in campo oncologico, nelle neuroscienze (Alzheimer, epilessia) e nell’impiego delle cellule staminali».
Mortara ha poi sottolineato la collaborazione tra ospedali lombardi e israeliani iniziati tra il 1992-1995: «Ricordo il gemellaggio tra gli ospedali Tel Hashomer e San Carlo Borormeo di Milano in occasione del gemellaggio tra il Comune di Milano e quello di Tel Aviv che hanno portato un’importante intensificazione degli scambi scientifici». In seguito, ha spiegato Mortara, oltre al sistema welfare israeliano, sono stati presi come modelli il sistema urgenza e l’organizzazione dei servizi di Pronto Soccorso e accettazione e il 118: «In queste prime fasi l’AME ha svolto un’importante funzione di sviluppo, favorito l’organizzazione di incontri e fornito un supporto logistico e istituzionale per gli accordi incentrati sulla gestione dell’emergenza-urgenza vista la tragica costante dell’esperienza israeliana. Non ultimo, sono state create delle collaborazioni tra istituzioni italiane, israeliane e palestinesi volte alla cura dei malati impossibilitati ad usufruire degli alti livelli dell’assistenza sanitaria in caso di patologie gravi».
Ha quindi preso la parola Maurizio Turiel, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Cardiologia ed Igiene e Medicina Preventiva e Direttore del Servizio di Cardiologia, Istituto Ortopedico Galeazzi, Università di Milano nonché Docente presso la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano. Turiel ha parlato della nuova prevenzione cardiovascolare, un settore in continua evoluzione, che permette interventi sempre più soddisfacenti e mirati: «Grazie a queste nuove tecniche, già operative, si può intervenire sulle patologie coronariche in modo non invasivo, senza dover aprire il torace. Un grande passo avanti se si pensa ai bambini e soprattutto agli anziani che così possono evitare un’anestesia». Turiel ha poi parlato di un sistema meccanico chiamato “Lucas”, in grado di eseguire automaticamente le compressioni toraciche esterne in diverse situazioni, come nel caso in cui i soccorritori siano in numero ridotto o nei pazienti più a rischio, emergenza in cui la rianimazione cardiopolmonare non deve essere interrotta (cosa che può talvolta succedere con un intervento manuale).
L’incontro si è quindi chiuso con gli interventi del Dottor Silvio Taschieri, specialista in Odontostomatologia presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano in qualità di Ricercatore Universitario del Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano e del Dottor Paolo Barbanti, ricercatore in oncologia, fondatore di una società che si occupa di technology transfer, corporate advisor, scouting e licensing di nuovi prodotti nei settori farmaceutico, biotech e med tech e, tra l’altro, Professore a contratto presso le Università Vita e Salute San Raffaele e Università LIUC. Sostenitore della forza delle Idee, dell’Innovazione, del Futuro e della capacità di saper guardare «oltre i risultati del laboratorio», Barbanti considera Israele la Start Up Nation che tutti noi dovremmo prendere come esempio.