di Paolo Castellano
Uno dei tanti problemi delle nostre società è lo spreco di cibo. Secondo le statistiche europee nel mondo si sprecano ingenti quantità di alimenti. L’Unione Europea nel 2012 ha dichiarato che ogni anno, fino al 50% di cibo commestibile viene sprecato nelle case degli europei, nei supermercati e ristoranti e lungo la catena di approvvigionamento alimentare, mentre 79 milioni di cittadini UE vivono al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni di persone dipendono dagli aiuti alimentari. Lo show-cooking intitolato “No spreco. Non si butta via nulla” dello Chef Alessio Algherini svoltosi il 15 ottobre presso la Palazzina Appiani di Milano si è incentrato su questo tema spinoso.
Durante l’evento Algherini ha spiegato cosa rappresenti per lui non sprecare il cibo: «Quando penso allo spreco mi viene in mente un video che sta circolando in rete in cui alcuni cuochi cucinano dei soldi. Le banconote e le monete subiscono il trattamento degli alimenti e poi vengono disposti in piatti come se fossero commestibili. I soldi nel piatto una volta portati in sala si trasformano magicamente in cibo. Gli avanzi si ritrasformano in banconote che sono poi gettate nella spazzatura della cucina. Qual è il messaggio di questo video? Oggi ci lamentiamo tanto delle spese e poi non ci interessiamo di quello che mangiamo. Siamo diventati degli spreconi. Vivendo in società moderne dove non si muore più di fame ci possiamo ahimè permettere tali comportamenti».
D’altro canto siamo invece molto attenti e puntigliosi quando andiamo al ristorante o affrontiamo spese domestiche. In molte famiglie però quando avanza una fetta di pane o un litro di vino si tende a buttare via tutto.
«Altro esempio: ho mezza fetta di carne nel frigorifero? Potrei metterla in padella, tagliarla a pezzettini e farci un ripieno oppure una polpetta. Queste sono le abitudini che avevano una volta le nostre nonne – continua Algherini -.Oggi purtroppo manca una figura femminile come donna di casa. Le donne di oggi prese dal lavoro e dalla carriera hanno poco tempo da dedicare alla cucina. Per accorciare i tempi vengono consumati cibi precotti o veloci da preparare. Non hanno tempo di cucinare o non hanno voglia: le ragioni sono molteplici. E questa mancata attenzione porta allo spreco. Le basi dell’insegnamento umano dicono che bisogna avere rispetto nei confronti del cibo.
Il consumismo ci ha indotti allo spreco. Se ci trovassimo in difficoltà nell’arrivare a fine mese daremmo molto più valore al mangiare. Ci troviamo invece in una realtà dove ricco non è nessuno ma non siamo nemmeno poveri. Ci possiamo tutti permettere l’I-Phone. Ci possiamo permettere le scarpe e le borsette griffate però non facciamo attenzione in campo alimentare a quello che compriamo e a quello che buttiamo via. Se avanza mezza porzione di cibo facciamo spallucce e diciamo “pazienza”. Non do al cane la mozzarella perché ha i croccantini, non do al gatto il pezzo di pesce perché se mangia la lisca si strozza e così gli compro le scatolette.
Noi siamo quello che mangiamo. Non possiamo lamentarci se un domani sviluppassimo delle malattie o delle intolleranze. Acquistando prodotti di bassa qualità non ci si può sorprendere degli effetti che hanno sul nostro corpo. Il risparmio non sta nello scegliere un prodotto che costa poco ma nel fare attenzione a quello che si compra. Per esempio è da preferire l’acquisto di un pezzo di carne da un chilo, tagliarlo a fette e riporlo nel congelatore anziché comprare la fettina confezionata che costa 4 volte di più perché è pratica, monouso ed è già pronta per essere cucinata. Occorre conoscere la stagionalità della frutta e della verdura se si va a fare acquisti al mercato. In passato sapendo che per produrre un pomodoro ci volevano tre mesi sicuramente non lo si buttava. Ricordo un episodio della mia infanzia quando mia nonna mi riprese per aver avanzato dell’insalata. Questa era la mentalità di una volta che forse ai giorni nostri pare un eccesso. Il risparmio quindi è una spesa intelligente che aiuta a limitare lo spreco».