Un omaggio a un genio della musica

Jewish in the City

di Naomi Stern

ferradiniDopo cinque intensi giorni di eventi, La Tenda di Abramo ha trovato la sua conclusione migliore con il concerto di Marco Ferradini dedicato ad Herbert Pagani. A dirigere il tutto, un brillantissimo Roberto Zadik che, dopo una presentazione iniziale di Davide Romano, Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano, ha introdotto la figura di Pagani.

Terra, generazione e migrazione: tre parole che possono rendere bene la figura di Pagani. Herbert Pagani è stato un artista versatile, carismatico, che ha saputo unire insieme molte arti. Classe 1944, nato in Libia, Pagani rese omaggio alle sue radici ebraiche per tutta la carriera. Una canzone su tutte esprime benissimo questo concetto: “Arringa per la mia terra” del 1975.

Anche il tema della migrazione è presente nelle canzoni di Pagani, un tema attualissimo e molto trattato all’interno della Torà. “Pagani aveva un’abilità incredibile nel fotografare con la penna quello che vedeva nella vita reale; nelle sue canzoni si trovano infatti dei testi che esprimono una forte lucidità. Non va dimenticato che Herbert Pagani, nei suoi 44 anni di vita, è stato anche un disc-jockey in diverse radio ed è stato l’inventore del jingle, un elemento musicale che ci troviamo ad apprezzare ogni giorno. Un artista a tutto tondo, Pagani. Più che un semplice cantante”.

La parola è poi passata alla musica. Con più di un’ora di concerto, Marco Ferradini, celebre cantante, autore della storica canzone “Teorema”, ha deliziato l’ampio pubblico presente alla Palazzina Appiani di Milano con i grandi classici di Pagani.

A fine serata, dopo tanti applausi e strette di mano, si è ufficialmente chiusa una manifestazione che ha visto alternarsi grandi chef, rappresentanti di diverse realtà religiose e artisti in alcune tra le location più suggestive di Milano, una città che, a pochi giorni dalla chiusura di EXPO, sembra aver trovato una nuova energia grazie alla Tenda di Abramo.