Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Torah ci ha già offerto due Parashot con le istruzioni date a Moshe da Dio su come costruire il Mishkan. Queste istruzioni sono già esaustive e chiare, perché allora abbiamo bisogno di una descrizione più realistica dell’atto di costruzione, visto che dopo il controllo Moshe dichiara che gli Israeliti hanno fatto tutto come comandato dal Signore?
Prima, quando Dio spiega le questioni legate al Mishkan, subito comanda a Moshe di rispettare Shabbat. Questo ci insegna che gli ebrei non costruivano il Mishkan di Shabbat e quindi possiamo da qui estrapolare quali sono le azioni concrete vietate a Shabbat. E quindi cosa veniamo a sapere di nuovo in questa Parashà? Inoltre, nelle Parashot precedenti il precetto di Shabbat compare subito dopo le istruzioni sulla costruzione del Mishkan, perché qui allora se ne parla subito all’inizio?
Vi è una discussione riguardo l’ordine cronologico delle diverse parti della Torah. Una delle teorie sostiene che quando Dio ha insegnato a Moshe sul Monte Sinai, prima gli ha spiegato i precetti legati allo Shabbat, e poi gli ha ordinato di costruire il Mishkan, e così Moshe ha ripetuto i Suoi insegnamenti, nell’ordine in cui li aveva ottenuti. La seconda teoria sostiene, che la decisione di Moshe di insegnare a Israele sullo Shabbat, prima di dare istruzioni al popolo sulla costruzione del Mishkan, aveva delle motivazioni pedagogiche. Sapeva che parlando al popolo già impegnato nei pensieri sulla costruzione del Mishkan, non sarebbe stato ascoltato riguardo ai precetti dello Shabbat. Ambedue le teorie hanno il loro valore e le loro ragioni, ma vi è qui un insegnamento più profondo che dobbiamo imparare.
Lo Shabbat è sicuramente il valore maggiore e la sfida più grande nella vita di un ebreo. Una persona, che ha appena fatto il ghiur (conversione), mi ha raccontato di essere rimasto scioccato quando gli sono state spiegate le regole dello Shabbat. “Da dove vengo (Etiopia)”, ha spiegato “i giorni liberi sono una volta l’anno, e non una volta alla settimana”.
Lo Shabbat è veramente una cosa unica e speciale, lasciarsi dietro i problemi della quotidianità, una volta ogni sette giorni, ci dà l’occasione di riempire i restanti sei giorni di gioia e santità. Questo stacco dai problemi è però un traguardo impegnativo, poiché bisogna prima impegnarsi in quei sei giorni ad organizzarsi in maniera pratica e concreta.
La preparazione allo Shabbat ad un livello intellettuale e spirituale è un evento ancora più importante. Da queste ultime Parashot, i Rabbini hanno potuto indicare 39 diverse categorie di lavoro vietate a Shabbat. Ognuna di queste categorie poi si ramifica in altre migliaia di azioni. Uno dei maggiori trattati sia della Mishnà che del Talmud è proprio dedicato alla spiegazione di queste regole. La Mishnà Berura è una guida pratica alle leggi della quotidianità, della settimana e delle festività, dedica quasi un terzo del proprio testo allo Shabbat. Infine vi sono decine, se non centinaia, di libri dedicati appositamente alle regole dello Shabbat.
Da tutti questi esempi sembrerebbe che si può giungere ad una conclusione: in realtà nessuno può sapere tutte le regole dello Shabbat, e ancora di più nessuno può rispettarle tutte. Ma la Parashà di questa settimana ci vuole dimostrare esattamente l’opposto. Illustrando nei particolari la creazione degli elementi del Mishkan, la Torah ci dimostra che con l’aiuto di Dio possiamo adempiere al compito impostoci da Dio stesso. Se quindi abbiamo tutte le istruzioni per un lavoro ordinato da Dio, allora sappiamo anche come riposarci da questo lavoro. Moshe parlando al popolo del rispetto di Shabbat prima ancora che della costruzione del Mishkan, ha detto quindi ad Israele che il rispetto dello Shabbat è componente fondamentale della costruzione del Mishkan. Lo Shabbat è una delle prima mitzvot che ci sono state impartite; sicuramente viene prima della costruzione del Mishkan. Prima ancora di ricevere istruzioni sulla costruzione nel nostro accampamento di un luogo per la presenza di Dio, ci è stato detto di dedicare una giornata al riposo con Dio. Questa settimana così, verremo a sapere che nonostante davanti a noi vengano poste grandi sfide, abbiamo sempre la conoscenza e il materiale per creare nelle nostre vite un posto per Dio, nel quale Lui può esserci.
Di rav Yehoshua Ellis