Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il punto fondamentale di riflessione è che questa Parashà viene letta e studiata durante lo Shabbat che precede il 9 di Av, (Tishà beav), giorno di grave lutto per la Nazione d’Israel, dal giorno in cui fu distrutto il Tempio di Gerusalemme e il Popolo fu disperso sulla Terra in un lungo esilio che dura fino ai nostri giorni.
Questo è il giorno più triste del calendario ebraico. In quel giorno nefasto, con la distruzione del Beit haMikdash, la Shekinà (la presenza di D-O) si allontanò ed iniziò il lungo peregrinare e le indicibili sofferenze che dovranno portare al ritorno a D-O, alla remissione dei peccati e alla ricostruzione ed instaurazione del Terzo ed Ultimo Santuario. Fu una caduta non solo materiale, ma soprattutto spirituale di Am Israel.
Da questo momento in poi tutto cambia. Moshè, il balbuziente, parla da solo, si rivolge al Popolo e trasmette gli ordini di HaShem dopo un intervallo che intercorre dal momento in cui l’Eterno gli parla, al momento in cui egli parla al Popolo. E’ l’inizio della trasmissione della TORAH ORALE.
Da questo istante il più grande dei Profeti diviene il più grande tra i Maestri.